Centomila pellegrini hanno camminato la scorsa notte per 28 chilometri, da Macerata a Loreto per visitare il Santuario della Santa Casa. Alla sua 37esima edizione, l’evento ha avuto inizio presso lo stadio “Helvia Recina”, con la celebrazione eucaristica presieduta dal cardinale australiano George Pell e Edoardo Menichelli, insieme ai vescovi marchigiani Nazzareno Morresi, Giancarlo Vecerrica, Claudio Giuliodori, Luigi Conti. All’arrivo e i vescovi Tonucci e Marconi.
Per l’occasione Mons. Vecerrica – ideatore del pellegrinaggio – ha portato i saluti di Papa Francesco che anche da Sarajevo non ha mancato di testimoniare la sua vicinanza inviando un messaggio audio per benedire l’importante iniziativa. Dopo la Messa nel campo sporitvo la colonna di fedeli è partita alla volta di Loreto procedendo al passo della preghiera e nell’ascolto delle tante testimonianze che si sono alternate nella notte.
Prezioso l’intervento di Don Aldo Buonaiuto, che ha portato l’esperienza della Comunità Giovanni XXIII: “Vogliamo ringraziare la Madonna, è lei che ci fa camminare insieme, ed è questo di cui abbiamo bisogno. Non di morire di individualismo. Siamo chiamati tutti – come anche ci insegnava don Oreste quando veniva di notte qui sulle strade, e ci ricordava quel passo del profeta Geremia al capitolo 31 che dice che il popolo camminerà insieme mantenendo il passo dello zoppo, del cieco, della donna incinta, della partoriente – a questo sforzo.
Ecco che cos’è un popolo: non è un’accozzaglia di gente che si strattona, ma è una famiglia che cammina insieme partendo dagli ultimi, proprio per questo senso di appartenenza. Dobbiamo renderci insopportabile qualsiasi forma di ingiustizia, qualsiasi realtà dove la persona viene emarginata.
Camminiamo insieme con Maria per andare insieme a coloro che difendono la vita. Anche noi vogliamo difenderla sempre, quando tutti remano contro, dicono che quella vita è inutile. Vogliamo camminare insieme ai nostri fratelli più fragili, i disabili, che non vengano mai emarginati ma che siano soggetti vivi, di storia.
Vogliamo camminare insieme a quelle donne che sono vittime di violenze, a quelle che si trovano sulle nostre strade vittime della terribile schiavitù della prostituzione. Il 40% sono minorenni, “ragazze oggetto” che vengono comprate da coloro che vengono chiamati clienti. Ma le relazioni, anche le più intime, non si acquistano, caso mai si conquistano. È un’altra cosa trattare una persona come un oggetto per soddisfare i propri bisogni perversi, è la vergogna delle vergogne, compresi coloro che pensano di spostare queste persone dalle strade ai luoghi chiusi per risolvere il problema. Non si tratta di tenere pulite le strade, si tratta di liberare le donne schiave. Noi ne abbiamo liberate 9000 nelle nostre case famiglia in questi ultimi 25 anni grazie soprattutto a don Oreste.
Vogliamo camminare insieme agli immigrati perché vengano accolti e non rifiutati, non gettati in mare, non lasciati affondare; ai nostri anziani non dimenticati negli ospizi, in quelle belle prigioni dorate dove manca la cosa più importante, l’affetto dei cari; a quei giovani che restano vittime del mondo delle tenebre, dell’occulto, perché possano incontrare la luce attraverso la nostra testimonianza, la nostra vita in Gesù.
Vogliamo camminare insieme ai consacrati, al Papa, ai vescovi e ai sacerdoti, ma anche a coloro che vivono momenti di difficoltà. Coloro per cui dobbiamo veramente pregare la madonna, invocarla perché possano essere aiutati e non giudicati, non condannati. E stare vicini anche ai nostri fratelli carcerati perché come diceva don Benzi “l’uomo non è il suo errore”.
Infine la cosa più importante: camminare insieme alla famiglia. La vogliamo difendere sempre. Vogliamo che oggi la famiglia non sia discriminata, sbeffeggiata o resa addirittura un suppellettile. Muoverci insieme alla grande famiglia di Dio che non discrimina nessuno ma che sempre ha le sue fondamenta sul papà e sulla mamma, dei quali i figli hanno bisogno. Vergine Maria, madre di tutti noi, aiutaci a camminare insieme”.