Il sinodo visto da un missionario. Sinodalità significa camminare insieme come popolo di Dio. Indica un modo di ascoltare “ogni singola persona come membro della Chiesa per capire come Dio potrebbe parlare a tutti noi. In questo modo la sinodalità ricorda l’opera dello Spirito Santo attraverso ciascuno di noi e attraverso tutti noi che lavoriamo insieme” per la nostra missione comune. “Era tempo di ritrovarsi per valutare l’importanza in sè degli incontri avuti durante l’anno pastorale 2023-2024 e l’impatto generato poi nella vita delle 5 realtà parrocchiali che costituiscono le Raromatai”, spiega all’agenzia missionaria vaticana Fides padre Sandro Lafranconi di rientro da Bora Bora a Raiatea. Le 5 realtà parrocchiali di cui parla il missionario, sacerdote della Società delle Missioni Africane (SMA), sono quella di Huahine, nella parrocchia dedicata alla Santa Famiglia, di Raiatea, parrocchia dedicata a San’Andrea, Bora Bora e Taha nelle due parrocchie di San Celestino V e di San Clemente. Racconta padre Lafranconi: “Durante l’anno pastorale 2023-2024, per non lasciarci prendere dalla voglia di ‘isolarsi’ insita nella natura geografica degli arcipelaghi, abbiamo creato tre avvenimenti importanti. A Pasqua tre giorni di incontro tra i giovani delle Raromatai che preparavano la Cresima, a maggio tre giorni per i ragazzi più piccoli che preparavano o hanno appena ricevuto la prima comunione ed infine quindici giorni di formazione per i catechisti e i cristiani più impegnati nella vita parrocchiale”.
Metodo missionario
“Se lo scopo pratico era quello organizzativo di valutazione in vista di un nuovo anno pastorale – rimarca il missionario – la quarantina di agenti pastorali che ha partecipato a questo ‘esercizio pratico sinodale’ per tre giorni sull’isola di Huahine, si è confrontata in effetti con una serie di dinamiche sempre esigenti e a momenti anche molto tese. Alla fine tuttavia, malgrado le scintille, è prevalsa netta la voglia di realizzare anche nel nuovo anno pastorale questi incontri che aiutano ad uscire dall’isolamento e creano lentamente uno stile di catechesi e di celebrazione liturgica più omogenee e in armonia con le linee che la Chiesa sta proponendo attraverso uno stile sinodale. In conclusione quindi ci si è resi conto che il confronto e l’accoglienza reciproca sono non solo utili ma certamente necessari. E così eccoci di nuovo ad organizzarci cercando di invitare anche genitori ed adulti a prendere parte ai grandi incontri che già cominciamo ad organizzare con la generosità di chi accoglie e la buona volontà di chi deve uscire dal suo guscio, per essere Chiesa”