Tracce di disgelo nel mondo cristiano ortodosso. Dopo la spaccatura che si è registrata lo scorso anno in occasione del Concilio panortodosso di Creta, il metropolita Hilarion, responsabile del dipartimento per le relazioni esterne del patriarcato di Mosca, ha rivolto ufficialmente un invito a nome del patriarca di Mosca Kirill a Bartolomeo, il patriarca ecumenico di Costantinopoli. Ne dà notizia Vatican Insider.
L’invito a Mosca
L’invito è stato recapitato ufficialmente la scorsa settimana, durante la visita ufficiale di Hilarion al Phanar, sede del patriarcato ecumenico a Istanbul. A renderlo noto, un comunicato di Costantinopoli. “Il metropolita – si legge – ha consegnato a sua santità (Bartolomeo, ndr) un invito di sua beatitudine il patriarca Kirill che chiede l’onore della sua presenza a Mosca nella prima settimana di dicembre per una serie di eventi commemorativi del centenario della rivoluzione di ottobre, come dell’inizio delle persecuzioni contro la Chiesa, la convocazione del Sinodo del 1917 e la restaurazione del patriarcato di Mosca 200 anni dopo la sua abolizione. Il patriarca ecumenico – prosegue il comunicato – ha ringraziato il metropolita Hilarion, informandolo che una risposta all’invito è attualmente allo studio ed è stata discussa durante l’ultima sessione del Sacro Sinodo”.
Il precedente
L’ultima visita di Bartolomeo in Russia risale al 2010, quando il patriarca di Costantinopoli e quello di Mosca, Kirill, presiedettero una Divina Liturgia in occasione della Pentecoste nello storico monastero di San Sergio. Pochi mesi prima Kirill si recò a Costantinopoli. La reciproca visita aiutò a sanare i dissidi tra i due Patriarcati sulle giurisdizioni nelle ex repubbliche sovietiche.
I dissidi per il Concilio panortodosso di Creta
Anche in questo momento storico, la visita di Bartolomeo in Russia potrebbe rappresentare un’occasione di disgelo. Nel giugno 2016 tra Mosca e Costantinopoli, infatti, sono nati dei dissidi per via del Concilio panortodosso di Creta, a cui all’ultimo momento il Patriarcato di Mosca decise di non partecipare, dopo le defezioni già annunciate delle Chiese di Bulgaria e Georgia e del Patriarcato di Antiochia.
Secondo molti osservatori, la defezione di Mosca al Concilio del 2016 fu dovuta al fatto che tutti i documenti dell’assise furono preparati in anticipo, soffocando così sul nascere un dibattito sui temi da affrontare e sull’approccio teologico da tenere. Inoltre, a seguito della rinuncia a partecipare delle Chiese di Bulgaria e Georgia e del Patriarcato di Antiochia, Mosca propose invano a Costantinopoli di rinviare l’appuntamento.