Ad un mese dal viaggio la Chiesa irachena è impegnata per poter accogliere degnamente il Papa. A raccontare al Sir i preparativi è padre Karam Shamasha, parroco caldeo. E’ il responsabile della parrocchia di San Giorgio a Telskuf, nella Piana di Ninive. “Occorre prepararsi non solo con l’organizzazione. Ma anche con lo studio e l’informazione- spiega padre Karam-. Tanti iracheni non sanno molto del Papa e della Chiesa. Non sanno che cosa essi rappresentano. Anche perché nelle scuole non si insegna nulla a riguardo. Il patriarca Louis Raphaël Sako, gli altri vescovi si stanno impegnando nei mass media. Per sottolineare l’importanza di questa visita per tutto l’Iraq. E non solo per i cristiani. Sono certo che Papa Francesco riceverà un’enorme accoglienza. Perché gli iracheni sono noti per onorare i loro ospiti”.
Attacchi violenti in Iraq
“Oggi i cristiani in Iraq sono tra i 250 mila e i 300 mila. Ma il numero non è ufficiale. Nella Piana di Ninive la presenza è ridotta. Come dimostra la mia parrocchia. Dove prima dell’Isis avevo 1.450 famiglie. Mentre oggi solo 500. Le altre sono emigrate o fuggite. Molte sono ferme nei cosiddetti Paesi di transito. Come Turchia, Siria, Libano e Giordania in attesa di un visto per partire. Non hanno lavoro e vivono in condizioni difficili”, precisa il parroco caldeo. E aggiunge: “I Paesi europei non danno asilo o permessi forse. Perché ai loro occhi non siamo perseguitati. Permessi che invece vengono concessi ai fedeli delle altre religioni”.
L’incontro con il leader sciita
Molto atteso è l’incontro privato tra Papa Francesco e il leader sciita Al Sistani. Ad annunciarlo è stato lo stesso patriarca caldeo, il cardinale Louis Raphael Sako. Padre Shamasha osserva: “Si tratta di un evento significativo. Poiché Al Sistani è molto seguito dalla maggioranza sciita irachena”. Ma la presenza del Papa “sarà un messaggio anche al mondo politico iracheno“. L’Iraq, ricorda padre Karam, è “un Paese ricchissimo di risorse naturali. Ma, nonostante l’enorme ricchezza, l’80% del suo popolo soffre la povertà. Spero che la voce del Papa possa raggiungere la politica. E ispirare azioni e scelte giuste per il bene comune“.