Papa Francesco ha incontrato stamani in udienza la Delegazione Cattolica per la Cooperazione, organismo nato in Francia 50 anni fa sulla scia della Populorum Progressio, l’enciclica sociale scritta da papa Paolo VI e pubblicata il 26 marzo 1967. Dalla sala dei Papi, il Pontefice ha ribadito agli astanti la necessità di una “conversione ecologica” per promuovere il bene comune.
Di seguito, riportiamo il discorso completo:
“Cari amici,
con gioia vi accolgo durante il pellegrinaggio che state compiendo a Roma nel 50° anniversario della Délégation Catholique pour la Coopération. Attraverso di voi, rivolgo il mio cordiale saluto a tutti i volontari in missione in più di cinquanta Paesi, come pure a tutte le persone che, oggi come ieri, beneficiano della loro presenza e delle loro competenze.
Come ha scritto il Beato Paolo VI nell’Enciclica Populorum progressio, «lo sviluppo non si riduce alla semplice crescita economica. Per essere autentico sviluppo, deve essere integrale, il che vuol dire volto alla promozione di ogni uomo e di tutto l’uomo. […] La solidarietà mondiale, sempre più efficiente, deve consentire a tutti i popoli di divenire essi stessi gli artefici del loro destino».
Tali convinzioni hanno portato la Chiesa in Francia a creare, cinquant’anni or sono, la Délégation Catholique pour la Coopération, in fedeltà al grande slancio missionario a cui essa ha saputo offrire il suo generoso contributo nel corso dei secoli. Con voi rendo grazie al Signore per l’opera del suo Spirito manifestata nel cammino umano e spirituale dei volontari e nel lavoro di accompagnamento dei progetti di sviluppo che la vostra Organizzazione ha reso possibili. In tal modo voi servite un’autentica cooperazione tra le Chiese locali e tra i popoli, opponendovi alla miseria e operando per un mondo più giusto e più fraterno.
«La parola “solidarietà” si è un po’ logorata e a volte la si interpreta male, ma indica molto di più di qualche atto sporadico di generosità. Richiede di creare una nuova mentalità che pensi in termini di comunità, di priorità della vita di tutti rispetto all’appropriazione dei beni da parte di alcuni». E’ proprio in questa dinamica che la Délégation Catholique pour la Coopération ha voluto inscrivere la propria azione, realizzando un vero partenariato con le Chiese e gli attori locali dei Paesi in cui i volontari sono inviati, e lavorando d’intesa con le autorità civili e tutte le persone di buona volontà. Essa contribuisce anche ad un’autentica conversione ecologica che riconosce l’eminente dignità di ogni persona, il valore che le è proprio, la sua creatività e la sua capacità di cercare e di promuovere il bene comune.
Incoraggio pertanto tutti i membri della Délégation Catholique pour la Coopération a «far crescere una cultura della misericordia, basata sulla riscoperta dell’incontro con gli altri: una cultura in cui nessuno guarda all’altro con indifferenza né gira lo sguardo quando vede la sofferenza dei fratelli».
Non abbiate paura di percorrere le strade della fraternità e di costruire ponti tra le persone e tra i popoli, in un mondo in cui si alzano ancora tanti muri per paura degli altri. Mediante le vostre iniziative, i vostri progetti e le vostre azioni voi rendete visibile una Chiesa povera con e per i poveri, una Chiesa in uscita che si fa prossima delle persone in stato di sofferenza, di precarietà, di emarginazione, di esclusione. Vi incoraggio ad essere al servizio di una Chiesa che permette a ciascuno di riconoscere la sorprendente prossimità di Dio, la sua tenerezza e il suo amore e di accogliere la forza che Egli ci dà in Gesù Cristo, sua Parola vivente, perché impieghiamo i nostri talenti in vista del bene di tutti e della salvaguardia della nostra casa comune.
Mentre chiedo al Signore di aiutarvi a servire la cultura dell’incontro in seno all’unica famiglia umana, impartisco la Benedizione apostolica a voi e a tutti i membri della Délégation Catholique pour la Coopération. Grazie”.