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Il vescovo di Melfi torna a fare il missionario in Honduras

Fare il missionario è prioritario rispetto all’episcopato. Per questo motivo mons. Gianfranco Todisco, vescovo di Melfi, aveva presentato a Papa Francesco le sue dimissioni che sono state accettate oggi.

“Immagino il vostro stato d’animo nell’apprendere la notizia del mio ritorno in missione e, di conseguenza, della mia rinuncia a Vescovo di questa diocesi, che per 14 anni è stata la mia nuova famiglia che Papa Giovanni Paolo II, oggi Santo, mi ha affidato – ha scritto mons. Todisco ai fedeli della sua Chiesa – Comprendo il vostro stupore, esattamente come l’ho avvertito il 9 dicembre 2002, quando fui convocato in Nunziatura per comunicarmi la nomina a vostro Vescovo. Nella lettera che scrissi a Papa Francesco il 7 novembre 2016, “non ho mai sognato né desiderato questo incarico. L’ho accettato, perché ho sempre visto nelle decisioni dei superiori la volontà di Dio”. Anche se mi sono sforzato di vivere il ministero episcopale con spirito missionario, dopo l’esperienza di 21 anni prima in Canada e poi in Colombia, il desidero di tornare in missione diventava ogni giorno sempre più impellente. I continui inviti rivolti ai nostri sacerdoti di spendere alcuni anni del loro ministero, in Svizzera o in America Latina, dove scarseggia il clero, testimoniano la mia particolare attenzione a un problema che è di capitale importanza per la Chiesa: annunciare il Vangelo a tutti, specialmente ai lontani”.

Mons. Todisco ha 71 anni e resterà amministratore apostolico fino alla fine di giugno, data entro cui dovrebbe arrivare il suo successore. Poi dovrebbe trasferirsi in Honduras. “Se al ritorno a Melfi – ha scritto ancora – mi sentivo ricaricato dalla testimonianza gioiosa di tante sorelle e fratelli che, nonostante il passare degli anni, continuavano a restare sulla breccia, aumentava la mia inquietudine di “tornare in missione, anche da semplice presbitero“. Sono le testuali parole che ho scritto a Papa Francesco, aggiungendo anche che “sono disposto ad andare ovunque Ella riterrà opportuno inviarmi, anche nelle sedi più lontane e disagiate, nelle “periferie” della Chiesa che continuamente Ella ci ricorda di non trascurare”. Un paio di settimane dopo aver spedito la lettera, Papa Francesco mi rispose con un breve biglietto: “Caro fratello, oggi ho letto la tua lettera dello scorso 7 (novembre). Grazie tante. Mi ha fatto bene. Ci penserò, pregherò e cercherò una risposta “concreta”. La risposta non si fece attendere. Il 13 dicembre seguente, lo stesso giorno in cui 14 anni prima era stata comunicata ufficialmente la mia nomina a Vescovo, Papa Francesco mi telefona e mi chiede se ero ancora disposto a partire. La mia risposta fu sì. Vi lascio immaginare l’emozione ma anche la gioia di tornare in missione”.

“Qualcuno – ammette Todisco – potrebbe pensare che, dietro questo mio desiderio di tornare in missione, si nasconda qualche altra motivazione legata a difficoltà, insoddisfazioni o desiderio di ‘cambiare aria’. Nulla di tutto ciò. Il vero ed unico motivo della mia richiesta a Papa Francesco è stato sempre lo stesso: dedicare alla missione tutte le mie energie che, nonostante l’età, sono ancora buone e possono ancora fare tanto bene”.

I vescovi lucani, in una nota, hanno espresso “fraternamente i sentimenti di gratitudine per i quattordici anni del suo servizio episcopale” e “per come egli ha interpretato il suo contributo nella comunione e collaborazione che ha caratterizzato il cammino delle diocesi lucane, nella guida delle commissioni pastorali e nella condivisione delle scelte fatte nei vari ambiti”. I vescovi hanno manifestato anche “il senso di grato stupore per la decisione di Mons. Todisco di voler ritornare con rinnovata generosità al servizio missionario rimettendosi nella mani del Santo Padre, laddove ci sarà maggiormente bisogno”.

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