Sull’aereo papale che dal Messico ha riportato a Roma Papa Francesco, il Pontefice risponde alle domande dei vaticanisti parlandoĀ a tutto campo sulle questioni che attanagliano la societĆ : dal sogno di un viaggio in cina, alla legge sulle unioni civili, dall’incontro con il patriarca Kirill, ai casi in cui laĀ contraccezione potrebbe essere tollerata, fino aĀ Trump che accusa di non essere cristiano perchĆ© vuole erigere muri e non ponti.
A introdurre il dialogo con i giornalisti ĆØ Padre Lombardi, direttore della Sala Stampa della Santa Sede e portavoce vaticano: “Santo Padre, grazie per essere qui, come al termine di ogni viaggio, per la conversazione di sintesi, un grande sguardo sul viaggio avvenuto, e la Sua disponibilitĆ a rispondere a tante domande della nostra comunitĆ internazionale. Cominciamo con i colleghi del Messico, naturalmente. La prima persona che ci fa una domanda ĆØ Maria Eugenia Jimenez CalĆz di “Milenio”, che ĆØ un importante giornale messicano.
Unioni Civili e Famiglia
Carlo Marroni: “Santo Padre, la mia domanda ĆØ sulla famiglia, tema che Lei ha affrontato in questo viaggio. Nel Parlamento italiano ĆØ in discussione la legge sulle unioni civili, tema che sta portando a forti scontri in politica, ma anche a un forte dibattito nella societĆ e fra i cattolici. In particolare, volevo sapere il Suo pensiero sul tema delle adozioni da parte delle unioni civili, e quindi sui diritti dei bambini e dei figli in generale. Grazie”.
Papa Francesco: “Prima di tutto, io non so come stanno le cose nel Parlamento italiano. Il Papa non si immischia nella politica italiana. Nella prima riunione che ho avuto con i Vescovi [italiani], nel maggio2013, una delle tre cose che ho detto: ‘Con il governo italiano, arrangiatevi voi’. PerchĆ© il Papa ĆØ per tutti, e non puĆ² mettersi nella politica concreta, interna di un Paese: questo non ĆØ il ruolo del Papa. E quello che penso io ĆØ quello che pensa la Chiesa, e che ha detto in tante occasioni. PerchĆ© questo non ĆØ il primo Paese che fa questa esperienza: sono tanti. Io penso quello che la Chiesa sempre ha detto”.
Anne Thompson: “Santo Padre, Lei ha parlato molto di famiglie e dellāAnno della Misericordia, in questo viaggio. Alcuni si chiedono, come una Chiesa che sostiene di essere ‘misericordiosa’ possa perdonare piĆ¹ facilmente un assassino piuttosto di chi divorzia e si risposa”.
Papa Francesco: “Mi piace la domanda! Sulla famiglia, hanno parlato due Sinodi e il Papa ha parlato tutto lāanno nelle catechesi del mercoledƬ. E la domanda ĆØ vera, mi piace, perchĆ© Lei lāha fatta plasticamente bene. Nel documento post-sinodale che uscirĆ ā forse prima di Pasqua ā, in uno dei capitoli ā perchĆ© ne ha tanti ā si riprende tutto quello che il Sinodo ha detto sui conflitti o sulle famiglie ferite, e la pastorale delle famiglie feriteā¦ Eā una delle preoccupazioni. Come un’altra ĆØ la preparazione per il matrimonio. Lei pensi che per diventare prete ci sono otto anni di studio, di preparazione, e poi, dopo un certo tempo, se non ce la fai, chiedi la dispensa e te ne vai, ed ĆØ tutto a posto. Invece, per fare un Sacramento che ĆØ per tutta la vita, tre-quattro conferenzeā¦ La preparazione al matrimonio ĆØ molto, molto importante, perchĆ© credo che sia una cosa che la Chiesa, nella pastorale comune ā almeno nel mio Paese, in Sudamerica ā non ha valutato tanto. Per esempio ā adesso non tanto, ma alcuni anni fa ā nella mia Patria, cāera lāabitudine diā¦ si chiamava ‘casamiento de apuro’: sposarsi di fretta perchĆ© viene il bambino. E per coprire socialmente lāonore della famigliaā¦ LƬ, non erano liberi, e tante volte questi matrimoni sono nulli. E io, come vescovo, ho proibito di fare questo ai sacerdoti, quando cāera questoā¦ Che venga il bambino, che continuino da fidanzati, e quando si sentono di farlo per tutta la vita, che vadano avanti. Ma cāĆØ una carenza [nella preparazione] al matrimonio. Poi, un altro capitolo molto interessante: lāeducazione dei figli. Le vittime dei problemi della famiglia sono i figli. Ma sono anche vittime dei problemi della famiglia che nĆ© il marito nĆ© la moglie vogliono: per esempio, il bisogno di lavoro. Quando il papĆ non ha tempo libero per parlare con i figli, quando la mamma non ha tempo libero per parlare con i figliā¦ Quando io confesso una coppia che ha figli, dei coniugi, dico: ‘Quanti figli ha?’