“Quello che auguro ad ognuno di voi è di essere testimoni di lealtà, di onestà, di concordia e di umanità”. Così Papa Francesco si è rivolto alle delegazioni di Lazio e Juventus, presentatesi al completo nella Sala Clementina in Vaticano per incontrare il Pontefice, alla viglia della finale di Coppa Italia che si disputerà il 17 maggio allo Stadio Olimpico. Un incontro, partecipato anche dai dirigenti della Lega nazionale professionisti Serie A, nel quale il Santo Padre ha ribadito la fondamentale importanza dello sport per la società di oggi, quale veicolo di un messaggio che, necessariamente, deve contenere i valori della correttezza e dell’umanità: “Considerando il fascino e i riflessi che il calcio professionistico ha sulle persone, specialmente sui giovani, voi avete una notevole responsabilità. Coloro che sono considerati ‘campioni’ diventano facilmente figure di riferimento. Perciò ogni gara è una prova di equilibrio, di padronanza di sé, di osservanza delle regole”.
Il Pontefice: “Siate motivo di coesione”
Ma il Pontefice si è anche congratulato con le due squadre per “i risultati raggiunti”, definendole “molto seguite” e, per questo, chiamate ancor di più all’impegno di “testimoniare gli autentici valori dello sport”. Papa Francesco ha quindi invitato tutti i calciatori a rendersi protagonisti di una sfida basata sul rispetto e sulla sportività, perché il loro sia un esempio non solo per chi ama il calcio ma anche per coloro che, troppe volte, utilizzano indebitamente i palcoscenici sportivi per violenze e atti deprecabili: “A volte negli stadi – ha detto Bergoglio – si verificano, purtroppo, episodi di violenza, che turbano il sereno svolgimento delle partite e il sano divertimento della gente. Auspico che, per quanto è in vostro potere, possiate sempre aiutare l’attività sportiva a rimanere tale e, grazie all’impegno personale di tutti, ad essere motivo di coesione tra gli sportivi e nell’intera società”.
Nel salutare le due delegazioni, il Pontefice ha augurato a entrambe di “disputare una bella partita”, prima di procedere alla benedizione loro e delle loro famiglie: “Invoco su di voi, sui vostri familiari e sulle persone care la benedizione del Signore. E vi chiedo per favore di pregare per me”.