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Il Papa: “I crimini hanno lasciato ferita profonda”

Si è chiuso un anno orribile per la Chiesa americana alle prese con lo scandalo abusi che ha coinvolto uno dei suoi esponenti più conosciuti, l'ex Cardinale Theodore Edgar McCarrick. In vista del summit convocato da Papa Francesco per il 21 febbraio e che vedrà arrivare in Vaticano i vertici di tutte le Conferenze Episcopali del mondo per discutere del problema pedofilia, i Vescovi statunitensi si preparano con un ritiro spirituale.

La lettera del Papa

La sette giorni è iniziata al Seminario di Mundelein il 2 gennaio e terminerà martedì 8. Nel frattempo, oggi, è arrivata il messaggio di Papa Francesco indirizzato ai presuli che vi stanno partecipando. “Lo scorso 13 settembre – si legge nella lettera diffusa oggi dalla Sala Stampa della Santa Sede – durante l’incontro che ho avuto con la Presidenza della Conferenza Episcopale, vi ho suggerito di fare insieme gli Esercizi Spirituali: un tempo di ritiro, preghiera e discernimento come anello necessario e fondamentale nel cammino per affrontare e rispondere evangelicamente alla crisi di credibilità che attraversate come Chiesa”. Bergoglio ha invitato i Vescovi statunitensi a prendere esempio da Gesù che, come si vede nel Vangelo, nei momenti decisivi della sua missione si ritirava in preghiera. “Lo sviluppo degli eventi – ha osservato Francesco – non regge a nessuna risposta o atteggiamento; al contrario, esige da noi pastori la capacità e soprattutto la saggezza di generare una parola frutto dell’ascolto sincero, orante e comunitario della Parola di Dio e del dolore del nostro popolo”.

Saggezza e ascolto reciproco

Nell'incontro avuto con il Cardinale Di Nardo, il Pontefice aveva espresso l'intenzione di accompagnare personalmente il ritiro spirituale. Le circostanze, però, hanno reso impossibile questa circostanza. Il Santo Padre ha scritto la lettera per – come scrive – “supplire in qualche modo il viaggio mancato”. Non casualmente è padre Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa Pontificia, a guidare gli esercizi spirituali nel Seminario di Mundelein. Il Papa ha ricordato ai Vescosi Usa quanto, “nei momenti di maggiore turbamento, è importante vegliare e discernere per avere un cuore libero da impegni e da apparenti certezze per ascoltare ciò che più è gradito al Signore nella missione che ci è stata affidata”. “Molte azioni – ha scritto il Pontefice – possono essere utili, buone e necessarie e addirittura possono sembrare giuste, ma non tutte hanno 'sapore' di Vangelo”. Per questo c'è bisogno di “saggezza, preghiera, molto ascolto e comunione fraterna“. 

Lo scandalo abusi

Francesco non ha esitato ad affrontare direttamente la questione più scottante. Il Pontefice ha fatto accenno al fatto che “la Chiesa negli Stati Uniti si è vista scossa da molteplici scandali che toccano nel più profondo la sua credibilità”. “Tempi burrascosi – ha proseguito – nella vita di tante vittime che hanno subito nella loro carne l’abuso di potere, di coscienza e sessuale da parte di ministri ordinati, consacrati, consacrate e fedeli laici; tempi burrascosi e di croce per quelle famiglie e tutto il Popolo di Dio”. Il Papa non ha nascosto che “la credibilità della Chiesa si è vista fortemente messa in discussione e debilitata da questi peccati e crimini, ma specialmente dalla volontà di volerli dissimulare e nascondere, il che ha generato una maggiore sensazione di insicurezza, di sfiducia e di mancanza di protezione nei fedeli”.

