Prima Udienza Generale di Francesco dopo il ritorno da Panama. Il Santo Padre è ritornato sull'esperienza della XXXIV edizione della Giornata Mondiale della Gioventù.
Viaggio Apostolico
Il Pontefice ha ribadito un concetto espresso nella conferenza stampa tenuta sul volo di ritorno a Roma. Parole che offrono l'immagine contrastante di due continenti che percorrono due differenti strade in termini di natalità: “Ecco il mio orgoglio, ecco il mio futuro!”. E facevano vedere i bambini. Ma erano tanti! E i padri o le madri orgogliosi di quel bambino. Ho pensato: quanta dignità in questo gesto, e quanto è eloquente per l’inverno demografico che stiamo vivendo in Europa! L’orgoglio di quella famiglia sono i bambini. La sicurezza per il futuro sono i bambini. L’inverno demografico, senza bambini, è duro”.
La Gmg
Ricordando i giorni della manifestazione nel Paese centroamericano ed in particolare l'incontro con i detenuti ed i malati di Hiv ed Aids, Francesco ha detto: “A Panamá i giovani hanno portato con Gesù e Maria il peso della condizione di tanti fratelli e sorelle sofferenti nell’America Centrale e nel mondo intero. Tra questi ci sono tanti giovani vittime di diverse forme di schiavitù e povertà”. I giovani non sono il 'domani', ma l'oggi' della Chiesa e del mondo. Bergoglio ha rievocato alcuni momenti di Panama: “Ho fatto appello alla responsabilità degli adulti, perché non manchino alle nuove generazioni istruzione, lavoro, comunità e famiglia“. Poi, un auspicio: “possa la famiglia della Chiesa, in Panamá e nel mondo intero, attingere dallo Spirito Santo sempre nuova fecondità, perché prosegua e si diffonda sulla terra il pellegrinaggio dei giovani discepoli missionari di Gesù Cristo“.
No ai nazionalismi
Un altro forte 'no' pronunciato sui nazionalismi e sui muri: “Vedere tutte le bandiere sfilare insieme, danzare nelle mani dei giovani gioiosi di incontrarsi -ha detto Bergoglio – è un segno profetico, un segno controcorrente rispetto alla triste tendenza odierna ai nazionalismi conflittuali. Che alzano dei muri e si chiudono all’universalità, all’incontro fra i popoli”. Secondo Francesco, questo sarebbe “un segno che i giovani cristiani sono nel mondo lievito di pace”.