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Il Papa sui migranti: “Italia tra le nazioni più generose”

Consueta conferenza stampa sul volo di ritorno da Panama per Papa Francesco. Il Pontefice si è intrattenuto con i giornalisti accreditati per quasi un'ora, fornendo risposte su temi di stretta attualità per la Chiesa e per il mondo in generale.  Il resoconto non ufficiale dell'incontro ad alta quota con i giornalisti si deve ad Andrea Tornielli, da poco nominato direttore editoriale del Dicastero per la comunicazione della Santa Sede ed è stato diffuso da Vatican News.

Lasciarsi toccare il cuore

Bergoglio non ha nascosto di tornare a Roma “distrutto” per l'impegnativo viaggio a Panama, durante il quale ha compiuto “la missione di Pietro” ovvero quella di “confermare nella fede e questo non con mandati freddi o precettivi, ma lasciandomi toccare il cuore e rispondendo a quello che lì accade”. A tal proposito ha citato l'esempio dell'incontro con un bambino africano presentatogli dal Presidente Varela e che aveva perso la madre, arrivata in America per tentare di superare il confine colombiano. Francesco ha commentato: “Il dramma di un bambino abbandonato dalla vita, perché sua mamma è morta e un poliziotto lo ha consegnato alle autorità perché se ne facciano carico. Questo ti colpisce, e così la missione comincia a prendere colore, ti fa dire qualcosa, ti fa accarezzare“. Il Papa ha spiegato di vivere il suo incarico cercando di utilizzare tre linguaggi: quello della testa, quello del cuore e quello delle mani.

Educazione sessuale

Un giornalista ha interrogato il Papa sul fenomeno delle gravidanze precoci che è molto diffuso nel Centroamerica. Francesco non si è tirato indietro ed ha chiarito: “Credo che nelle scuole bisogna dare l’educazione sessuale”. “Il sesso – ha continuato – è un dono di Dio non è un mostro. È il dono di Dio per amare e se qualcuno lo usa per guadagnare denaro o sfruttare l’altro, è un problema diverso”. Un'educazione sessuale che non deve essere lasciata in balia delle derive ideologiche. Su questo punto, il Papa ha specificato: “Bisogna offrire un’educazione sessuale oggettiva, come è, senza colonizzazioni ideologiche. Perché se nelle scuole si dà un’educazione sessuale imbevuta di colonizzazioni ideologiche, distruggi la persona”. Di forme di educazione sessuale nelle scuole, infatti, “ne ho visti di ogni tipo”, ha detto il Papa, sostenendo che “ci sono cose che fanno maturare e altre che fanno danno”. 

Contro i cattolici ipocriti

Una cattiva testimonianza di fede può arrivare anche da molto in alto. Questo ha sostenuto Francesco in un'altra delle sue risposte. “Il pastore deve essere davanti al gregge, per indicare il cammino”, ha affermato Bergoglio, aggiungendo: “In mezzo al gregge per sentire l’odore della gente e capire che cosa sente la gente, di che cosa ha bisogno. E deve essere dietro il gregge per custodire la retroguardia. Ma se un pastore non vive con passione, la gente si sente abbandonata o prova un certo senso di disprezzo. Si sente orfana”. Ma non sono solo i Vescovi a dare il cattivo esempio. Francesco ha criticato quei “cattolici ipocriti, che vanno a messa tutte le domeniche e non pagano la tredicesima, ti pagano in nero, sfruttano la gente. E poi vanno ai Caraibi a fare le vacanze, con lo sfruttamento della gente”. Secondo il Papa, questo modo di fare sarebbe prova di una contro-testimonianza. Francesco ha detto di avere paura dei “cattolici così, che si credono perfetti” e gli consiglia di dichiararsi semplicemente di “educazione cattolica”, ma tiepidi e mondani.

Celibato

Il Papa è tornato a difendere il celibato ecclesiastico che già in precedenza aveva definito un “dono di Dio alla Chiesa”. Francesco ha fatto accenno al dibattito tra teologi sulle tesi di monsignor Fritz Lobinger che propopongono l'ipotesi di ordinare i cosiddetti “viri probati”. Francesco è stato chiaro sull'opzione del celibato facoltativo: “La mia decisione è; no al celibato opzionale prima del diaconato. È una cosa mia, personale, ma io non lo farò, questo è chiaro”. “Sono uno chiuso? Forse, ma non sento di mettermi davanti a Dio con questa decisione”. Ed ha citato la frase di San Paolo VI che, sull'argomento, disse: “Preferisco dare la vita prima di cambiare la legge del celibato”. Le uniche possibilità ammesse potrebbero verificarsi, ha affermato il Papa, “nei posti lontanissimi” come ad esempio le isole del Pacifico, “ma – ha specificato – è qualcosa da pensare quando c’è necessità pastorale”.

