La vanagloria distrugge la comunità”. Lo ha detto Papa Francesco nella sua omelia durante la messa celebrata a Casa Santa Marta questa mattina. Il Pontefice ha preso spunto dal Vangelo di oggi in cui Gesù dice ai farisei di invitare ai banchetti “poveri, storpi, zoppi, ciechi” perchè non hanno nulla da ricambiare.
Il commento al Vangelo
Il Santo Padre ha preso spunto dal brano per condannare “l'egoismo dell'interesse”. Gesù ci insegna a non agire in base al proprio tornaconto e ci esorta alla “gratuità” che “allarga la vita ed allunga l’orizzonte, perché è universale”. Al contrario, secondo il Papa, “i selettivi sono fattori di divisione”. “Ci sono – ha osservato il Santo Padre nel corso della sua omelia – due cose che vanno contro l’unità; la rivalità e la vanagloria”. Ancora una volta Bergoglio ha puntato l'indice contro quello che definisce “chiacchiericcio”: “Anche il chiacchiericcio nasce dalla rivalità, perché tanta gente si sente che non può crescere, ma per diventare più alto dell’altro diminuisce l’altro con il chiacchiericcio. Un modo di distruggere le persone“.
Evitare la rivalità
Francesco ritiene che la rivalità sia “una lotta per schiacciare l’altro” ed è per questo che “è brutta”. La rivalità non è solo quella manifesta: “Si può fare – ha detto il Pontefice – in modo aperto, diretto o si può fare con i guanti bianchi; ma sempre per distruggere l’altro e innalzare se stessi. E siccome io non posso essere così virtuoso, così buono, diminuisco l’altro, così io rimango sempre alto. La rivalità è una via a questo agire per interesse”. Papa Francesco si è poi concentrato ad analizzare i mali della vanagloria: “Questo distrugge una comunità, distrugge una famiglia, pure … Pensate alla rivalità tra i fratelli per l’eredità del padre, per esempio: questa è cosa di tutti i giorni. Pensate alla vanagloria, a coloro che si vantano di essere migliori degli altri”.
Lo Yemen
Il rimedio contro la vanagloria e la rivalità è la gratuità a cui ci esorta Gesù nel Vangelo di oggi. Il Santo Padre ha poi messo in evidenza quanto sia necessaria la concordia per trovare soluzioni ai problemi del mondo: “Quando noi leggiamo le notizie delle guerre, pensiamo alle notizie della fame dei bambini nello Yemen, frutto della guerra: è lontano, poveri bambini … ma perché non hanno da mangiare? Ma la stessa guerra si fa a casa nostra, nelle nostre istituzioni con questa rivalità; incomincia lì, la guerra! E la pace deve farsi lì; nella famiglia, nella parrocchia, nelle istituzioni, nel posto di lavoro, cercando sempre la unanimità e la concordia e non il proprio interesse”.