La Vergine Santa ci aiuti a comprendere che in ogni persona umana c’è l’impronta di Dio, sorgente della vita. Lei, Madre di Dio e Madre nostra, ci renda sempre più consapevoli che nella generazione di un figlio i genitori agiscono come collaboratori di Dio. Una missione veramente sublime che fa di ogni famiglia un santuario della vita e risveglia – ogni nascita di un figlio – la gioia, lo stupore, la gratitudine”. Così Papa Francesco al termine del consueto Angelus domenicale.
Imparare a fidarsi
“Oggi – ha spiegato il Papa commentando il brano del Vangelo – la liturgia ci invita a celebrare la festa della Natività di San Giovanni Battista. La sua nascita è l’evento che illumina la vita dei suoi genitori Elisabetta e Zaccaria, e coinvolge nella gioia e nello stupore i parenti e i vicini. Questi anziani genitori avevano sognato e anche preparato quel giorno, ma ormai non l’aspettavano più: si sentivano esclusi, umiliati, delusi: non avevano figli. Di fronte all’annuncio della nascita di un figlio Zaccaria era rimasto incredulo, perché le leggi naturali non lo consentivano: erano vecchi, erano anziani; di conseguenza il Signore lo rese muto per tutto il tempo della gestazione. È un segnale. Ma Dio non dipende dalle nostre logiche e dalle nostre limitate capacità umane. Bisogna imparare a fidarsi e a tacere di fronte al mistero di Dio e a contemplare in umiltà e silenzio la sua opera, che si rivela nella storia e che tante volte supera la nostra immaginazione”.
“Nulla è impossibile a Dio”
Elisabetta e Zaccaria, ha spiegato il Papa, “sperimentano che 'nulla è impossibile a Dio', grande è la loro gioia. L’odierna pagina evangelica annuncia la nascita e poi si sofferma sul momento dell’imposizione del nome al bambino. Elisabetta sceglie un nome estraneo alla tradizione di famiglia e dice: 'Si chiamerà Giovanni', dono gratuito e ormai inatteso, perché Giovanni significa 'Dio ha fatto grazia'. E questo bambino sarà araldo, testimone della grazia di Dio per i poveri che aspettano con umile fede la sua salvezza. Zaccaria conferma inaspettatamente la scelta di quel nome, scrivendolo su una tavoletta – perché era muto –, e all’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava normalmente, benedicendo Dio'” .
Stupore e gratitudine
Tutto l’avvenimento della nascita di Giovanni Battista, ha sottolineato Bergoglio, “è circondato da un gioioso senso di stupore, di sorpresa e di gratitudine. Stupore, sorpresa, gratitudine. La gente è presa da un santo timore di Dio 'e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose' . Fratelli e sorelle, il popolo fedele intuisce che è accaduto qualcosa di grande, anche se umile e nascosto, e si domanda: 'Che sarà mai questo bambino?'. Il popolo fedele di Dio è capace di vivere la fede con gioia, con senso di stupore, di sorpresa e di gratitudine. Guardiamo quella gente che chiacchierava bene su questa cosa meravigliosa, su questo miracolo della nascita di Giovanni, e lo faceva con gioia, era contenta, con senso di stupore, di sorpresa e gratitudine. E guardando questo domandiamoci: come è la mia fede? È una fede gioiosa, o è una fede sempre uguale, una fede 'piatta'? Ho senso dello stupore, quando vedo le opere del Signore, quando sento parlare dell’evangelizzazione o della vita di un santo, o quanto vedo tanta gente buona: sento la grazia, dentro, o niente si muove nel mio cuore? So sentire le consolazioni dello Spirito o sono chiuso? Domandiamoci, ognuno di noi, in un esame di coscienza: Come è la mia fede? È gioiosa? È aperta alle sorprese di Dio? Perché Dio è il Dio delle sorprese. Ho 'assaggiato' nell’anima quel senso dello stupore che dà la presenza di Dio, quel senso di gratitudine? Pensiamo a queste parole, che sono stati d’animo della fede: gioia, senso di stupore, senso di sorpresa e gratitudine”.