A 25 anni dalla morte di don Tonino Bello, Papa Francesco si reca domani in Puglia per pregare sulla tomba del “vescovo col grembiule“, sepolto nel cimitero di Alessano, sua città natale, meta ininterrotta di pellegrinaggi. Poi il S. Padre si sposterà a Molfetta, diocesi di cui don Tonino (così rimase sempre per tutti) fu vescovo dal 1982 fino alla morte, avvenuta il 20 aprile 1993.
Una visita lampo, di quelle a cui ci ha abituati Papa Francesco, che lascerà il Vaticano alle 7 per farvi ritorno alle 13.30. Ma una visita particolarmente significativa, come lo furono quelle sulle tombe di don Milani e di don Primo Mazzolari. Perché anche don Tonino Bello, dal 1985 presidente di Pax Christi, fu un autorevole rappresentante di quella “Chiesa in uscita” che tanto piace al Papa.
Don Tonino è stato un “pastore con l'odore delle pecore“. Non ha avuto paura di rimboccarsi le maniche e di sporcarsi le mani. In maniera concreta, ci sono le opere da lui avviate a testimoniarlo: la costituzione delle Caritas in tutte le parrocchie, l'apertura di una casa per tossicodipendenti, la casa di accoglienza per senzatetto. Nei primi anni '90, nel pieno dell'ondata di immigrazione dall'Albania, aprì le porte dell'episcopio perché diceva “ogni uomo è mio fratello”. Un prete che non ha soltanto predicato ma ha fatto, proprio come viene descritto Gesù nel Vangelo: “cominciò a fare e a insegnare”.
E' stato “testimone di una umanità completa, un pastore che ha amato il gregge, che ha amato soprattutto i deboli, gli umili, i poveri e quasi presagendo il magistero di Papa Francesco” ha detto il suo successore, mons. Domenico Cornacchia a Vatican News. Un sacerdote prima e un vescovo poi sempre accanto agli ultimi, ai bisognosi, ai giovani, come nel giorno del suo ultimo compleanno, il 19 marzo 1993, poche settimane prima che il tumore allo stomaco se lo portasse via a soli 58 anni. Un vescovo anche scomodo, come in occasione della marcia pacifista verso Sarajevo assediata nel 1992, che gli attirò non poche critiche. E anche nel suo ricordo si svolgerà a Molfetta, dopo la Messa celebrata dal Papa, l'assemblea nazionale di Pax Christi. Che avrà nel titolo riprende una frase del vescovo, quella sui “sogni diurni“, cioè quelli che si avverano: “Le radici dei sogni diurni: dalla profezia alla prassi sulle orme di don Tonino”.