Ad ogni cristiano “è chiesto di essere coerente in ogni circostanza con la fede che professa. La coerenza cristiana è una grazia che dobbiamo chiedere al Signore. Essere coerenti, vivere come cristiani, e non dire ‘sono cristiano’ e vivere come pagano”. E’ l’esortazione di Papa Francesco durante l’Angelus di oggi, festa di Santo Stefano, primo martire della Chiesa, che ha offerto “la sua stessa vita nel servizio per i più bisognosi”. Il Pontefice ha richiamato le parole di Gesù ai discepoli: “Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato”.
“Queste parole del Signore – ha spiegato – non turbano la celebrazione del Natale, ma la spogliano di quel falso rivestimento dolciastro che non le appartiene. Ci fanno comprendere che nelle prove accettate a causa della fede, la violenza è sconfitta dall’amore, la morte dalla vita”. Il vescovo di Roma ha invitato i fedeli a “dare testimonianza a Gesù nell’umiltà, nel servizio silenzioso, senza paura di andare controcorrente e di pagare di persona”. Seguire il Vangelo è un “cammino esigente, ma bello, bellissimo” e dona la pace. Ha poi rivolto una preghiera “per quanti sono discriminati per la testimonianza resa a Cristo”, i “martiri di oggi”, che sono “tanti, tantissimi”. “Grazie al loro sacrificio – ha auspicato – si rafforzi in ogni parte del mondo l’impegno per riconoscere e assicurare concretamente la libertà religiosa, che è un diritto inalienabile di ogni persona umana”.