Papa Francesco ha ricevuto i partecipanti alla II Assemblea di “RENATE” (Religious in Europe Networking Against Trafficking and Exploitation) che si svolge a Roma fino al 12 novembre sul tema: “Ending trafficking begins with us”.
Nel suo discorso, il S. Padre ha ricordato che “In questo tempo di grazia” rappresentato dal Giubileo straordinario “tutti noi siamo invitati ad entrare più profondamente nel mistero della misericordia di Dio e, come il Buon Samaritano, portare il balsamo di tale misericordia alle tante ferite presenti nel nostro mondo. Una delle più dolorose di queste ferite aperte è la tratta di esseri umani, una moderna forma di schiavitù, che viola la dignità, dono di Dio, in tanti nostri fratelli e sorelle e costituisce un vero crimine contro l’umanità. Mentre molto è stato fatto per conoscere la gravità e l’estensione del fenomeno, molto di più resta da compiere per innalzare il livello di consapevolezza nell’opinione pubblica e per stabilire un migliore coordinamento di sforzi da parte dei governi, delle autorità giudiziarie, di quelle legislative e degli operatori sociali”.
Il Pontefice è tornato a stigmatizzare “l’indifferenza” e la “complicità” di chi si volta “dall’altra parte” mentre “potenti interessi economici e reti criminose sono all’opera. Per questa ragione esprimo il mio apprezzamento per il vostro impegno al fine di accrescere la coscienza sociale circa la dimensione di questa piaga, che colpisce specialmente le donne e i bambini. Ma in modo del tutto speciale vi ringrazio per la vostra fedele testimonianza al Vangelo della misericordia, come è dimostrato dal vostro impegno nel recupero e nella riabilitazione delle vittime. La vostra attività in questo ambito ci ricorda gli «enormi e spesso silenziosi sforzi che sono stati fatti per molti anni da congregazioni religiose, specialmente femminili» nel prendersi cura di coloro che sono stati feriti nella loro dignità e segnati dalle loro esperienze. Penso – ha concluso il Papa – in modo particolare al contributo specifico offerto da donne nell’accompagnare altre donne e bambini in un profondo e personale itinerario di guarigione e di reintegrazione”.
Nei giorni scorsi era stata presentata l’Assemblea e tra le testimonianze c’è stata quella di Suor Monica Chikwe, che ha parlato del fenomeno del mercato della tratta. “Per combattere efficacemente questo cancro del nostro secolo – ha detto tra l’altro – occorre affrontare con decisione il problema dei clienti, promulgare la legge che li punisce. Se non ci fossero i consumatori, cioè i clienti, i trafficanti si seccherebbero come erba nel deserto, perché nessuno comprerebbe i loro prodotti, quindi anche loro cambierebbero mestiere. Quindi, concludo dicendo che se cessasse la richiesta, automaticamente si fermerebbe il traffico di esseri umani a scopo sessuale. Nessuna domanda, nessuna offerta”. Un classico esempio di legge di mercato perché “Nell’ambito di questo fenomeno della schiavitù moderna, il cliente rimane un fattore determinante, è colui che sostiene l’andamento del mercato, perché la domanda è in continuo aumento, in modo imbarazzante. I trafficanti usano tutti i mezzi e le strategie possibili per fronteggiare tale richiesta”.
Suor Monica ha raccontato, con esempi concreti, che “i clienti sono uomini per bene, padri di famiglia, impiegati, elegantemente vestiti con la cravatta, ed anche i giovani di 18 anni. Il cliente, in questo fenomeno, non conosce classe sociale, età, tenore di vita”. E purtroppo, “tanti matrimoni oggi finiscono male proprio perché l’uomo spende ciò che spetta alla sua famiglia per pagare prestazioni sessuali con le prostitute, e dopo che ha usato la prostituta, sua moglie a casa non ha più valore. Così l’amore diminuisce inesorabilmente fino a scomparire del tutto, e si arriva persino ad eliminare la moglie. Ciò spiega il perché di tanti femminicidi a cui stiamo assistendo ogni giorno”.