. E alcuni si spaventano perchĆ© dicono: ‘Il prete mi domanderĆ perchĆ© non ne ho di piĆ¹ā¦’. E io dico: ‘Le farĆ² una seconda domanda: lei gioca con i suoi figli?’; e la maggioranza ā quasi tutti! ā dicono: ‘Ma, padre, non ho tempo: lavoro tutta la giornata’. E i figli sono vittime di un problema sociale che ferisce la famiglia. Eā un problemaā¦ Mi piace, la sua domanda. E una terza cosa interessante, nellāincontro con le famiglie, a Tuxtla ā cāera una coppia di ri-sposati in seconda unione, integrati nella pastorale della Chiesa; e la parola-chiave che ha usato il Sinodo ā e io la riprenderĆ² ā ĆØ ‘integrare’ nella vita della Chiesa le famiglie ferite, le famiglie di risposati, e tutto questo. Ma non dimenticare i bambini al centro! Sono le prime vittime, sia delle ferite sia delle condizioni di povertĆ , di lavoro, di tutto questo”.
Anne Thompson: “Significa che potranno fare la comunione?”
Papa Francesco: “Questa ĆØ una cosaā¦ ĆØ il punto di arrivo. Integrare nella Chiesa non significa ‘fare la comunione’; perchĆ© io conosco cattolici risposati che vanno in chiesa una volta lāanno, due volte: ‘Ma, io voglio fare la comunione!’, come se la comunione fosse unāonorificenza. Eā un lavoro di integrazioneā¦ tutte le porte sono aperte. Ma non si puĆ² dire: da ora in poi ‘possono fare la comunione’. Questo sarebbe una ferita anche ai coniugi, alla coppia, perchĆ© non farĆ compiere loro quella strada di integrazione. E questi due erano felici! E hanno usato unāespressione molto bella: ‘Noi non facciamo la comunione eucaristica, ma facciamo comunione nella visita allāospedale, in questo servizio, in quelloā¦ā. La loro integrazione ĆØ rimasta lƬ. Se cāĆØ qualcosa di piĆ¹, il Signore lo dirĆ a loro, maā¦ ĆØ un cammino, ĆØ una strada”.
Franca Giansoldati:Ā “Sullāargomento della legge che sta per essere votata al Parlamento italiano: ĆØ una legge che in qualche modo riguarda anche altri Stati, perchĆ© altri Stati hanno allāattenzione leggi che riguardano unioni fra persone dello stesso sesso. CāĆØ un documento della Congregazione della Dottrina della Fede, che risale al 2003, che dedica unāampia attenzione a questo, e in piĆ¹ dedica un capitolo al comportamento che devono tenere i parlamentari cattolici in Parlamento davanti a queste leggi, e si dice espressamente che i parlamentari cattolici non devono votare queste leggi. Visto che cāĆØ molta confusione su questo, Le volevo chiedere innanzitutto se questo documento del 2003 ha ancora un valore, e effettivamente, quale comportamento un parlamentare cattolico deve tenere?”
Papa Francesco: “Non ricordo bene quel documento del 2003 della Congregazione per la Dottrina della Fede. Ma un parlamentare cattolico deve votare secondo la propria coscienza ben formata: questo, direi soltanto questo. Credo che sia sufficiente. E dico ‘ben formata’, perchĆ© non ĆØ la coscienza del ‘quello che mi pare’. Io mi ricordo quando ĆØ stato votato il matrimonio delle persone dello stesso sesso a Buenos Aires, che cāera un pareggio di voti, e alla fine uno ha detto allāaltro: ‘Ma tu vedi chiaro?’ ā ‘No’ ā ‘Neppure io’ ā ‘Andiamocene’ ā ‘Se ce ne andiamo, non raggiungiamo il quorum’. E lāaltro ha detto: ‘Ma se raggiungiamo il quorum, diamo il voto a Kirchner!’, e lāaltro: ‘Preferisco darlo a Kirchner e non a Bergoglio!’ ā¦ e avanti. Questa non ĆØ coscienza ben formata! E sulle persone dello stesso sesso, ripeto quello che ho detto nel viaggio di ritorno da Rio de Janeiro e che ĆØ nel Catechismo della Chiesa Cattolica.
