“Il Popolo di Dio, nella ricchezza delle sue tradizioni e articolazioni, è chiamato a lasciarsi guidare dallo Spirito Santo, in atteggiamento costante di apertura, di docilità e di obbedienza”. Sono le parole di Papa Francesco durante l’udienza del mercoledì a piazza san Pietro. Il Pontefice ha iniziato elogiando i fedeli giunti ad assistere alla catechesi nonostante la pioggia scrosciante. Ha ricordato, inoltre, di aver incontrato poco prima i malati nella Sala Paolo VI. L’udienza è stata dedicata a ripercorrere le principali tappe del pellegrinaggio compiuto in Turchia da venerdì scorso a domenica.
“Vi invito – ha affermato – a rendere grazie al Signore per la sua realizzazione e perché possano scaturire frutti di dialogo sia nei nostri rapporti con i fratelli ortodossi, sia in quelli con i musulmani, sia nel cammino verso la pace tra i popoli”. Ha osservato che la Turchia è larghissima maggioranza musulmana, “ma nella cui Costituzione si afferma la laicità dello Stato”. “E’ proprio l’oblio di Dio, e non la sua glorificazione – ha proseguito – a generare la violenza. Per questo ho insistito sull’importanza che cristiani e musulmani si impegnino insieme per la solidarietà, per la pace e la giustizia, affermando che ogni Stato deve assicurare ai cittadini e alle comunità religiose una reale libertà di culto”. Il successore di Pietro, inoltre, ha fatto riferimento all’udienza concessa oggi ai partecipanti al III Summit cattolico-musulmano organizzato dal Dicastero per il dialogo interreligioso presieduto dal cardinale Tauran.
Ha ripercorso l’importante celebrazione eucaristica di sabato – con “pastori e fedeli dei diversi Riti cattolici presenti in Turchia” – nella quale “abbiamo invocato lo Spirito Santo, Colui che fa l’unità della Chiesa”. “Ho rinnovato con Sua Santità Bartolomeo I – ha detto riguardo all’appuntamento di domenica con la firma della Dichiarazione congiunta – l’impegno reciproco a proseguire sulla strada verso il ristabilimento della piena comunione tra cattolici e ortodossi”. Infine ha descritto l’incontro con un gruppo di ragazzi profughi, ospiti dei Salesiani. “Era molto importante per me incontrare alcuni profughi dalle zone di guerra del Medio Oriente – ha soggiunto – sia per esprimere loro la vicinanza mia e della Chiesa, sia per sottolineare il valore dell’accoglienza, in cui anche la Turchia si è molto impegnata”.
Il vescovo di Roma ha messo in risalto il grande impegno dei Salesiani in tale missione. “Preghiamo per tutti i profughi e i rifugiati – ha sottolineato – e perché siano rimosse le cause di questa dolorosa piaga”. Infine l’invocazione a Dio affinché il popolo turco, i suoi governanti e i rappresentanti delle diverse religioni “possano costruire insieme un futuro di pace” nella “coesistenza fra religioni e culture diverse”.