All’indomani dell’annuncio del titolo della nuova enciclica sull’ambiente, dal titolo “Laudato sì”, Papa Francesco ha ricevuto in udienza, in Vaticano, i delegati della Fao – l’organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura – ai quali ha chiesto, come imperativo assoluto, di “debellare la fame nel mondo”.
Ricordando che nel novembre del 2014 la seconda conferenza internazionale sulla nutrizione ha “impegnato gli Stati a trovare soluzioni e risorse”, il Pontefice ha chiesto che “quella decisione non resti solo sulla carta o nelle intenzioni che hanno guidato il negoziato, ma prevalga decisamente la responsabilità di rispondere in concreto agli affamati e a tutti coloro che attendono dallo sviluppo agricolo una risposta alla loro condizione”.
“In questo tempo di crisi, vediamo ovunque crescere il numero di chi con fatica accede a pasti regolari e sani. Ma invece di agire preferiamo delegare, a tutti i livelli. E pensiamo: ci sarà qualcuno che se ne occuperà, magari un altro Paese, o quel Governo, quella Organizzazione internazionale. – ha osservato il Pontefice – La nostra tendenza a ‘disertare’ di fronte a temi difficili è umana, un atteggiamento che spesso amiamo prediligere; anche se poi non manchiamo ad una riunione, ad una conferenza, o alla redazione di un documento. Dobbiamo invece rispondere all’imperativo che l’accesso al cibo necessario è un diritto di tutti. E i diritti non consentono esclusioni!”.
Per Francesco, “non basta fare il punto sulla nutrizione nel mondo, anche se aggiornare i dati è necessario, perché ci mostra la dura realtà. Può certo consolarci sapere che quel miliardo e 200 milioni di affamati del 1992 si è ridotto, anche con una popolazione mondiale in crescita. Serve a poco, però, prendere atto dei numeri o anche progettare una serie di impegni concreti e di raccomandazioni da applicare alle politiche e agli investimenti, se tralasciamo l’obbligo di debellare la fame e prevenire qualsiasi forma di malnutrizione, in tutto il mondo”.