“Il Padre, tramite lo Spirito Santo, attira la gente a Gesù”: è il messaggio lanciato da Papa Francesco durante la meditazione di Santa Marta, durante la quale, commentando il brano del Vangelo di Marco (3, 7-12), il Pontefice ha invitato i presenti a riflettere su cos’è che spinge l’uomo a seguire Gesù, mettendo in guardia dagli inganni delle tentazioni. Nel passo evangelico trattato, è narrato l’episodio di una folla “calda di entusiasmo, che seguiva Gesù con calore e veniva da tutte le parti: da Tiro e Sidone, dall’Idumea e dalla Transgiordania”. Ma perché queste genti affrontavano un viaggio così lungo? Le motivazioni, come spiegato dal Papa, sono diverse: “Lo stesso Vangelo ci dice che c’erano ammalati che cercavano di guarire” o altri che venivano semplicemente “per ascoltarlo, alle quali piaceva sentire Gesù. Era una folla di gente che veniva spontaneamente: non la portavano nei bus, come abbiamo visto tante volte quando si organizzano manifestazioni e tanti devono andare lì per ‘verificare’ la presenza, per non perdere poi il posto di lavoro”.
Queste persone andavano verso di lui perché “sentivano qualcosa” e vi andavano in massa, tanto che Gesù dovette allontanarsi un po’ su una barca, per non esserne schiacciato. Ne erano attirate, ma per quale motivo? “Questa folla – ha spiegato Francesco – la attirava il Padre… e Gesù non rimaneva indifferente, come un maestro statico che diceva le sue parole e poi si lavava le mani. No! Questa folla toccava il cuore di Gesù”. E’ il Padre che, “tramite lo Spirito Santo, attira la gente a Gesù”. Diventa così inutile cercare altri motivi, pur apparentemente necessari, perché “non sono gli argomenti apologetici” a farci muovere, ma è necessario che “sia il Padre a tirarti a Gesù”.
“E’ curioso – ha spiegato ancora il Papa – che in questo passo del Vangelo di Marco in cui “si parla della folla, dell’entusiasmo e anche con quanto amore Gesù li riceveva e li guariva”, si arrivi a un finale insolito, “con gli spiriti impuri che, quando lo vedevano, gridavano: ‘Tu sei il Figlio di Dio!'”. Ma, in fondo, “questa è la verità; questa è la realtà che ognuno di noi sente quando si avvicina Gesù. Gli spiriti impuri cercano di impedirlo, ci fanno la guerra”.
La vita cristiana, ha detto il Pontefice, è una lotta continua contro le tentazioni perché “senza tentazioni non sarebbe cristiana: è ideologica, è gnostica, ma non è cristiana… quando il Padre attira la gente a Gesù, c’è un altro che attira in modo contrario e ti fa la guerra dentro”. Se si vuole andare avanti, ha esortato Francesco “si deve lottare! Sentire il cuore che lotta, perché Gesù vinca”. Un sentore che, infine, deve indurci a una domanda rivolta a noi stessi: “Pensiamo com’è il nostro cuore: io sento questa lotta? Io credo che la mia vita commuova il cuore di Gesù? Se io non credo questo, devo pregare tanto per crederlo, perché mi sia data questa grazia”. E, ha concluso il Pontefice, “ognuno di noi cerchi nel suo cuore, veda come va la situazione lì. E chiediamo al Signore di essere cristiani che sappiano discernere cosa succede nel proprio cuore e scegliere bene la strada sulla quale il Padre ci attira a Gesù”.