Il Papa: “Mitezza, l'antidoto alla cultura dell'insulto”

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Tre giorni intensi quelli trascorsi da Papa Francesco tra Bulgaria e Macedonia del Nord. Un viaggio denso di significati, vissuto nel “ponte fra est e ovest” e a stretto contatto con le realtà di quei Paesi, intrise di una profonda religiosità in contesti sociali complessi. E delle impressioni del suo viaggio, come consuetudine, il Santo Padre ha parlato in una conferenza con i giornalisti presenti sul volo di ritorno affermando che, nello specifico, ad avelo toccato sono state “due esperienze di limiti, una con i poveri oggi in Macedonia nel memoriale di Madre Teresa. C’erano tanti poveri, ma vedere la mitezza di quelle suore: curavano i poveri senza paternalismo, come fossero figli”. Ed è questo uno dei passaggi chiave delle riflessioni del Pontefice: “Non oso dire che c’è una cultura dell’insulto, ma è un’arma alla mano, anche lo sparlare degli altri, la calunnia, la diffamazione. Vedere queste suore che curavano ogni persona come fosse Gesù”.

La Chiesa ortodossa

Ma anche la prima comunione dei bambini in Bulgaria è stato un momento emozionante: “La memoria è andata all’8 ottobre 1944 alla mia prima comunione… ho visto quei bambini che si aprono alla vita con una decisione sacramentale. La Chiesa custodisce i bambini, sono ancora piccoli, sono una promessa, devono crescere. Ho sentito che in quel momento quei bambini erano il futuro della Chiesa e della Bulgaria”. Un momento estremamente toccante che, in qualche modo, ha contribuito a rendere ancor più evidente il clima di fratellanza che ha accompagnato questo viaggio, anche a fronte di divergenze di vedute, come quella sulla canonizzazione del cardinale Stepinac: “In genere i rapporti sono buoni, e c’è buona volontà. Io posso dirvi sinceramente che ho incontrato tra i patriarchi uomini di Dio. Neofit è un uomo di Dio. E poi Elia II, io lo porto nel cuore, ho una preferenza per il patriarca della Georgia, è un uomo di Dio che mi fa tanto bene. Bartolomeo è un uomo di Dio, Kirill è un uomo di Dio… Tutti abbiamo difetti, anch’io ne ho… Poi ci sono cose storiche delle nostre Chiese, alcune vecchie: il presidente oggi mi diceva che lo scisma d’Oriente è incominciato qui in Macedonia. Adesso viene il Papa per ricucire lo scisma? Non so. Siamo fratelli, non possiamo adorare la santa Trinità senza le mani unite dei fratelli. Sulla canonizzazione di Stepinac: lui era un uomo virtuoso, per questo la Chiesa lo ha dichiarato beato. Ma a un certo momento del processo ci sono stati punti non chiariti. E io che devo firmare la canonizzazione ho visto che dovevo chiedere aiuto al patriarca serbo Ireneo e lui ha dato il suo aiuto”.

Diaconato femminile

In risposta a una domanda avanzata da un cronista, Papa Francesco ha toccato anche il punto del diaconato femminile, dal momento che in Bulgaria esiste una comunità ortodossa che consente l'ordinazione delle donne per proclamare il Vangelo: “C’è un modo di concepirlo non con la stessa visione del diaconato maschile. Per esempio, le formule di ordinazione diaconale trovate fino adesso non sono le stesse per l’ordinazione del diacono maschile, e assomigliano piuttosto a quella che oggi sarebbe la benedizione abbaziale di una badessa. Questo è il risultato”. Sulle presunte ordinazioni di diaconesse nel passato, il Santo Padre spiega che “non c’è certezza che la loro fosse una ordinazione con la stessa forma e la stessa finalità dell’ordinazione maschile… Adesso nessuno lo dice ma alcuni teologi di 30 anni fa, dicevano che non c’erano le diaconesse perché le donne erano in secondo piano nella Chiesa e non solo nella Chiesa. Ma è curioso: in quell’epoca c’erano tante sacerdotesse pagane, il sacerdozio femminile nei culti pagani era all’ordine del giorno. Siamo a questo punto e ognuno dei membri sta studiando sulla sua tesi”.

Quel che resta, però, è l'esperienza del viaggio: “Quando io sono in un Paese mi dimentico di tutto, ma non perché io voglia. Mi viene da dimenticarmi e soltanto sono lì. E poi questo mi dà perseveranza. Io nei viaggi non mi stanco. Poi mi stanco, dopo. Credo che il Signore mi dia forza. Io chiedo al Signore di essere fedele, di servirlo, che questi viaggi non siano fare turismo. E poi…non faccio tanto lavoro”.

Edith Driscoll: