“Penso a quanti sono oppressi da sofferenze, ingiustizie e soprusi; a quanti sono schiavi del denaro, del potere, del successo, della mondanità. Poveretti, hanno consolazioni ‘truccate’, non la vera consolazione del Signore!”. E’ quanto espresso oggi da Papa Francesco all’Angelus in piazza san Pietro. “Questa domenica – ha affermato – segna la seconda tappa del Tempo di Avvento, un tempo stupendo che risveglia in noi l’attesa del ritorno di Cristo e la memoria della sua venuta storica”. La liturgia di oggi, ha spiegato, “ci presenta un messaggio pieno di speranza. È l’invito del Signore espresso per bocca del profeta Isaia: ‘Consolate, consolate il mio popolo, dice il vostro Dio’”.
Il Signore “si prende cura del suo gregge” con la “sollecitudine e la tenerezza di un pastore” e così anche noi oggi siamo invitati “a diffondere tra il popolo questo messaggio di speranza”. Secondo il successore di Pietro sperimentiamo “la gioia di essere consolati e amati” da Dio nella preghiera silenziosa, nell’Eucaristia, nel sacramento del Perdono e quando ascoltiamo la sua Parola. A tale proposito, come in altre occasioni, ha invitato i fedeli a tenere sempre un Vangelo in tasca o nella borsa. “Oggi – ha proseguito – c’è bisogno di persone che siano testimoni della misericordia e della tenerezza del Signore, che scuote i rassegnati, rianima gli sfiduciati, accende il fuoco della speranza. Tante situazioni richiedono la nostra testimonianza consolatrice… Tutti siamo chiamati a consolare i nostri fratelli, testimoniando che solo Dio può eliminare le cause dei drammi esistenziali e spirituali”.
Il Pontefice ha inoltre affermato che se ci affidiamo al Signore “con cuore umile e pentito, Egli abbatterà i muri del male, riempirà le buche delle nostre omissioni, spianerà i dossi della superbia e della vanità e aprirà la strada dell’incontro con Lui”. Ha infine osservato che tante volte “ci sentiamo più sicuri nella tristezza e nella desolazione” perché “ci sentiamo protagonisti”, mentre “nella consolazione è lo Spirito Santo che è protagonista”. “Per favore – ha concluso – lasciatevi consolare dal Signore”.