La vita dei Santi è tutta da scoprire, conoscere questi “amici” di Dio ci può aprire il cuore, ogni vita di un Santo è una perla. Uno dei canali forse più immediato per la comunicazione è il cinema, nel periodo invernale è un classico recarsi a vedere un film, esso è occasione per intrattenere con messaggi positivi i giovani, ecco perché bisogna saper scegliere cosa guardare.
Un nuovo film religioso uscito da poche settimane è “Il Risveglio di un Gigante” ispirato alla storia di S. Veronica Giuliani, la suora cappuccina di Città di Castello. Il 27 gennaio, presso il Cinema Teatro Bellinzona e al Cinema Teatro Orione di Bologna, si terranno le prime visioni di questo film-documentario, saranno presenti il regista G. Ziberna, fondatore della casa cinematografica Sine Sole e il Dr. G. Ferrari, Segretario Nazionale del GRIS.
Santa Veronica entrava nell’ordine delle Clarisse cappuccine nel 1677 a 17 anni, il suo vero nome è Orsola ma sceglie Veronica per ricordare e imitare colei che ha asciugato il Volto Santo di Gesù durante la salita al Calvario. Ha avuto la grazia di bere il Calice amaro del Signore, ha pianto anche lei lacrime di sangue, in dono mistico ha ricevuto: la corona di spine, la flagellazione e la Croce, tanto che la sua spalla si è incurvata come si legge nel referto dell’autopsia.
Un dono straordinario è stato quello della sostituzione del “cuore ferito” per il “cuore amoroso” il Sacro Cuore di Gesù, il primo batteva normalmente, il secondo le sollevava persino le costole, Veronica bruciava per l’effetto del fuoco divino. Una straordinaria spiritualità quella di S. Veronica, una donna che ha fatto da ponte tra Dio e i peccatori, che si è immolata perché troppo grande era il suo amore verso il Crocifisso. Una mistica che ha ricevuto molte grazie, come quella di poter dialogare con la Vergine, la quale ha dettato alla suora l’ultima parte del Diario “Il poema dell’amore e del dolore” un testo scritto in seconda persona, riscoperto negli ultimi anni e che sta appassionando molti fedeli nonché gli stessi teologi.
Una donna mistica che avvertiva fin da piccola un particolare legame con il Signore, mentre il demonio tormentava la suora in maniera violenta, come contrappeso a tali eventi dolorosi e spiacevoli, Gesù restava vicino a Veronica in modo singolare, con un vincolo d’amore rendendo la suora degna della “contemplazione mistica”.
Oggi molte persone non credono all’esistenza del diavolo, magari si affidano ai cartomanti ai guru, ma ricordiamo loro che si tratta di una verità biblica, chi nega l’esistenza dell’inferno non può dichiararsi cristiano. Le esperienze della Santa confermano la dottrina cristiana e l’insegnamento del Magistero. La vita di questa mistica non dobbiamo immaginarla come una continua estasi, al contrario, per lei non è stato facile convivere con i sospetti delle altre consorelle, tanto che la santa per un periodo è stata emarginata dalla comunità senza poter nutrire la sua anima con l’Eucarestia.
Per cui umiliazioni e dolori fisici hanno perfezionato le sue virtù, Veronica è stata una grande collaboratrice del Cristo per la salvezza di altre anime. Le sue ultime parole sono state: “L’Amore si è fatto trovare! Questa è la causa del mio patire. Ditelo a tutte, ditelo a tutte!”. Ella è stata definita da Papa Pio IX appunto “un gigante della Santità”, che contemplava il Mistero della Croce, amato ardentemente tanto da essere pure lei stimmatizzata.
“Il Risveglio di un Gigante” giungerà prossimamente anche in Libano, in quanto sia la storia del film che del suo regista, si intrecciano con la vita di un frate libanese di nome Emanuel, Presidente dell’associazione “Amici di Santa Veronica” che ha sollecitato la costruzione realizzata in tempi brevi, del Santuario.
Vicino alla chiesa è collocata la tomba di Maria Nacouzi, la giovane studente amante della lirica, che prima di morire ha confidato la visione della Vergine la quale ha chiesto quel preciso luogo santo e il terreno dove sorge il Santuario apparteneva alla famiglia di Maria.
La lezione che ci lascia la santa marchigiana è quella di spendere la propria vita per amare il prossimo e offrire le tribolazioni a Dio per essere suoi strumenti, se il dolore sarà offerto a Lui, saremo rivestiti della Sua Misericordia e riusciremo ad accettare il peso della Croce.
Si è concluso da pochi mesi l’Anno giubilare e questo film sembra ancora una volta, l’ennesima occasione per essere folgorati dallo Spirito, mai dubitare della Provvidenza, e poi chi dice che Dio non può servirsi anche di un film per chiamare le sue pecorelle?