La vita è sacra perché è dono di Dio. Siamo chiamati a difenderla e servirla già dal concepimento nel grembo materno fino all'età avanzata, avanzata, quando è segnata dall'infermità e dalla sofferenza. Non è lecito distruggere la vita, renderla oggetto di sperimentazioni o false concezioni. Vi chiedo di pregare affinché si sempre rispettata la vita umana”. E' quanto ha detto Papa Francesco al termine dell'udienza generale in piazza San Pietro, salutando i pellegrini polacchi che domenica hanno partecipato ai “Cortei per la vita“.
Il Dna della comunità cristiana
“Nel Dna della comunità cristiana ci sono l'unità e la libertà da sé stessi, che permettono di non temere la diversità, di non attaccarsi alle cose e ai dono e di diventare martyres, cioè testimoni luminosi del Dio vivo e operante nella storia”. Sono queste le parole che Papa Francesco ha rivolto ai fedeli riuniti in piazza San Pietro per assistere all'udienza generale del mercoledì. Dopo aver salutato i pellegrini, il Pontefice ha ricordato che il percorso delle catechesi seguirà il “viaggio del Vangelo narrato nel libro degli Atti degli Apostoli”. “Tutto parte dalla Risurrezione di Cristo – ha affermato il Pontefice -. Questo, infatti, non è un evento tra gli altri, ma è la fonte della vita nuova. I discepoli lo sanno e rimangono uniti, concordi e perseveranti nella preghiera. Si stringono a Maria, la Madre, e si preparano a ricevere la potenza di Dio non in modo passivo, ma consolidando la comunioe tra loro”.
Il numero 12
Papa Francesco ha spiegato che la prima comunità era formata da 120 fratelli e sorelle. “Un numero che porta dentro di sé il 12, emblematico per Israele, perché rappresenta le dodici tribù, ed emblematico per la chiesa, per via dei dodici apostoli scelti da Gesù – ha spiegato -. Ma ora, dopo gli eventi dolorosi della Passione, gli Apostoli del Signore non sono più dodici, undici. Uno di loro, Giuda, nonc'è più: si è tolto la vita schiacciato dal rimorso”. Dinanzi alla necessità di “ricostruire il gruppo dei Dodici” la comunità prega il Signore di mostrare loro quale tra i due candidati – Giuseppe Barsabba e Mattia – avesse scelto. E il Signore indica Mattia.
Lo stile del Signore
“I Dodici manifestano negli Atti degli Apostoli lo stile del Signore. Sono i testimoni accreditati dell’opera di salvezza di Cristo e non manifestano al mondo la loro presunta perfezione ma, attraverso la grazia dell’unità, fanno emergere un Altro che ormai vive in un modo nuovo in mezzo al suo popolo: il Signore Gesù – ha detto il Papa -. Gli Apostoli scelgono di vivere sotto la signoria del Risorto nell’unità tra i fratelli, che diventa l’unica atmosfera possibile dell’autentico dono di sé”.
Riscoprire la bellezza di testimoniare Cristo
“Anche noi – ha afferamto il Pontefice avviandosi alla conclusione della catechesi – abbiamo bisogno di riscoprire la bellezza di testimoniare il Risorto, uscendo dagli atteggiamenti autoreferenziali, rinunciando a trattenere i doni di Dio e non cedendo alla mediocrità. Il ricompattarsi del collegio apostolico mostra come nel Dna della comunità cristiana ci siano l'unità e la libertà da sé stessi, che permettono di non temere la diversità, di non attaccarsi alle cose e ai doni e di diventare di martyres, testimoni luminosi del Dio vivo e operante nella storia”.