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Il Papa sostiene lo ius soli e la Lega attacca: “Lo faccia in Vaticano”

“Ogni forestiero che bussa alla nostra porta è un’occasione di incontro con Gesù Cristo, il quale si identifica con lo straniero accolto o rifiutato di ogni epoca”. Lo scrive Papa Francesco nel suo messaggio per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato che si celebrerà il 14 gennaio del prossimo anno. Nel testo, firmato il 15 agosto, solennità dell’Assunzione di Maria, il S. Padre ricorda che “Il Signore affida all’amore materno della Chiesa ogni essere umano costretto a lasciare la propria patria alla ricerca di un futuro migliore”. E sviluppa la sua riflessione su quattro verbi della dottrina sociale della Chiesa: accogliere, proteggere, promuovere e integrare.

Accogliere

“Accogliere – afferma il Pontefice – significa innanzitutto offrire a migranti e rifugiati possibilità più ampie di ingresso sicuro e legale nei paesi di destinazione. In tal senso, è desiderabile un impegno concreto affinché sia incrementata e semplificata la concessione di visti umanitari e per il ricongiungimento familiare”. Il Papa auspica anche l’apertura di “corridoi umanitari” e la concessione di visti temporanei mentre condanna “le espulsioni collettive e arbitrarie di migranti e rifugiati, soprattutto quando esse vengono eseguite verso paesi che non possono garantire il rispetto della dignità e dei diritti fondamentali”. Infine il Papa ribadisce la necessità di “offrire a migranti e rifugiati una prima sistemazione adeguata e decorosa” garantendo la sicurezza delle persone.

Proteggere

Il verbo “proteggere – continua Francesco – si declina in tutta una serie di azioni in difesa dei diritti e della dignità dei migranti e dei rifugiati, indipendentemente dal loro status” che inizia fin dalla patria d’origine a cominciare dalla “salvaguardia dalle pratiche di reclutamento illegale”. Una protezione che dovrebbe continuare nelle “terre d’immigrazione”: “Se opportunamente riconosciute e valorizzate – sottolinea il Pontefice – le capacità e le competenze dei migranti, richiedenti asilo e rifugiati, rappresentano una vera risorsa per le comunità che li accolgono”. Per quanto riguarda i minori, “occorre evitare ogni forma di detenzione in ragione del loro status migratorio, mentre va assicurato l’accesso regolare all’istruzione primaria e secondaria. Parimenti è necessario garantire la permanenza regolare al compimento della maggiore età e la possibilità di continuare degli studi. Per i minori non accompagnati o separati dalla loro famiglia è importante prevedere programmi di custodia temporanea o affidamento”.

Promuovere

“Promuovere vuol dire essenzialmente adoperarsi affinché tutti i migranti e i rifugiati così come le comunità che li accolgono siano messi in condizione di realizzarsi come persone in tutte le dimensioni che compongono l’umanità voluta dal Creatore” sostiene Papa Francesco, che chiede anzitutto la garanzia della “libertà di professione e pratica religiosa“. Il S. Padre incoraggia “a prodigarsi affinché venga promosso l’inserimento socio-lavorativo dei migranti e rifugiati, garantendo a tutti – compresi i richiedenti asilo – la possibilità di lavorare, percorsi formativi linguistici e di cittadinanza attiva e un’informazione adeguata nelle loro lingue originali”.

Integrare

Infine, il “verbo integrare si pone sul piano delle opportunità di arricchimento interculturale generate dalla presenza di migranti e rifugiati. L’integrazione non è ‘un’assimilazione, che induce a sopprimere o a dimenticare la propria identità culturale. Il contatto con l’altro porta piuttosto a scoprirne il ‘segreto’ ad aprirsi a lui per accoglierne gli aspetti validi e contribuire così ad una maggior conoscenza reciproca. È un processo prolungato che mira a formare società e culture, rendendole sempre più riflesso dei multiformi doni di Dio agli uomini’ – dice il Papa – Tale processo può essere accelerato attraverso l’offerta di cittadinanza slegata da requisiti economici e linguistici e di percorsi di regolarizzazione straordinaria per migranti che possano vantare una lunga permanenza nel paese. Insisto ancora sulla necessità di favorire in ogni modo la cultura dell’incontro”.

Il monito

Il Papa conclude con un richiamo agli Stati che durante il vertice dell’Onu del 19 settembre 2016 “si sono impegnati a redigere ed approvare entro la fine del 2018 due patti globali (Global Compacts), uno dedicato ai rifugiati e uno riguardante i migranti”. “La Chiesa è disponibile ad impegnarsi in prima persona per realizzare tutte le iniziative sopra proposte termina Francesco – ma per ottenere i risultati sperati è indispensabile il contributo della comunità politica e della società civile”.

Lega polemica

Come spesso accade, il messaggio del S. Padre è stato ridotto in maniera semplicistica da molti media lo hanno sbandierato come un sostegno incondizionato allo ius soli e allo ius culturae. E inevitabilmente sono partite le polemiche da parte della Lega. Il segretario Matteo Salvini non perde l’occasione di attaccare il Pontefice: “Papa Francesco: ‘Si’ allo Ius soli’. Se lo vuole applicare nel suo Stato, il Vaticano, faccia pure. Ma da cattolico non penso che l’Italia possa accogliere e mantenere tutto il mondo. A Dio quel che e’ di Dio, a Cesare quel che e’ di Cesare. Amen. #stopinvasione” ha scritto su Facebook. “Sbaglia il Santo Padre a invocare l’introduzione nel nostro ordinamento dello ius soli e dello ius culturae che regalerebbe la cittadinanza italiana a oltre due milioni di immigrati che, peraltro, non la richiedono neppure” gli fa eco Roberto Calderoli, vice presidente del Senato e Responsabile Organizzazione e Territorio della Lega. “Sbaglia a invocare la cittadinanza per tutte queste persone che ancora devono dimostrare di volersi integrare, adeguandosi a quelle che sono le nostre leggi e al nostro modo di vivere. L’Italia è lo Stato che concede più cittadinanze in Europa, oltre 200.000 l’anno: non c’è nessuna ragione per regalare di colpo due milioni di nuove cittadinanze. A differenza della Città del Vaticano dove la concessione della cittadinanza avviene raramente e solo in casi eccezionali…”.

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