No all'occultamento

Dal Santo Padre è arrivata un'esortazione ad evitare ogni “atteggiamento di occultamento” che “lungi dall’aiutare a risolvere i conflitti, ha permesso agli stessi di perpetuarsi e di ferire più profondamente la trama di rapporti che oggi siamo chiamati a curare e ricomporre”. “Siamo consapevoli – ha continuato il Papa – che i peccati e i crimini commessi e tutte le loro ripercussioni a livello ecclesiale, sociale e culturale hanno creato un’impronta e una ferita profonda nel cuore del popolo fedele. Lo hanno riempito di perplessità, sconcerto e confusione; e questo serve anche molte volte come scusa per screditare continuamente e mettere in dubbio la vita donata di tanti cristiani che 'mostrano l’immenso amore per l’umanità ispiratoci dal Dio fatto uomo'”. Bergoglio ha messo in guardia la Conferenza Episcopale Usa dal pericolo di cedere alle divisioni e alle tensioni. La risposta che deve venire non può essere soltanto amministrativa: “La ferita nella credibilità – ha detto il Papa – esige un approccio particolare poiché non si risolve con decreti volontaristici o stabilendo semplicemente nuove commissioni o migliorando gli organigrammi di lavoro come se fossimo capi di un’agenzia di risorse umane. Una simile visione finisce col ridurre la missione del pastore della Chiesa a un mero compito amministrativo/organizzativo nella 'impresa dell’evangelizzazione'”.

Nuova stagione ecclesiale

Bergoglio ha messo di fronte i Vescovi americani alla necessità di ricostruire ciò che si è perso: “Esiste – ha osservato – un tessuto vitale che si è visto danneggiato e, come artigiani, siamo chiamati a ricostruire. Ciò implica la capacità – o meno – che possediamo come comunità di costruire vincoli e spazi sani e maturi, che sappiano rispettare l’integrità e l’intimità di ogni persona. Implica la capacità di convocare per risvegliare e infondere fiducia nella costruzione di un progetto comune, ampio, umile, sicuro, sobrio e trasparente. E questo esige non solo una nuova organizzazione, ma anche la conversione della nostra mente (metanoia), del nostro modo di pregare, di gestire il potere e il denaro, di vivere l’autorità e anche di come ci relazioniamo tra noi e con il mondo”. La nuova stagione ecclesiale che si è chiamati ad aprire ha bisogno di “pastori maestri del discernimento nel passaggio di Dio nella storia del suo popolo e non di semplici amministratori, poiché le idee si dibattono, ma le situazioni vitali si discernono“. Non è escluso che da questo momento di difficoltà possano nascere frutti positivi: “Sappiamo – ha scritto il Pontefice – che i momenti di turbamento e di prova sono soliti minacciare la nostra comunione fraterna, ma sappiamo anche che possono trasformarsi in momenti di grazia che rafforzino la nostra dedizione a Cristo e la rendano credibile”.

Comunione e Tradizione

Per reagire, è impossibile fare a meno dal rivolgere lo sguardo al “costante riferimento alla comunione universale, come anche al Magistero e alla Tradizione millenaria della Chiesa” che “salva i credenti dall’assolutizzazione del 'particolarismo' di un gruppo, di un tempo, di una cultura dentro la Chiesa. La Cattolicità si gioca anche nella capacità che abbiamo noi pastori di imparare ad ascoltarci, aiutare ed essere aiutati, lavorare insieme e ricevere le ricchezze che le altre Chiese possono apportare nella sequela di Gesù Cristo”. Francesco ha invitato i Vescovi americani a rimanere “fiduciosi e immergendoci nella preghiera di Gesù al Padre, vogliamo imparare da Lui e, con determinata deliberazione, cominciare questo tempo di preghiera, silenzio e riflessione, di dialogo e comunione, di ascolto e discernimento, per lasciare che Egli forgi il cuore a sua immagine e aiuti a scoprire la sua volontà”. Nel percoso da intraprendere, non saranno soli perché “Maria accompagnò e sostenne fin dall’inizio la comunità dei discepoli; con la sua presenza materna aiutò a far sì che la comunità non restasse orfana lungo i cammini a causa delle chiusure individualiste e della pretesa di salvare sé stessa. Ella protesse la comunità dei discepoli dall’orfanità spirituale che sfocia nella autoreferenzialità e con la sua fede le permise di perseverare nell’incomprensibile, nell’attesa che giungesse la luce di Dio”. “A Lei – ha concluso il Papa – chiediamo di mantenerci uniti e perseveranti, come nel giorno di Pentecoste, affinché lo Spirito sia riversato nei nostri cuori e ci aiuti in ogni momento e luogo a rendere testimonianza della sua Resurrezione”.

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