Contraccezione e Aborto
Paloma Garcia Ovejero: “Santo Padre, da qualche settimana cāĆØ molta preoccupazione in parecchi Paesi latinoamericani, ma anche in Europa, per il virus ‘Zika’. Il rischio piĆ¹ grande sarebbe per le donne in gravidanza: cāĆØ angoscia. Alcune autoritĆ hanno proposto lāaborto, oppure di evitare la gravidanza. In questo caso, la Chiesa puĆ² prendere in considerazione il concetto di ‘male minore’?”
Papa Francesco: “Lāaborto non ĆØ un ‘male minore’. Eā un crimine. Eā fare fuori uno per salvare un altro. Eā quello che fa la mafia. Eā un crimine, ĆØ un male assoluto. Riguardo al ‘male minore’: evitare la gravidanza ĆØ un caso ā parliamo in termini di conflitto tra il quinto e il sesto comandamento. Paolo VI – il grande! – in una situazione difficile, in Africa, ha permesso alle suore di usare gli anticoncezionali per i casi di violenza. Non bisogna confondere il male di evitare la gravidanza, da solo, con lāaborto. Lāaborto non ĆØ un problema teologico: ĆØ un problema umano, ĆØ un problema medico. Si uccide una persona per salvarne un’altra ā nel migliore dei casi ā o per passarsela bene. Eā contro il Giuramento di Ippocrate che i medici devono fare. Eā un male in sĆ© stesso, ma non ĆØ un male religioso, allāinizio, no, ĆØ un male umano. Ed evidentemente, siccome ĆØ un male umano ā come ogni uccisione ā ĆØ condannato. Invece, evitare la gravidanza non ĆØ un male assoluto, e in certi casi, come in quello che ho menzionato del Beato Paolo VI, era chiaro. Inoltre, io esorterei i medici che facciano di tutto per trovare i vaccini contro queste due zanzare che portano questo male: su questo si deve lavorareā¦ Grazie.
Immigrazione
Phil Pullella: “Buona sera, SantitĆ . Lei oggi ha parlato molto eloquentemente dei problemi degli immigrati. Dallāaltra parte della frontiera, comunque, cāĆØ una campagna elettorale abbastanza dura. Uno dei candidati alla Casa Bianca, il repubblicano Donald Trump, in unāintervista recentemente ha detto che Lei ĆØ un uomo politico e addirittura ha detto che forse Lei ĆØ anche una pedina, uno strumento del governo messicano per la politica di immigrazione. Lui ha dichiarato che, se eletto, vuole costruire 2.500 km di muro lungo la frontiera; vuole deportare 11 milioni di immigrati illegali, separando cosƬ le famiglie, eccetera. Allora, vorrei chiedere prima di tutto che cosa pensa di queste accuse contro di Lei e se un cattolico americano puĆ² votare per una persona del genere”.
Papa Francesco: “Ma, grazie a Dio che ha detto che io sono politico, perchĆ© Aristotele definisce la persona umana come animal politicus: almeno sono persona umana! E che sono una pedinaā¦ mah, forse, non soā¦ lo lascio al giudizio vostro, della genteā¦ E poi, una persona che pensa soltanto a fare muri, sia dove sia, e non a fare ponti, non ĆØ cristiana. Questo non ĆØ nel Vangelo. Poi, quello che mi diceva, cosa consiglierei, votare o non votare: non mi immischio. Soltanto dico: se dice queste cose, questāuomo non ĆØ cristiano. Bisogna vedere se lui ha detto queste cose. E per questo do il beneficio del dubbio.
