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Il Papa: “La celebrazione eucaristica sia degna”

Sabato scorso il Santo Padre ha ricevuto in Sala Clementina un gruppo di cinquecento seminaristi provenienti dalla Lombardia accompagnati dai loro vescovi. La Sala Stampa della Santa Sede ha diffuso oggi il testo delle parole dette dal Pontefice ai futuri sacerdoti per l'occasione. 

Botta e risposta

Papa Francesco ha scelto la modalità del dialogo aperto, rispondendo a braccio ad otto domande rivoltegli da alcuni seminaristi lombardi. In esordio, il Pontefice ha specificato di voler “essere spontaneo nella risposta”. A Daniele, studente di teologia di Mantova che gli chiedeva in che modo bisogna porsi di fronte alla croce del dubbio, Francesco ha risposto: “La croce del dubbio è una croce, ma feconda. Io non ho fiducia nelle persone che non dubitano mai. Il dubbio ci mette in crisi (…) Il dubbio è una ricchezza”. Bergoglio ha specificato di parlare del “dubbio normale, non di quelle persone dubbiose che diventano scrupolose” perchè questo comportamento “non va”. Mentre, “il dubbio normale della personalità è una ricchezza, perché mi mette in crisi e mi fa domandare” se questo pensiero viene da Dio o no. Il dubbio aiuta ad avvicinarsi a Gesù e per continuare su questa strada c'è bisogno di azioni concrete. Il Papa lo ha ribadito, dicendo: “L'azione concreta è il dialogo con la persona che ti accompagna, il dialogo con il superiore, il dialogo con i compagni. Ma il dialogo aperto, il dialogo sincero, cose concrete. E soprattutto il dialogo con il Signore”. 

La Chiesa in uscita

Papa Francesco ha più volte affermato di volere una Chiesa in uscita. Su questo auspicio si è concentrata la seconda domanda, quella del seminarista bresciano Andrea. Il Santo Padre ha ricordato che Gesù vuole una Chiesa in uscita, non in passeggiata. “Forse – ha detto Francesco – a volte in qualche piano pastorale facciamo confusione, che cosa sia andare in uscita, incontro alle persone, e che cosa sia fare una bella passeggiata e poi rimanere dove sto. Questo è importante; l’uscita non è un’avventura, è un mandato del Signore, è una vocazione, è un impegno”. Secondo il Pontefice il mondo contemporaneo è secolarizzato e corrotto allo stesso livello di quello in cui visse Gesù. “La secolarizzazione – ha detto il Pontefice – è la stessa, più o meno, quella di Gesù e quella del nostro tempo”. Cosa fare per reagire? “Le stesse cose concrete – ha detto il Pontefice -che ha fatto Gesù, che hanno fatto gli Apostoli”. Il Papa propone due modelli di sacerdote; uno che invita a seguire, l'altro da evitare: “Voi – ha detto Bergoglio – dovete essere preti del popolo di Dio, cioè pastori di popoli, pastore della gente, e non 'chierici di Stato', perché Gesù bastonava forte il clericalismo del suo tempo; gli scribi, i farisei, i dottori della legge…, molto forte”. Ribadendo un concetto a lui caro, il Santo Padre ha detto: “E io vi dico che il clericalismo è una perversione della Chiesa. Quando si vede un giovane prete tutto centrato su sé stesso, che pensa a fare carriera, questo è più dalla parte dei farisei e sadducei che dalla parte di Gesù”. Francesco ha concluso la sua risposta al seminarista bresciano esortando a seguire l'esempio evangelico: “L’atteggiamento più concreto di Gesù è l’incontro; incontrare la gente, la vicinanza. Vicinanza pastorale. E anche fra voi, vicinanza presbiterale”.

Eucarestia

Francesco ha risosto ad una domanda sul rapporto tra Scrittura e preghiera, partendo dal suo predecessore Benedetto XVI: “Lui tocca un punto che è molto importante; il rapporto tra preghiera e Scrittura. Una cosa che noi dobbiamo imparare a fare, e fare continuamente, è la lectio divina, cioè l’incontro con il Signore tramite la sua Parola”. Bisogna, ha detto il Pontefice, “stare davanti al Signore, alla sua presenza, con la Bibbia, e ascoltare. Questo si può fare anche a piccoli brani; io raccomando alla gente di portare il Vangelo in tasca  o nella borsa”. Rievocando gli anni della sua esperienza di seminarista, il Papa ha detto che furono “quattro le colonne, i pilastri della formazione; studio, preghiera, attività pastorale e vita comunitaria, e per questo è importante il seminario”. Come far capire la centralità culminante dell'Eucarestia ai giovani? Il Papa ha dato la sua “ricetta”: “La celebrazione liturgica è un atto di adorazione, un atto di partecipazione alla passione, morte e risurrezione di Gesù, lo sappiamo tutti. È un atto di lode a Dio, di gioia spirituale. Ma tante volte sembra una veglia funebre! E lì dobbiamo aiutare i preti. E voi che sarete preti, per favore, non annoiate la gente”. “La predica – ha detto Francesco – è l’omelia: deve toccare il cuore. Al contrario se è noiosa non si capisce”. Infine, il Pontefice si è augurato che “la celebrazione eucaristica sia degna, pia” e “che coinvolga anche l’affetto della gente”.

 

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