Racconta a Interris.it don Aldo Buonaiuto, sacerdote di frontiera e autore del libro “Donne crocifisse” (edito da Rubbettino, con la prefazione di Papa Francesco): “Incontrai don Oreste Benzi al Palazzetto dello Sport di Fabriano e rimasi rapito dall’ascoltare le sue testimonianze incredibili sul mondo dei poveri e degli ultimi della terra. Dopo quella conoscenza, lui stesso mi cercò, invitandomi a raggiungerlo nella zona industriale di Firenze. Dopo oltre dieci anni di vita religiosa, fui invitato da un sacerdote di quasi settanta anni a raggiungerlo alle due di notte in una zona malfamata di Firenze. Mi disse che andava a incontrare ‘le nostre sorelline‘ e io non potevo mai immaginare che si trattasse delle donne vittime della tratta della prostituzione“. E, prosegue don Buonaiuto, “appena arrivato sul luogo dell’appuntamento vidi questo sant’uomo che, mentre camminava tra i campi con un fascio di rosari fluorescenti su un braccio, chiamava a voce alta queste ragazze ‘Sisters, sisters, come here! I’am pastor, don Oreste’. Ecco, io vidi questa scena e mi vennero immediatamente in mente le parole di Gesù ‘il regno dei cieli è qui, su questa terra’. Lì tra le vittime di una schiavitù ignobile”.
Carne in vendita
Prosegue il sacerdote di frontiera della Comunità Papa Giovanni XXIII, oggi guidata da Paolo Ramonda. “Il mio primo contatto con il mondo della prostituzione è avvenuto molti anni fa, rientrando a casa in macchina con i miei genitori.- Una sera, tornando dalle colline del fermano, nelle Marche, passammo in una zona molto conosciuta per la presenza di donne che si prostituivano lungo il litorale adriatico chiamata le Fratte di Porto Sant’ Elpidio. Tutte le sere c’erano decine di ragazze e un veicolare impazzito di automobili che bloccavano il traffico tutta la notte. Ricordo che, incuriosito, chiesi ai miei genitori come mai non si andava avanti, io avevo circa sette anni, mia madre mi rispose che era a causa del mercato delle pelli. Anche se era di sera molto tardi, credetti a quello che mi venne detto avendo parenti imprenditori nel settore del pellame“. E aggiunge don Buonaiuto: “Solo molto tempo dopo, quando iniziai ad andare per quelle stesse strade con don Oreste Benzi, ricordai le parole di mia madre. Che in fondo non si discostavano così tanto dalla realtà, visto che queste ragazze, per i tanti clienti, rappresentavano davvero solo della pelle, della carne in vendita da utilizzare e gettare via“.
Esseri umani fragili e indifesi
Secondo una relazione della fondazione Scelles, la prostituzione ha una dimensione globale che coinvolge circa 44 milioni di persone, di cui il 90% dipende da un protettore. Sulle orme del padre spirituale, da vent’anni don Aldo Buonaiuto dedica la sua vita alle ragazze della “Casa tra le nuvole”. Spiega il sacerdote anti-tratta: “La prostituzione è un male in sé ed è accompagnata da altri mali, quindi non può mai essere favorita. Come il furto non può essere regolamentato ma va solo rigettato, così anche la prostituzione va respinta. Il meretricio, anche se fosse il frutto di una scelta personale, è incompatibile con i valori dell’individuo”. A confermarne la disumanità, sottolinea don Buonaiuto, autore del libro “Donne crocifisse” (con la prefazione di papa Francesco), è la persistenza anche in pandemia: “Neanche l’emergenza sanitaria arresta la vendita di esseri umani fragili e indifesi. La Carta Ue dei diritti fondamentali sancisce che la dignità della persona umana è inviolabile e va tutelata. Sulle strade ogni notte è un inferno“.
Don Benzi, infaticabile apostolo della carità
Più nascoste ma sempre incatenate ai marciapiedi. “In lockdown o in zona rossa, arancione o gialla varia solo la loro visibilità- sottolineano gli operatori che le soccorrono in aree periferiche e in località isolate-. Il turpe mercato di carne umana non conosce flessioni. Resiste persino alla chiusura delle città”. La battezzò “Casa fra le nuvole” il suo fondatore don Oreste Benzi, l’’infaticabile apostolo della carità” (secondo la definizione di Benedetto XVI) che il Vaticano sta per beatificare. Qui, in una località protetta dell’Appennino tra Marche e Umbria, vengono accolte e messe al sicuro le “donne crocifisse”, cioè le vittime della tratta che la Comunità Papa Giovanni XXIII strappa ogni notte a sfruttatori senza scrupoli lungo le mille strade della prostituzione.
Accoglienza e sostegno
Sono arrivate in Italia dall’Africa e dall’Europa orientale per ridursi a “bancomat” dei loro aguzzini che le schiavizzano, brutalizzano e ricattano. Neppure la pandemia di Covid ha interrotto quello che per volume d’affari è il terzo business illegale dopo il traffico di droga e di armi. Anzi il pericolo del contagio le costringe ancora più a sottostare alla tirannia delle organizzazioni criminali che gestiscono il mercimonio coatto. La prostituzione è un fenomeno difficile da quantificare, in quanto illegale nella maggior parte degli Stati del pianeta.