Viaggio in Messico, Pedofilia e Desaparecido
Maria Eugenia Jimenez Caliz: “Santo Padre, in Messico ci sono migliaia di desaparecidos, perĆ² il caso dei 43 di Ayotzinapa ĆØ un caso emblematico. Vorrei chiederLe perchĆ© non ha incontrato i loro familiari, ed anche un messaggio per i familiari delle migliaia di desaparecidos”
Papa Francesco: “In realtĆ , se Lei legge i messaggi, ci sono riferimenti continui agli assassinati, alle morti, alla vita presa da tutte queste bande del narcotraffico, dei trafficanti di esseri umani. CioĆØ che di questi problemi ho parlato come di una delle piaghe di cui sta soffrendo il Messico. CāĆØ stato qualche tentativo di ricevere delle persone; ed erano tanti gruppi, anche opposti tra di loro, con lotte interne. Allora io ho preferito dire che nella Messa li avrei visti tutti, nella Messa di Juarez se preferivano, o in unāaltra, ma ero aperto a questa disponibilitĆ . Era praticamente impossibile ricevere tutti i gruppi, che, dāaltra parte, erano anche opposti tra di loro. Eā una situazione difficile da capire, per me, chiaramente, che sono straniero. Ma credo che pure la societĆ messicana sia vittima di tutto questo: dei crimini, di questo far sparire la gente, scartare la gente. Ne ho parlato nei discorsi in cui ho potuto, e Lei lo puĆ² constatare. Eā un dolore che mi porto molto grande, perchĆ© questo popolo non merita un dramma come questo”.
Javier Solorzano Zinser: “Molte Grazie. Papa Francesco, molte grazie. Il tema della pedofilia, come sa, in Messico ha radici molto pericolose, molto dolorose. Il caso di padre Maciel ha lasciato forti segni, soprattutto nelle vittime. Le vittime continuano a sentirsi non protette dalla Chiesa; molti di loro continuano ad essere uomini di fede, e alcuni addirittura hanno seguito il sacerdozio. Le domando cosa pensa di questo tema, se in qualche momento ha pensato di incontrare le vittime e, in generale, questa idea che ai sacerdoti, quando arrivano ad essere scoperti per un caso di questa natura, quello che si fa ĆØ cambiare loro la parrocchia e niente piĆ¹. Come vede questo tema? E molte grazie”.
Papa Francesco: “Bene, comincio dal secondo. Un vescovo che cambia la parrocchia ad un sacerdote, quando si verifica un caso di pedofilia, ĆØ un incosciente, e la cosa migliore che possa fare ĆØ presentare la rinuncia. Chiaro? Secondo, andando indietro, caso Maciel. E qui mi permetto di rendere un omaggio allāuomo che ha lottato in un momento in cui non aveva forza per imporsi, finchĆ© ĆØ riuscito ad imporsi: Ratzinger. Il Cardinale Ratzinger ā un applauso per lui! ā ĆØ un uomo che ha avuto tutta la documentazione. Quando era Prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede ha avuto tutto nelle sue mani, ha fatto le indagini e ĆØ andato avanti, avanti, avantiā¦ ma non ĆØ potuto andare piĆ¹ in lĆ nellāesecuzione. Ma se voi ricordate, dieci giorni prima che morisse san Giovanni Paolo II, quella Via Crucis del VenerdƬ Santo, disse a tutta la Chiesa che bisognava pulire le āsporcizieā della Chiesa. E nella Messa Pro Eligendo Pontifice ā non ĆØ uno sciocco, lui sapeva di essere un candidato ā non gli importĆ² di mascherare la suo posizione, disse esattamente la stessa cosa. Vale a dire, ĆØ stato lāuomo coraggioso che ha aiutato tanti ad aprire questa porta. CosƬ che voglio ricordarvelo, perchĆ© a volte ci dimentichiamo di questi lavori nascosti che sono stati quelli che hanno preparato le basi per scoperchiare la pentola. Terzo, stiamo lavorando abbastanza. Con il Cardinale Segretario di Stato, parlando, ed anche con il gruppo dei nuovi Cardinali consiglieri, dopo aver ascoltato, ho deciso di nominare un terzo Segretario aggiunto alla Congregazione per la Dottrina della Fede, che si occupi solamente di questi casi, perchĆ© la Congregazione non puĆ² farcela con tutto quello che ha da fare, e