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Il Papa: “Cerchiamo di entrare nel vero Natale con Maria e Giuseppe”

Maria, che “offrendo liberamente sé stessa al Signore della storia, gli ha permesso di cambiare il destino dell’umanità”, e Giuseppe, che “si fida totalmente di Dio che gli si avvicina”. Intorno a “queste due figure, Maria e Giuseppe, che per primi hanno accolto Gesù mediante la fede”, protagonisti del Vangelo di questa ultima domenica di Avvento, si è sviluppata la riflessione di Papa Francesco all’Angelus. Due persone “che più di ogni altra sono state coinvolte in questo mistero d’amore: la Vergine Maria e il suo sposo Giuseppe. Mistero di amore, mistero di vicinanza di Dio con l’umanità”. Due protagonisti che “ci introducono nel mistero del Natale. Maria ci aiuta a metterci in atteggiamento di disponibilità per accogliere il Figlio di Dio nella nostra vita concreta, nella nostra carne. Giuseppe ci sprona a cercare sempre la volontà di Dio e a seguirla con piena fiducia. Tutti e due si sono lasciati avvicinare da Dio”.
E dopo la recita della preghiera mariana, il Papa ha anche suggerito come vivere questi ultimi giorni che ci separano dalla memoria della nascita del Salvatore: “Domenica prossima sarà Natale – ha ricordato il Pontefice – In questa settimana – mi raccomando – cerchiamo di trovare qualche momento per fermarci, fare un po’ di silenzio, e immaginare la Madonna e san Giuseppe che stanno andando a Betlemme. Immaginare come vanno: il cammino, la fatica, ma anche la gioia, la commozione, e poi l’ansia di trovare un posto, la preoccupazione…, e così via. In questo aiuta molto il presepe. Cerchiamo di entrare nel vero Natale, quello di Gesù, che ci si avvicina – Dio-con-noi, vicino a noi – per ricevere la grazia di questa festa, che è una grazia di vicinanza, di amore, di umiltà e di tenerezza”.
Riferendosi alla Vergine, il S. Padre aveva detto che “anche a noi, in modo diverso, Dio si avvicina con la sua grazia per entrare nella nostra vita e per offrirci in dono il suo Figlio. E noi che cosa facciamo? Lo accogliamo, lo lasciamo avvicinarsi oppure lo rifiutiamo, lo cacciamo via?”. Perciò “Maria ci appare come modello a cui guardare e sostegno su cui contare nella nostra ricerca di Dio, nella nostra vicinanza a Dio, in questo lasciare che Dio si avvicini a noi e nel nostro impegno per costruire la civiltà dell’amore”. Così come Giuseppe “che ci insegna a fidarci sempre di Dio, che ci si avvicina: quando Dio ci si avvicina dobbiamo fidarci. Giuseppe ci insegna a lasciarci guidare da Lui con volontaria obbedienza”.
Il Papa ha salutato un folto gruppo di volontari dell’Unitalsi presenti in piazza. Erano i circa 600 figuranti che hanno dato vita al presepe vivente proveniente dalla Puglia in treno, saliti a bordo del convoglio vestiti da personaggi del presepe. I bambini ed i loro genitori hanno impersonato gli angeli, mentre gli altri viaggiatori rappresentavano popolani e pastori. Alla rappresentazione hanno partecipato anche alcuni immigrati ospitati dalla Cooperativa Sociale “Consorzio Matrix” e “L’impronta”: raffiguravano i pastori senza casa e senza certezze, a memoria del bambino Gesù che è nato in un paese lontano dalla sua casa, perché straniero e perché nessuno volle accoglierlo. Molti di loro – anche se di religione islamica – hanno accettato di fare da figuranti nel presepe vivente. Il Pontefice ha infine ringraziato quanti ieri gli hanno formulato gli auguri per il suo 80° compleanno ed ha chiesto “di pregare affinché il dialogo nella Repubblica Democratica del Congo si svolga con serenità per evitare qualsiasi tipo di violenza e per il bene di tutto il Paese”.

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