Avolte non riusciamo a realizzare i nostri progetti, perchĆ© sopraggiunge un imprevisto urgente che scombina i nostri programmi e richiede flessibilitĆ e disponibilitĆ alle necessitĆ degli altri”. Un avviso, quello di Papa Francesco durante l'Angelus, che richiama il brano evangelico odierno, nel quale “gli apostoli, dopo la loro prima missione, ritornano da GesĆ¹ e gli riferiscono 'tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato'”, manifestando perĆ² “unāesigenza di riposo. E GesĆ¹, pieno di comprensione, si preoccupa di assicurare loro un poā di sollievo… Ma questa volta lāintenzione di GesĆ¹ non si puĆ² realizzare, perchĆ© la folla, intuendo il luogo solitario dove si sarebbe diretto con la barca insieme ai suoi discepoli, accorse lĆ prima del loro arrivo”.
I tre verbi del Pastore
E' qualcosa che, spiega il Pontefice, “puĆ² accadere anche oggi”, che qualche imprevisto sconvolga i nostri piani. Ma ĆØĀ “in queste circostanze che siamo chiamati aĀ imitare quanto ha fatto GesĆ¹: 'Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perchĆ© erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose'. In questa breve frase, lāevangelista ci offre un flash di singolare intensitĆ , fotografando gli occhi del divino Maestro e il suo atteggiamento”. Una sorta di 'istantanea', nella quale emergonoĀ tre verbi: vedere, avere compassione, insegnare. “Li possiamo chiamare i verbi del Pastore – spiega il Santo Padre -. Lo sguardo di GesĆ¹ non ĆØ uno sguardo neutro o, peggio, freddo e distaccato, perchĆ© GesĆ¹ guarda sempre con gli occhi del cuore. E il suo cuore ĆØ cosƬ tenero e pieno di compassione, che sa cogliere i bisogni anche piĆ¹ nascosti delle persone. Inoltre, la sua compassione non indica semplicemente una reazione emotiva di fronte ad una situazione di disagio della gente, ma ĆØ molto di piĆ¹: ĆØ lāattitudine e la predisposizione di Dio verso lāuomo e la sua storia. GesĆ¹ appare come la realizzazione della sollecitudine e della premura di Dio per il suo popolo”.
“Con GesĆ¹ al fianco”
Ma, nonostante la commozione manifestata da GesĆ¹ nel vedere tutta quella gente bisognosa, egli scelse di “insegnare loro molte cose. Ecco il primo pane che il Messia offre alla folla affamata e smarrita: il pane della Parola. Tutti noi abbiamo bisogno della parola di veritĆ , che ci guidi e illumini il cammino. Senza la veritĆ , che ĆØ Cristo stesso, non ĆØ possibile trovare il giusto orientamento della vita”. Per questo, avverte Papa Francesco, “quando ci si allontana da GesĆ¹ e dal suo amore, ci si perde e lāesistenza si trasforma in delusione e insoddisfazione”. Solo con GesĆ¹ al fianco “si puĆ² procedere con sicurezza, si possono superare le prove, si progredisce nellāamore verso Dio e verso il prossimo. GesĆ¹ si ĆØ fatto dono per gli altri, divenendo cosƬ modello di amore e di servizio per ciascuno di noi”.
Appello per i migranti
E fra coloro a cui indirizzare l'amore insegnatoci da GesĆ¹, ci sono quanti affrontano il mare per sfuggire a scenari di infinita sofferenza: “Sono giunte in queste ultime settimane – dice il Pontefice al termine della sua riflessione – drammatiche notizie di naufragi di barconi carichi di migranti nelle acque del Mediterraneo. Esprimo il mio dolore di fronte a tali tragedie e assicuro per gli scomparsi e le loro famiglie il mio ricordo e la mia preghiera. Rivolgo un accorato appello affinchĆ© la comunitĆ internazionale agisca con decisione e prontezza, onde evitare che simili tragedie abbiano a ripetersi, e per garantire la sicurezza, il rispetto dei diritti e della dignitĆ di tutti”.