PPubblichiamo il testo integrale della lettera inviata dal Papa Emerito Benedetto XVI in risposta al prefetto della Segreteria per la Comunicazione mons. Dario Edoardo Viganò, che si è dimesso oggi dall'incarico in seguito alle polemiche suscitate dall'omissione di alcune parti:
“Reverendissimo Monsignore, molte grazie per la sua cortese lettera del 12 gennaio e per l’allegato dono degli 11 piccoli volumi curati da Roberto Repole. Plaudo a questa iniziativa che vuole opporsi e reagire allo stolto pregiudizio per cui Papa Francesco sarebbe solo un uomo pratico privo di particolare formazione teologica o filosofica, mentre io sarei stato unicamente un teorico della teologia che poco avrebbe capito della vita concreta di un cristiano oggi. I piccoli volumi mostrano a ragione che Papa Francesco è un uomo di profonda formazione filosofica e teologica e aiutano perciò a vedere la continuità interiore tra i due pontificati, pur con tutte le differenze di stile e di temperamento.
Tuttavia non mi sento di scrivere su di essi ‘una breve e densa pagina teologica’. In tutta la mia vita è sempre stato chiaro che avrei scritto e mi sarei espresso soltanto su libri che avevo anche veramente letto. Purtroppo anche solo per ragioni fisiche non sono in grado di leggere gli undici volumetti nel prossimo futuro, tanto più che mi attendono altri impegni che ho già assunti.
Solo a margine vorrei annotare la mia sorpresa per il fatto che tra gli autori figuri anche il professore Hünermann, che durante il mio pontificato si è messo in luce per aver capeggiato iniziative anti-papali. Egli partecipò in misura rilevante al rilascio della ‘Kölner Erklärung’, che, in relazione all’enciclica ‘Veritatis splendor’, attaccò in modo virulento l’autorità magisteriale del Papa specialmente su questioni di teologia morale. Anche la ‘Europäische Theolongesellschaft’, che egli fondò, inizialmente da lui fu pensata come un’organizzazione in opposizione al magistero papale. In seguito, il sentire ecclesiale di molti teologi ha impedito questo orientamento, rendendo quell’organizzazione un normale strumento di incontro fra teologi. Sono certo che avrà comprensione per il mio diniego e La saluto cordialmente”.
Una lettera che peraltro era datata 7 febbraio ma è stata resa nota solo alla vigilia del quinto anniversario dell'elezione di Bergoglio. Il testo è stato divulgato dalla Sala Stampa vaticana solo dopo che sul web erano circolate le parti omesse da mons. Viganò, in particolare quelle relative all'ultimo paragrafo sul prof. Hünermann, visto che alcune righe, non leggibili nella foto diffusa ai media, erano state comunque lette dal prefetto nel corso della conferenza stampa di presentazione della collana di libri. Dunque non un semplice pasticcio comunicativo, che ha scatenato i “tifosi” pro e contro Francesco, con commenti al vetriolo sul web, ma un autentico scivolone mediatico di portata internazionale su cui non si poteva far finta di nulla. C'è chi ha visto dietro le dimissioni di mons. Viganò la “macchina” dei conservatori, laici e di Curia, che vogliono ostacolare la riforma messa in moto dal S. Padre. Ma anche questa appare una lettura “partigiana“. Perché oggettivamente non si capisce il motivo che ha portato l'ex prefetto a diffondere una lettera “riservata e personale” e in maniera solo parziale, alimentando così i sospetti di una strumentalizzazione, magari a fin di bene, per dimostrare la continuità tra Benedetto e Francesco. Un'operazione che ha finito per irritare entrambi, con l'inevitabile passo indietro di mons. Viganò.