Il Papa: “L'obiettivo della riforma? Fare in modo che la Chiesa sia più missionaria”

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L'obiettivo dell'attuale riforma è che 'le consuetudini, gli stili, gli orari, il linguaggio e ogni struttura ecclesiale diventino un canale adeguato all'evangelizzazione del mondo attuale, più che per l'autopreservazione. La riforma delle strutture, che esige la conversione pastorale, si può intendere solo in questo senso: fare in modo che esse diventino tutte più missionarie'”. Sono queste le parole che Papa Francesco, citando la sua Evangelii gaudium, ha pronunciato nel corso dell'udienza alla Curia romana ricevuta in udienza per il consueto scambio di auguri natalizi

Un cambiamento d'epoca

Il Pontefice, ha spiegato ai presenti che quella “che stiamo vivendo non è semplicemente un'epoca di cambiamenti, ma è un cambiamento d'epoca. Siamo in uno di quei momenti nei quali i cambiamenti non sono più lineari, ensì epocali – ha spiegato il Santo Padre -. Costituiscono delle scelte che trasformano velocemente il modo di vivere, di relazionarsi, di comunicare ed elaborare il pensiero, di rapportarsi tra le generazioni umane e di comprendere e di vivere la fede e la scienza”. Papa Francesco ha aggiunto che l'atteggiamento sano “è quello di lasciarsi interrogare dalle sfide del tempo presente e di coglierle con le virtù del discernimento, della parresia e della hypomoné”. 

Valorizzare il buono della curia

Il Papa ha spiegato di voler ritornare sull'attuazione della riforma della Curia romana, ribadendo che tale riforma non ha mai avuto la presunzione di fare come se prima niente fosse esistito ma, al contrario, si punta a valorizzare quanto di buono è stato fatto nella complessa storia della Curia. “E' doveroso valorizzare la storia per costruire un futuro che abbia basi solide, che abbia radici e perciò possa essere fecondo – ha detto il Papa -. Appellarsi alla memoria non vuol dire ancorarsi all'autoconservazione, ma richiamare la vita e la vitalità di un percorso in continuo sviluppo. La memoria non è statica, è dinamica. Implica per sua natura movimento. E la tradizione non è statica ma è dinamica”. 

Manuela Petrini: