Inaugurato questa mattina, in Vaticano, l’88mo Anno giudiziario del Tribunale Vaticano. Ad aprire la giornata, la messa celebrata dal cardinale Pietro Paroli, Segretario di Stato, presso la Cappella di maria, Madre della Speranza, nel Palazzo del Governatorato. Nell’omelia, il porportato ha ricordato che “l’ergastolo è una pena senza speranza”. Quindi, nell’Aula vecchia del Sinodo, la relazione del Promotore di Giustizia, il professor Gian Piero Milano.
La relazione del prof. Milano
Il prof. Milano, in un testo di oltre quaranta pagine, ha fatto il punto sul sistema giudiziario della Santa Sede. Una situazione in continua evoluzione per combattere, con tolleranza zero, “riciclaggio, finanziamento del terrorismo e ogni forma di criminalità economica”, favorendo anche pratiche di assoluta trasparenza in linea con gli standard mondiali. E’ lo stesso Promotore a ricordare che tra il 2013 al 2016, il suo ufficio, in sede cautelare, ha disposto il sequestro di beni per un ammontare complessivo di quasi 12 milioni di euro.
Le riforme
Evidenziando le riforme avviate, in questo senso, da Benedetto XVI e Papa Francesco, Milano ha ricordato come le convenzioni internazionali siglate hanno determinato una limitazione dell’indipendenza della Santa Sede, “pur essendo comunque salvaguardata la natura, missione e i principi fondanti dell’ordinamento”. Massima la collaborazione per le rogatorie internazionali: “Nell’anno trascorso il nostro Tribunale ha ricevuto n. 4 richieste di rogatoria da autorità giudiziarie straniere, tutte provenienti dall’Italia, e portate ad esecuzione. Inoltre è in via di completamento la raccolta di elementi per dare esecuzione ad una rogatoria proveniente da Paese dall’area extracomunitaria”.
Il caso Vatileaks2
E’ stata ricordata poi la legge n. IX dell’11 luglio del 2013, testo che ha modificato il codice penale e inserito l’articolo 116 bis tra i “delitti contro la sicurezza dello Stato”, punto centrale nel recente caso di Vatileaks2, per divulgazione di notizie e documenti riservati. Poi, nell’ambito dei “delitti contro la Pubblica Amministrazione” ha spiegato: “E’ interessante rilevare che le pene per i reati di corruzione e abuso di ufficio risultano più elevate nel massimo di quelle previste dal codice italiano, mentre più lievi sono le sanzioni per il peculato e la concussione”.
I corpi di guardia del Vaticano
Il magistrato ha poi espresso apprezzato per il lavoro svolto ruolo dalla Gendarmeria in sinergia con il promotore di Giustizia, e le istituite A.I.F e Co.Si.Fi, ovvero l’Autorità di controllo e verifica finanziaria e il Comitato per la Sicurezza Finanziaria. In tema di lavoro ha invece evidenziato “purtroppo” “un doppio binario”, tra il Tribunale e l’Ufficio del Lavoro della Sede Apostolica, in caso di controversia. Un’asimmetria generata dalle modifiche introdotte nel giugno scorso. “Cenno speciale – ha detto il promotore – merita l’abolizione della pena all’ergastolo” sostituita con la reclusione da 30 a 35 anni, un punto centrale del magistero di Papa Francesco che l’ha definita “una pena di morte nascosta”.