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Il Papa all'Angelus: “Dio non si vendica”

“C’è un solo impedimento di fronte alla volontà tenace e tenera di Dio: la nostra arroganza e la nostra presunzione, che diventa talvolta anche violenza!”. Lo ha detto Papa Francesco in occasione della preghiera dell'Angelus domenicale. Il S. Padre ha commentato il brano evangelico della domenica che ha proposto la parabola dei vignaioli omicidi “ai quali il padrone affida la vigna”. Così “viene messa alla prova la lealtà di questi vignaioli: la vigna è affidata loro, che devono custodirla, farla fruttificare e consegnare al padrone il raccolto”. Invece, dopo aver maltrattato e ucciso gli inviati del padrone, nonostante la pazienza di quest'ultimo, “prigionieri del loro comportamento possessivo, uccidono anche il figlio”. “È una storia che ci appartiene – ha detto il Papa – si parla dell’alleanza che Dio ha voluto stabilire con l’umanità ed alla quale ha chiamato anche noi a partecipare. Questa storia di alleanza però, come ogni storia di amore, conosce i suoi momenti positivi ma è segnata anche da tradimenti e da rifiuti. Per far capire come Dio Padre risponde ai rifiuti opposti al suo amore e alla sua proposta di alleanza, il brano evangelico pone sulle labbra del padrone della vigna una domanda: 'Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?'. Questa domanda sottolinea che la delusione di Dio per il comportamento malvagio degli uomini non è l’ultima parola! È qui la grande novità del Cristianesimo: un Dio che, pur deluso dai nostri sbagli e dai nostri peccati, non viene meno alla sua parola, non si ferma e soprattutto non si vendica! Ma fratelli e sorelle – ha aggiunto a braccio – Dio non si vendica, Dio ama, non si vendica, ci aspetta per perdonarci, per abbracciarci”.

Il “vino nuovo” della misericordia

Il S. Padre ha sottolineato che “Attraverso le 'pietre di scarto' – e Cristo è la prima pietra che i costruttori hanno scartato – attraverso situazioni di debolezza e di peccato, Dio continua a mettere in circolazione il 'vino nuovo' della sua vigna, cioè la misericordia“. Poi ha aggiunto che di fronte “a questi atteggiamenti e dove non si producono frutti, la Parola di Dio conserva tutta la sua forza di rimprovero e di ammonimento”.

La fede è proposta d'amore

“L’urgenza di rispondere con frutti di bene alla chiamata del Signore, che ci chiama a diventare sua vigna, ci aiuta a capire cosa c’è di nuovo e di originale nella fede cristiana. Essa non è tanto la somma di precetti e di norme morali, ma è prima di tutto una proposta di amore che Dio, attraverso Gesù, ha fatto e continua a fare all’umanità. È un invito a entrare in questa storia di amore, diventando una vigna vivace e aperta, ricca di frutti e di speranza per tutti. Una vigna chiusa può diventare selvatica e produrre uva selvatica. Siamo chiamati – ha concluso il Papa – ad uscire dalla vigna per metterci a servizio dei fratelli che non sono con noi, per scuoterci a vicenda e incoraggiarci, per ricordarci di dover essere vigna del Signore in ogni ambiente, anche quelli più lontani e disagevoli” ed ha invocato l'intercessione di Maria “affinché ci aiuti ad essere dappertutto, specialmente nelle periferie della società, la vigna che il Signore ha piantato per il bene di tutti e a portare il vino nuovo della misericordia del Signore”.

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