Aborto

 Una domanda anche sul dramma dell'aborto, con riferimento alle parole di una giovane che ha parlato durante la Gmg. Francesco ha ricordato che “il messaggio della misericordia è per tutti, anche per la persona umana che è in gestazione”. Il Papa ha parlato di “drammi terribili” di fronte ai quali la misericordia è “difficile, perché il problema non è dare il perdono ma accompagnare una donna che ha preso coscienza di avere abortito”. Il luogo in cui la questione va affrontata è il confessionale: “lì – ha detto – devi dare consolazione e per questo ho concesso a tutti i preti la facoltà di assolvere l’aborto per misericordia“. Ecco le parole del Papa: “Io tante volte, quando piangono e hanno questa angoscia, le consiglio così, tuo figlio è in cielo, parla con lui, cantagli la ninna nanna che non hai potuto cantargli. E lì si trova una via di riconciliazione della mamma col figlio. Con Dio, la riconciliazione c’è già, Dio perdona sempre. Ma anche lei deve elaborare quanto è accaduto”. “Il dramma dell’aborto, per capirlo bene – ha concluso – bisogna stare in un confessionale“.

Venezuela

Una domanda anche sulla crisi venezuelana che ha tenuto banco negli stessi giorni della Gmg. Francesco ha ribadito di appoggiare “tutto il popolo del Venezuela perché sta soffrendo, quelli di una parte e dell’altra”. Prendere una posizione come molti hanno chiesto sarebbe “un’imprudenza pastorale”. Ha confermato la sua vicinanza ai venezuelani e ha detto di temere uno “spargimento di sangue“. 

Abusi

Durante la permanenza a Panama il Papa ha avuto l'occasione di ascoltare il disagio di una ragazza americana per lo scandalo degli abusi che ha coinvolto la Chiesa negli States. Francesco ha detto che occorre una catechesi per prendere coscienza del dramma vissuto dalle persone che sono state abusate. Sul summit previsto a febbraio ha invitato a non gonfiare le aspettative: l'obiettivo è quello di avere protocolli chiari di fronte a questi casi: “Anche noi – ha commentato – risolvendo il problema nella Chiesa, aiuteremo a risolverlo nella società e nelle famiglie, dove la vergogna fa coprire tutto. Ma prima dobbiamo prendere coscienza e avere i protocolli”.

Migranti

Una domanda anche sulla questione migranti che continua ad essere sulle prime pagine di tg e giornali in Italia e, nello specifico, sulla chiusura del Cara di Castelnuovo. Francesco ha ribadito le parole chiave di fronte al problema: “accogliere, far crescere, accompagnare ed integrare”. Al tempo stesso, però, ha ricordato che “il governante deve usare la prudenza, perché la prudenza è la virtù di chi governa”. Di nuovo, ha rievocato il modello svedese degli anni '70 in cui i rifugiati politici sudamericani furono accolti e perfettamente integrati. Un riconoscimento, poi, al ruolo dell'Italia nell'accoglienza: “Ribadisco che le nazioni più generose nel ricevere sono state l’Italia e la Grecia e anche un po’ la Turchia. La Grecia è stata generosissima e anche l’Italia, tanto”, ha detto, invitando anche a “pensare con realismo”. Per il Papa, il modo di risolvere il problema delle migrazioni è quello di “aiutare i Paesi da dove vengono i migranti”. “L’Europa – ha affermato – è capace di farlo, e questo è un modo per aiutare a crescere quei Paesi”. Un elogio al modello offerto dalla Comunità di S. Egidio che, secondo il Papa, “integra subito”. In conclusione, Francesco ha fatto notare l'orgoglio dei genitori che mostravano i figli durante la Gmg ed ha opposto quest'immagine all'”inverno demografico” che sta vivendo il Vecchio Continente. Queste le parole del Papa: “Vedevo i genitori che alzavano i loro bambini e ti dicevano; questa è la mia vittoria, questo è il mio orgoglio, questo è il mio futuro. Nell’inverno demografico che noi stiamo vivendo in Europa – e in Italia sottozero – ci deve far pensare. Qual è il mio orgoglio? Il turismo, le vacanze, la villa, il cagnolino? O il figlio?”.

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