“Diciamo di essere cristiani, di avere un Padre, ma viviamo non dico come animali, ma come persone che non credono né in Dio né nell'uomo, senza fede, e anche facendo del male, non nell'amore ma nell'odio, nella competizione, nelle guerre. Dio è santificato nelle ragazze rapite da Boko Haram? E' santificato nei cristiani che lottano fra loro per il potere? E' santificato nella vita di quelli che assoldano un sicario per liberarsi di un nemico? E' santificato nella vita di coloro che non si curano dei propri figli? No, lì non è santificato il nome di Dio”. Lo afferma Papa Francesco nell'intervista concessa per il programma dedicato “alla preghiera che Gesù ci ha insegnato” di don Marco Pozza, giovane teologo e cappellano del carcere di Padova, che sarà trasmesso su TV2000 dal 25 ottobre ogni mercoledì alle 21. L’anteprima è stata presentata oggi pomeriggio nella Filmoteca Vaticana, alla presenza del Prefetto della Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede, mons. Dario E. Viganò, del direttore di Tv2000, Paolo Ruffini, dello stesso don Marco e del regista Andrea Salvadore. Dall’incontro, dalle parole e dalle risposte del Papa a don Marco è nato anche il libro “Padre nostro” edito da Rizzoli e Libreria Editrice Vaticana, in uscita in Italia il 23 novembre. Le parole del Papa apriranno ognuna delle otto puntate in cui intervengono personaggi laici della cultura e dello spettacolo: Umberto Galimberti, Erri De Luca, Carlo Petrini, Pif, Maria Grazia Cucinotta, Flavio Insinna, Silvia Avallone, Simone Moro e Tamara Lunger. Nella nona sarà trasmessa l'intervista integrale al Pontefice.
Coraggio
“Ci vuole coraggio – continua Francesco nelle anticipazioni diffuse oggi – per pregare il Padre Nostro. Mettetevi a dire 'papà' e a credere veramente che Dio è il Padre che mi accompagna, mi perdona, mi dà il pane, è attento a tutto ciò che chiedo, mi veste ancora meglio dei fiori di campo. Credere è anche un grande rischio: e se non fosse vero? Osare, osare, ma tutti insieme. Per questo pregare insieme è tanto bello: perché ci aiutiamo l’un l’altro a osare”
Il pane
“Da bambini, a casa, quando il pane cadeva – ha proseguito il Pontefice – ci insegnavano a prenderlo subito e baciarlo: non si buttava mai via il pane. Il pane è simbolo di questa unità dell'umanità, è simbolo dell'amore di Dio per te, il Dio che ti dà da mangiare. Quando avanzava, le nonne, le mamme cosa facevano (e fanno)? Lo bagnavano con il latte e ci facevano una torta, qualunque cosa: ma il pane non si butta“.
La confessione
“Una volta – ha raccontato ancora Papa Francesco – è venuta a Buenos Aires l'immagine della Madonna di Fatima e c'era una Messa per gli ammalati, in un grande stadio pieno di gente. Io ero già vescovo, sono andato a confessare e ho confessato, confessato, prima della Messa e durante. Alla fine non c'era quasi più gente e io mi sono alzato per andarmene, perché mi aspettava una cresima da un'altra parte. E' arrivata però una signora piccolina, semplice, tutta vestita di nero come le contadine del Sud d'Italia quando sono in lutto, ma i suoi splendidi occhi le illuminavano il viso. 'Lei vuole confessarsi', le ho detto, 'ma non ha peccati'. La signora era portoghese e mi ha risposto: 'Tutti abbiamo peccati'. 'Stia attenta, allora: forse Dio non perdona'. 'Dio perdona tutto' ha sostenuto con sicurezza. 'E lei come fa a saperlo?'. 'Se Dio non perdonasse tutto il mondo non esisterebbe'. Avrei voluto dirle: 'Ma lei ha studiato alla Gregoriana!'. E' la saggezza dei semplici, che sanno di avere un padre che sempre li aspetta”.