Integrazione tra Balcani occidentali ed Europa. La auspica nel suo discorso all'aeroporto di Skopje Papa Francesco, primo Pontefice a recarsi in visita in quella che da meno di un anno si chiama Macedonia del Nord, accolto dal presidente Gjorge Ivanov. E lo fa nel 25esimo anniversario dell’allacciamento delle relazioni diplomatiche con la Santa Sede, che furono stabilite pochi anni dopo l’indipendenza di quella che si chiamava semplicemente Macedonia, avvenuta nel settembre del 1991. L'accordo con la Grecia sul cambio del nome, foriero di roventi polemiche nel Paese ellenico ed anche in alcuni settori della società macedone, è stato la condizione necessaria per l'accesso di Skopje in organismi sovranazionali come l'Unione europea e la Nato.
L'integrazione tra Balcani occidentali ed Europa
Adesione che il Vescovo di Roma, nel suo intervento diplomatico, saluta con favore. Dopo aver esaltato “la composizione multietnica e multireligiosa” del popolo macedone – dove convivono ortodossi, musulmani, cattolici, ebrei e protestanti nonché macedoni, albanesi, serbi, croati – in quanto essa “ha dato luogo a una pacifica e duratura convivenza, nella quale le singole identità hanno saputo e potuto esprimersi e svilupparsi senza negare, opprimere o discriminare le altre”, Bergoglio ha aggiunto: “Auspico che tale integrazione si sviluppi positivamente per l’intera regione dei Balcani occidentali, come pure che essa avvenga sempre nel rispetto delle diversità e dei diritti fondamentali”.
L'accoglienza dei migranti e Madre Teresa
L'elogio del Santo Padre alla Macedonia del Nord non si è esaurito così. Egli ha segnalato, inoltre, “il generoso sforzo” delle autorità statali macedoni e delle “diverse organizzazioni internazionali” comprese le ong”, “nell’accogliere e prestare soccorso al gran numero di migranti e profughi provenienti da diversi Paesi medio-orientali”. Secondo il Papa, “la pronta solidarietà offerta a coloro che si trovavano allora nel più acuto bisogno per aver perso tante persone care oltre alla casa, al lavoro e alla patria, vi fa onore e parla dell’anima di questo popolo che, conoscendo anche le privazioni, riconosce nella solidarietà e nella condivisione dei beni le vie di ogni autentico sviluppo”. Infine il pensiero di Francesco si è rivolto a Santa Teresa di Calcutta, nata a Skopje da genitori di etnia albanese provenienti dal Kosovo. “Sono lieto – le sue parole – di potermi recare tra poco a sostare in preghiera nel Memoriale a lei dedicato, costruito nel luogo dove sorgeva la chiesa del Sacro Cuore di Gesù, in cui lei fu battezzata. Siete giustamente fieri di questa grande donna. Vi esorto a continuare a lavorare con impegno, dedizione e speranza affinché i figli e le figlie di questa terra possano, sul suo esempio, scoprire, raggiungere e maturare la vocazione che Dio ha sognato per loro”.