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IL SEGRETARIO DI STATO VATICANO: “CONTINUA SENZA SOSTA IL DIALOGO CON LA CINA”

In unā€™intervista al quotidiano Avvenire, il Segretario di Stato Vaticano, mons. Parolin, affronta numerosi temi, dal terrorismo all’immigrazione, dalla situazione dei cristiani in Medio Oriente fino al dialogo con la Cina. Il porporato sottolinea, in primis, la straordinaria attualitĆ  della figura di Giovanni Paolo I: ā€œNel corso del suo breve pontificato con efficacia egli ha messo al centro lā€™amore e di Dio e del prossimo e le opere di misericordia, e ha ripercorso con i gesti e le parole le strade aperte dal Concilio nella fedeltĆ  al Vangelo: in particolare la povertĆ  ecclesiale, la collegialitĆ , come anche la ricerca dellā€™unitĆ  con i fratelli ortodossi e la paceā€.

Lā€™intervista, realizzata da Stefania Falasca, dĆ  poi ampio spazio allā€™attualitĆ , soffermandosi soprattutto sull’approccio di Papa Francesco alle odierne crisi globali, comeĀ il terrorismo islamista, manifestazione di quella ā€œguerra a pezziā€ di cui ha ripetutamente parlato il pontefice. “Il Papa – spiega il cardinale – insiste sul rifiuto di parlare di una guerra di religione”, perchĆ© questo ĆØ quello che vogliono i militanti dellā€™Isis: ā€œOccorre evitare –Ā sottolinea – di cadere nella loro trappolaā€. Rispondendo alle critiche allā€™approccio dialogico del Papa con il mondo musulmano, il Segretario di Stato ribadisce che non cā€™ĆØ alternativa al dialogo: ā€œCriticare o respingere il dialogo tra le religioni come un idealismo ingenuo ā€“ afferma – mi sembra segno di un pessimismo esagerato ed ĆØ anche pericolosoā€. Del resto – osserva – proprio ā€œla semplicitĆ  e il coraggio con cui il Papa propone il primato del dialogo e dellā€™incontro ad aver destato in molti leader religiosi e politici il desiderio di entrare in contatto con lui e di conoscere meglio lā€™azione della Santa Sede e della Chiesa cattolica nel mondoā€.

Poi, riferendosi alle martoriate comunitĆ  cristiane in Medio Oriente, il card. Parolin rileva che ā€œil modo cristiano di aiutarli ĆØ, innanzitutto, quello di ricordarci di loroā€ e mostrare loro una ā€œsolidarietĆ  concretaā€. SolidarietĆ  – aggiunge a proposito del dibattito sullā€™immigrazione ā€“ che va rivolta anche gli immigrati. Se infatti ā€œĆØ legittimo per un Paese prendere misure legali e giuridiche per tutelare la propria identitĆ  culturale legata al cristianesimo tali misure vanno informate allo spirito di amore e di misericordia nei confronti di ogni persona, a partire da quelle che hanno piĆ¹ bisogno, senza alcuna distinzioneā€.

Lā€™ultima parte dellā€™intervista affronta infine la delicata questione del dialogo della Santa Sede con la Cina. ā€œI contatti – afferma – continuano con spirito di buona volontĆ  da entrambe le parti. Alla Santa Sede sta particolarmente a cuore che i cattolici cinesi possano vivere in modo positivo la loro appartenenza alla Chiesa e, nello stesso tempo, essere buoni cittadini e contribuire a rafforzare lā€™armonia dellā€™intera societĆ  cineseā€. In Cina puntualizza infine il segretario di Stato, ā€œnon esistono due Chiese differenti, una fedele al Papa e lā€™altra sottomessa al Governo, ma due comunitĆ  entrambe desiderose di vivere di vivere in piena comunione con il Successore di Pietroā€. Ed ĆØ questo lā€™auspicio della Santa Sede e di Papa Francesco: ā€œvedere, in un futuro non lontano, queste due comunitĆ  riconciliarsi, accogliersi, donare e ricevere misericordia per un comune annuncio del Vangelo, che sia veramente credibileā€.

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