Il messaggio del patriarca è stato inviato al sito Asia News e le sue parole, ancora una volta, condannano “l’estremismo violento di carattere confessionale, perché distorce la religione”. Sako ha poi tracciato una “road map” per la salvezza che parte dall’educazione e dal rispetto delle differenze e religiose culturali pur mantenendo l’identità nazionale e l’unità. Il Patriarca, nella lettera, ricorda l’amore dei cristiani verso “tutti”, anche nelle difficoltà e nelle sofferenze, lanciando un appello al governo nazionale e alle autorità del Kurdistan perché, assieme, liberino Mosul e la piana di Ninive dall’oppressione dell’Isis.
“Non vi è libertà e non vi è dignità senza una vera e onesta relazione che riconosca e accetti gli altri – scrive – i nostri cittadini hanno sofferto molto a causa di una lunga serie di guerre e conflitti e per questo è necessaria una vera riconciliazione, un dialogo coraggioso, e un approccio politico efficace per garantire il ritorno della pace”. Secondo I Sako i cristiani irakeni sono una “componente autentica e indispensabile del Paese” che desidera stare con quella musulmana e “lavorare assieme come un’unica squadra, per il progresso della nazione e il bene del nostro popolo”.
“Il milione e mezzo di sfollati deve rientrare nelle proprie abitazioni – conclude la lettera – deve essere possibile aprire le scuole dopo le festività Eid al-Adha. L’inverno si sta avvicinando”.