Il videomessaggio del Papa al Ted di Vancouver: “Nella notte dei conflitti ognuno di noi sia una candela accesa” – Video

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Con un videomesaggio di quasi 18 minuti – inoltre è il terzo che registra in pochi giorni, dopo quello di domenica per la presentazione dell’opera omnia di don Milani e quello di martedì 25 aprile per il viaggio in Egitto – Papa Francesco, dopo le 3 di notte (ora di Roma), ha preso parte al Technology Entertainment Design talk di Vancouver. Ted è un marchio di conferenze statunitensi che sono gestite dall’organizzazione no-profit The Sapling Foundation e dal 1990 è una conferenza annuale che tratta temi scientifici, culturali e accademici.

Una candela accesa ella notte dei conflitti

“Nella notte dei conflitti ognuno di noi sia una candela accesa – ha chiesto il Pontefice ai presenti -. Abbiamo tanto da fare e dobbiamo farlo insieme. Sul cammino dei popoli ci sono ferite provocate dal fatto che al centro c’è il denaro, ci sono le cose, non le persone“.

La vita scorre attraverso le relazioni

Dopo aver salutato sia con “buongiorno”, che con “buona sera”, perché non sapeva “che ora è lì”, ma sottolineando che “a qualsiasi ora sono contento di partecipare al vostro incontro”, Papa Francesco ha detto di apprezzare in particolar modo il titolo della conferenza “The future you” perché “mentre guarda al domani, invita già da oggi al dialogo: guardando al futuro, invita a rivolgersi a un ‘tu’. Il futuro è fatto di te, è fatto cioè di incontri – ha detto il Pontefice -. La vita scorre attraverso le relazioni. Parecchi anni di vita mi hanno fatto maturare sempre più la convinzione che lì’esistenza di ciascuno di noi è legata a quella degli altri. La vita non è tempo che passa, ma tempo di incontro”.

“Anche io avrei potuto essere tra gli scartati di oggi”

Incontrando, ascoltando ammalati che soffrono, migranti che affrontano tremende difficoltà in cerca di un futuro migliore, carcerati che portano l’inferno nel proprio cuore, persone, specialmente i giovani, che non hanno lavoro, mi accompagna spesso una domanda: ‘perchè loro e non io?’. Anche io sono figlio di migranti. Mio papà, i mie nonni, come tanti altri italiani sono partiti per l’Argentina e hanno conosciuto la sorte di chi resta senza nulla. Anche io avrei potuto essere tra gli scartati di oggi. Perciò nel mio cuore rimane sempre quella domanda: perché loro e non io?”.

Non solo i politici, ma anche leader e grandi aziende responsabili del futuro dell’umanità

Il futuro dell’umanità, ha concluso il Papa, “non è solo nelle mani dei politici, dei grandi leader, delle grandi aziende. Sì, la loro responsabilità è enorme. Ma il futuro è soprattutto nelle mani delle persone che riconoscono l’altro come un ‘tu’ e se stessi come parte di un ‘noi’. Abbiamo bisogno gli uni degli altri. E perciò, per favore, ricordatevi anche di me con tenerezza, perché svolga il compito che mi è stato affidato per il bene degli altri, di tutti, di tutti voi, di tutti noi”.

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