“Che il coraggio e la forza che portate dentro possano esprimere, attraverso i Giochi Olimpici, un grido di fratellanza e di pace”. Lo ha scritto Papa Francesco in una lettera indirizzata alla prima squadra di rifugiati della storia delle Olimpiadi. “Cari fratelli – ha esordito il Pontefice – voglio farvi pervenire il mio saluto e il mio desiderio di successo in queste Olimpiadi”. Il vescovo di Roma – che si è firmato “Fraternamente, Francesco” – ha invitato gli atleti a essere “sempre messaggeri di fraternità e di genuino spirito sportivo” esprimendo l’auspicio che tramite loro “l’umanità comprenda che la pace è possibile, che con la pace tutto si può guadagnare; invece con la guerra tutto si può perdere”. “Desidero – ha concluso – che la vostra testimonianza faccia bene a noi tutti. Prego per voi e per favore vi chiedo di pregare per me. Che Dio vi Benedica”.
Della squadra fanno parte 10 atleti, 6 uomini e 4 donne, tra cui due nuotatori siriani, due judoka della congolesi e sei corridori provenienti da Etiopia e Sudan. Sono tutti fuggiti da violenze e persecuzioni e hanno cercato rifugio in altri Paesi. La 18enne Yusra Mardini, siriana, profuga a Lesbo, ha salvato decine di persone assieme a sua sorella spingendo a nuoto fino a riva il gommone che aveva rotto il motore. Intanto il Santo Padre ha nominato nunzio apostolico in Polonia monsignor Salvatore Pennacchio, arcivescovo titolare di Montemarano (Avellino). Il presule, finora nunzio apostolico in India e Nepal, ha preso il posto di monsignor Celestino Migliore, assegnato al medesimo incarico a Mosca. Inoltre Papa Bergoglio ha designato il professor Paolo Carozza membro ordinario della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali. Il docente insegna Diritto e Scienze Politiche presso la University of Notre Dame di Notre Dame in Indiana (Usa).