Fame, migranti, guerre e cambiamenti climatici sono stati il centro del discorso che Papa Francesco ha rivolto alla Fao in occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione 2017. E proprio quello dei migranti è il tema che riguarda il dono che il Pontefice lascia alla sede romana dell’organismo delle Nazioni Unite.
Il simbolo della sofferenza
All’inizio della sua visita alla Fao di Roma, Papa Francesco si è intrattenuto per alcuni istanti nell’atrio del palazzo dove è stata posta una scultura di marmo che raffigura Aylan, il piccolo profugo siriano annegato sulla spiaggia di Bodrum in Turchia nell’ottobre del 2015. Un’immagine che in poco tempo è diventata il simbolo della tragedia dei migranti, così come l’ha definita più volte lo stesso Bergoglio. La scultura, realizzata in marmo bianco di Carrara, è un dono del Pontefice alla Fao. A scolpirla l’artista trentino Luigi Prevedel. Accanto al bambino siriano morto, un angelo con il volto fisso in un pianto straziante.
I colloqui
Come riporta la Radio Vaticana, il Santo padre ha sostato davanti alla statua, accompagnato dal direttore Generale della Fao, José Graziano da Silva e dall’Osservatore Permanente della Santa Sede presso le Organizzazioni e gli Organismi delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura, mons. Fernando Chica Arellano. Dopo questo breve ma significativo momento, il Papa ha avuto un colloquio privato con i vertici dell’organismo, poi ha pronunciato il discorso nella Plenary Hall.