dunque uno che sappia gestire questo. Inoltre, ĆØ stato costituito il Tribunale dāAppello, presieduto da Mons. Scicluna, che si sta occupando dei casi di seconda istanza, quando si fa ricorso; la prima istanza, infatti, la esamina la āferia quartaā ā come la chiamiamo, perchĆ© si riunisce il mercoledƬ ā della Congregazione per la Dottrina della Fede. Quando cāĆØ il ricorso si torna alla prima istanza, e questo non ĆØ giusto. Quindi, il secondo ricorso, giĆ con un profilo legale, con lāavvocato difensore. PerĆ² bisogna appurare perchĆ© siamo abbastanza in ritardo nei casi, perchĆ© si presentano casi. Terzo, unāaltra realtĆ che sta lavorando molto bene ĆØ la Commissione per la tutela dei minori. Non ĆØ strettamente riservata ai casi di pedofilia, ma di tutela dei minori. In quella sede mi sono incontrato per una mattina intera con sei di loro ā due tedeschi, due irlandesi e due inglesi ā uomini e donne, abusati, vittime. E mi sono incontrato con le vittime anche a Filadelfia. Anche lƬ una mattina ho avuto un incontro con le vittime. Insomma, si sta lavorando. PerĆ² io ringrazio Dio che si sia scoperchiata questa pentola, e bisogna continuare a scoperchiarla, e prendere coscienza. E, infine, voglio dire che ĆØ una mostruositĆ , perchĆ© un sacerdote viene consacrato per portare un bambino a Dio, e lƬ se lo āmangiaā in un sacrificio diabolico, lo distrugge. Poi, per quanto riguarda Maciel, tornando alla Congregazione, ĆØ stato fatto tutto un intervento, e oggi la Congregazione, il governo della Congregazione ĆØ semi-commissariato, ossia, il Superiore generale ĆØ eletto dal Consiglio, dal Capitolo Generale, perĆ² il Vicario lo elegge il Papa. Due consiglieri generali sono eletti dal Capitolo Generale e altri due li elegge il Papa, in modo tale che li aiutiamo a revisionare dei vecchi conti”.
Javier MartĆnez Brocal: “Santo Padre, grazie tante per questo viaggio in Messico: ĆØ stato un onore accompagnarLa e vedere quello che abbiamo visto. Ancora non siamo tornati a Roma e giĆ stiamo pensando a futuri viaggi, a fare le valige di nuovo. Santo Padre, quando andrĆ in Argentina, dove La aspettano da tanto tempo? E poi quando tornerĆ in America Latina o in Cina?ā¦ Poi, una battuta: Lei, durante questo viaggio, ci ha parlato tante volte di ‘sognare’: Lei, cosa sogna? E soprattutto, qual ĆØ il Suo incubo?”
Papa Francesco: “La Cinaā¦ andare lĆ : mi piacerebbe tanto!Ā Voglio dire una cosa, una cosa giusta, sul popolo messicano. Eā un popolo di una ricchezza, di una ricchezza tanto grande, ĆØ un popolo che sorprendeā¦ Ha una cultura, una cultura millenariaā¦ Voi sapete che oggi, in Messico si parlano 65 lingue, contando gli indigeni? 65! Eā un popolo di una grande fede, anche ha sofferto persecuzioni religiose, ci sono martiri ā adesso ne canonizzerĆ² due o tre ā Eā un popoloā¦ non lo si puĆ² spiegare. E un popolo non lo si puĆ² spiegare semplicemente perchĆ© la parola āpopoloā non ĆØ una categoria logica, ĆØ una categoria mistica. E il popolo messicano non lo si puĆ² spiegare, questa ricchezza, questa storia, questa gioia, questa capacitĆ di festa, e queste tragedie delle quali voi avete domandato. Io non posso dire unāaltra cosa, che questa unitĆ , anche che questo popolo sia riuscito a non fallire, a non finire con tante guerre, e cose che succedono adessoā¦ LƬ, a Ciudad JuĆ”rez, cāera un patto di 12 ore di pace per la mia visita: dopo continueranno a lottare tra loro, i trafficantiā¦ Un popolo che ha ancora questa vitalitĆ , si spiega solamente per Guadalupe. E io vi invito a studiare seriamente il fatto Guadalupe. La Madonna ĆØ lƬ. Io non trovo unāaltra spiegazione. E sarebbe bello che voi, come giornalistiā¦ Ci sono alcuni libri buoni che spiegano, spiegano anche il dipinto, comāĆØ, cosa significaā¦ E cosƬ si potrĆ capire un poā questo popolo tanto grande, tanto bello”.
Caroline Pigozzi: “Santo Padre, buona sera. Due cose. Volevo sapere cosa Lei ha chiesto poi alla Vergine di Guadalupe, perchĆ© ĆØ rimasto molto tempo nella chiesa a pregare la Vergine di Guadalupe. Poi, la seconda cosa, se Lei sogna in italiano o in spagnolo?”
Papa Francesco: “SƬ, dirĆ² che sogno in esperantoā¦ Non so come rispondere a questo, davvero. Alcune volte sƬ, ricordo, qualche sogno in altra lingua, ma sognare in lingue no, con figure, sƬ. La mia psicologia ĆØ cosƬ. Con parole sogno poco. E la prima domanda era?”
Caroline Pigozzi: “La prima domanda, SantitĆ , Lei ĆØ stato molto tempo a pregare la Madonna”
Papa Francesco: “Ho chiesto per il mondo, per la paceā¦ Tante coseā¦ La poverina ha finito con la testa cosƬā¦ Ho chiesto perdono, ho chiesto che la Chiesa cresca sana, ho chiesto per il popolo messicano ā¦ E anche una cosa che ho chiesto tanto ĆØ che i preti siano veri preti, e le suore vere suore, e i vescovi veri vescovi: come il Signore ci vuole. Questo lāho chiesto tanto. Ma poi, le cose che un figlio dice alla mamma sono un poā segreteā¦ Grazie, Carolina”.
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Incontro con il Patriarca Kirill
Jean-Louis de la VaissiĆØre: “Lāincontro con il Patriarca russo Kirill e la firma di una Dichiarazione comune ĆØ stato salutato nel mondo intero come un passo storico. Ma adesso, giĆ oggi, in Ucraina i greco-cattolici si sentono traditi e parlano di un ādocumento politicoā, di appoggio alla politica russa. Sul terreno, la guerra delle parole si ĆØ accesa di nuovo. Lei pensa di potere andare a Mosca? Eā stato invitato dal Patriarca? O di andare forse a Creta per salutare il Concilio panortodosso, in primavera?”
Papa Francesco: ”Ā Incomincio dalla fine. Io sarĆ² presente, spiritualmente e con un messaggio. Mi piacerebbe andare a salutarli nel Concilio panortodosso: sono fratelli; ma devo rispettare. Ma so che loro vogliono invitare osservatori cattolici, e questo ĆØ un bel ponte. E dietro gli osservatori cattolici ci sarĆ² io, pregando con i migliori auguri affinchĆ© gli ortodossi vadano avanti, avanti, perchĆ© sono fratelli e i loro vescovi sono vescovi come noi. Poi, Kirill. Il mio fratello. Ci siamo baciati, abbracciati, e poi un colloquio di due ore! Due ore, nelle quali abbiamo parlato come fratelli, sinceramente, e nessuno sa di che cosa si sia parlato, soltanto ciĆ² che abbiamo detto alla fine, pubblicamente, riguardo a quello che abbiamo provato nel colloquio. Terzo: quellāarticolo, quelle dichiarazioni in Ucraina. Quando io ho letto questo, mi sono un poā preoccupato, perchĆ© era piuttosto Svjatoslav Å evÄuk che avrebbe detto che il popolo ucraino, o alcuni ucraini, o tanti ucraini si sentono profondamente delusi e traditi. Prima di tutto, io conosco bene Svjatoslav: a Buenos Aires, per quattro anni abbiamo lavorato insieme. Quando lui ĆØ stato eletto ā a 42 anni, un bravāuomo! ā ĆØ stato eletto Arcivescovo Maggiore, ĆØ tornato a Buenos Aires per prendere le sue cose. Eā venuto da me e mi ha regalato unāicona ā piccola cosƬ ā della Madonna della Tenerezza e mi ha detto: āQuesta mi ha accompagnato per tutta la vita: voglio lasciarla a te, che mi hai accompagnato in questi quattro anniā. Eā una delle poche cose che mi sono fatto portare da Buenos Aires e la tengo sulla mia scrivania. Eā un uomo per il quale ho rispetto e anche familiaritĆ , ci diamo del ātuā, e per questo mi ĆØ sembrato un poā strano. E ho ricordato una cosa che ho detto a voi: per capire una notizia, una dichiarazione, bisogna cercare lāermeneutica di tutto. Quando ha detto questo? Eā stato detto in una dichiarazione del 14 febbraio scorso, domenica, domenica scorsa. Unāintervista che ha fatto, presa dal padreā¦ non ricordo, un sacerdote ucraino; in Ucraina, presa, e pubblicata. Quella notizia – lāintervista ĆØ di due pagine e un poā, piĆ¹ o meno – quella notizia ĆØ nel terzāultimo paragrafo, cosƬ piccolo. Ho letto lāintervista, e dirĆ² questo: Å evÄuk – ĆØ la parte dogmatica – si dichiara figlio della Chiesa, in comunione con il Vescovo di Roma, con la Chiesa; parla del Papa, della vicinanza del Papa, e di lui, della sua fede, e anche della fede del popolo ortodosso. Nella parte dogmatica nessuna difficoltĆ , ĆØ ortodossa nel senso buono della parola, cioĆØ dottrina cattolica. Poi, come in ogni intervista ā questa, per esempio ā ognuno ha il diritto di dire le sue cose, e questo non lo ha fatto riguardo allāincontro, perchĆ© dellāincontro dice: āEā una cosa buona e dobbiamo andare avantiā. In questo secondo capitolo, le idee personali che una persona ha. Per esempio, questo che io ho detto sui vescovi che spostano i preti pedofili, che il meglio che possono fare ĆØ dimettersi, ĆØ una cosaā¦ non ĆØ dogmatica, ma ĆØ quello che io penso. E cosƬ lui ha le sue idee personali che sono per dialogare, e ha diritto ad averne. Tutto quello che dice lui ĆØ sul documento: quello ĆØ il problema. Sul fatto dellāincontro dice: āQuesto ĆØ il Signore, lo Spirito che va avanti, lāabbraccioā¦ā: tutto va bene. Il Documento? Eā un documento discutibile. E cāĆØ unāaltra cosa da aggiungere: che lāUcraina ĆØ in un momento di guerra, di sofferenza, con tante interpretazioni. Io ho nominato il popolo ucraino chiedendo preghiere e vicinanza tante volte, sia negli Angelus sia nelle Udienze del mercoledƬ. Ma il fatto storico di una guerraā¦ ognuno ha la sua idea: come ĆØ questa guerra? chi lāha incominciata? come si fa? come non si fa?ā¦ Eā evidente che questo ĆØ un problema storico, ma anche un problema esistenziale di quel Paese, e parla della sofferenza. E in questo contesto, io inserisco questo paragrafo, e si capisce quello che dicono i fedeliā¦ PerchĆ© Svjatoslav dice: āTanti fedeli mi hanno chiamato o scritto dicendo che sono profondamente delusi e traditi da Romaā. Si capisce che un popolo in quella situazione senta questo. Il Documento ĆØ opinabile su questa questione dellāUcraina, ma lƬ si dice che si fermi la guerra e che si vada ad accordi; anche io personalmente ho auspicato che gli Accordi di Minsk vadano avanti, e non si cancelli con il gomito quello che ĆØ stato scritto con le mani. La Chiesa di Roma, il Papa ha sempre detto: āCercate la paceā. Ho ricevuto entrambi i Presidenti . E per questo, quando lui dice che ha sentito questo dal suo popolo, io lo capisco, lo capisco. Ma non ĆØ ālaā notizia. La notizia ĆØ tutto. Se voi leggete tutta lāintervista, vedete che ci sono cose dogmatiche serie, che rimangono, cāĆØ un desiderio di unitĆ , di andare avanti, ecumenico ā lui ĆØ un uomo ecumenicoā¦ E ci sono alcune opinioniā¦ Lui mi ha scritto, quando si ĆØ saputo del viaggio, dellāincontro, ma come un fratello, dando le sue opinioni di fratelloā¦ A me non dispiace il Documento, cosƬ; non dispiace nel senso che dobbiamo rispettare le cose che ognuno ha la libertĆ di pensare e in quella situazione tanto difficile. E da Romaā¦ Adesso il Nunzio ĆØ sulla frontiera dove si combatte, aiutando i soldati, i feriti; la Chiesa di Roma ha inviato tanto aiuto, tanto aiuto lƬ. E sempre cercare la pace, gli accordi; si rispetti lāAccordo di Minskā¦. Questo ĆØ lāinsieme. Ma non bisogna spaventarsi per quella frase: questa ĆØ una lezione, che una notizia la si deve interpretare con lāermeneutica del tutto, non della parte.
Jean-Louis de la VaissiĆØre:Ā Il Patriarca Kirill Lāha invitata a Mosca, ad andare una volta?
Papa Francesco: “Il Patriarca Kirillā¦ Io preferireiā¦ perchĆ© se dico una cosa devo dirne unāaltra e unāaltra e unāaltra. Preferirei che quello di cui abbiamo parlato noi, da soli, sia soltanto quello che abbiamo detto in pubblico. Questo ĆØ un dato. E se dico questo, dovrei dire altroā¦ no! Quello che io ho detto in pubblico, quello che lui ha detto in pubblico, questo ĆØ ciĆ² che si puĆ² dire del colloquio privato. Altrimenti non sarebbe privato. Ma posso dirLe: io sono uscito felice. E anche lui”.
Franca Giansoldati: “Dopo Mosca, il Cairo: cāĆØ un altro disgelo che si intravede allāorizzonte? CioĆØ, mi riferisco allāudienza che Lei desidera con il ‘Papa dei sunniti’, chiamiamolo cosƬ, con lāImam di Al-Azhar?”
Papa Francesco: “Su questo, ĆØ andato mons. Ayuso al Cairo, la settimana scorsa, per incontrare il Vice del Gran Imam, e anche salutare lāImam. Mons. Ayuso ĆØ Segretario del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, presieduto dal Cardinale Tauran. Io desidero incontrare lāImam, so che a lui piacerebbe, e stiamo cercando il modo, sempre tramite il cardinale Tauran, perchĆ© quella ĆØ la strada. Ma ce la faremo, su questo”.
Premio Carlo Magno
Ludwig Ring-Eifel: “SantitĆ , tra poche settimane Lei riceverĆ il Premio Carlo Magno, uno dei premi piĆ¹ prestigiosi della ComunitĆ Europea. Anche il Suo predecessore, san Giovanni Paolo II, ha ricevuto questo premio: ci teneva molto. E ci teneva molto anche allāunitĆ europea, che adesso sembra stia andando un poā in pezzi, prima con la crisi dellāeuro e adesso con la crisi dei rifugiati. Lei forse ha una parola per noi, in questa situazione di crisi europea? Grazie”.
Papa Francesco: “Primo, sul Premio Carlo Magno. Io avevo lāabitudine di non accettare onorificenze o dottorati; da sempre, non per umiltĆ , ma perchĆ© non mi piacciono queste cose. Un poā di pazzia ĆØ bene averla, e non mi piace. Ma in questo caso, sono stato non dico ‘forzato’, ma ‘convinto’ con la santa e teologica testardaggine del Cardinale Kasper, che ĆØ stato scelto da Aachen per convincermi! E io ho detto: ‘SƬ, ma in Vaticano’. Ho detto questo; e lo offro per lāEuropa: che sia una con-decorazione, un premio perchĆ© lāEuropa possa fare quello che ho auspicato a Strasburgo: perchĆ© possa essere non la ‘nonna-Europa’ ma la ‘mamma-Europa’. Secondo. Lāaltro giorno, leggendo le notizie su queste crisi – io leggo poco, sfoglio soltanto un giornale (non dico il nome per non suscitare gelosia, ma si sa), quindici minuti guardo, e poi mi faccio informare dalla Segreteria di Stato ā una parola che mi ĆØ piaciutaĀ ā non so chi lāapprovi e chi no ā ĆØ ‘la rifondazione dellāUnione Europea’. E ho pensato ai grandi Padriā¦ Ma, oggi, dove cāĆØ uno Schuman, un Adenauer? Questi grandi, che nel dopoguerra hanno fondato lāUnione Europea. E mi piace, questa idea della ri-fondazione: magari si potesse fare! PerchĆ© lāEuropa, non direi che ĆØ unica, ma ha una forza, una cultura, una storia che non si puĆ² sprecare, e dobbiamo fare di tutto perchĆ© lāUnione Europea abbia la forza e anche lāispirazione di farci andare avanti. Non so: ĆØ questo che penso.Ā Buon viaggio. Grazie tante per il vostro lavoro e pregate per me. E sapete che io sono a vostra disposizione. E giocate con i vostri figli!”
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