“La nonviolenza è un esempio tipico di valore universale, che trova nel Vangelo di Cristo il suo compimento ma che appartiene anche ad altre nobili e antiche tradizioni spirituali. In un mondo come quello attuale, purtroppo segnato da guerre e da numerosi conflitti, come pure da una violenza diffusa che si manifesta in diverse forme nella convivenza ordinaria, la scelta della nonviolenza come stile di vita diventa sempre più un’esigenza di responsabilità a tutti i livelli, dall’educazione familiare, all’impegno sociale e civile, fino all’attività politica e alle relazioni internazionali”.
Papa Francesco ha ripreso il tema del messaggio diffuso tre giorni fa per la prossima Giornata mondiale della Pace nel corso dell’udienza concessa ai nuovi ambasciatori accreditati presso la S. Sede tra i quali quelli di Svezia e Tunisia. “Provenite da regioni del mondo assai distanti e diverse tra loro, e questo fatto costituisce sempre qui, a Roma, un motivo di compiacimento, perché l’orizzonte della Santa Sede è per sua natura universale” ha ricordato il Papa nel sottolineare che la missione della Chiesa è “essenzialmente religiosa” ma anche che nella storia assume “la dimensione dei rapporti con gli Stati e i loro governanti”.
In questo contesto il tema della pace riveste un ruolo preminente. “Si tratta, in ogni circostanza, di respingere la violenza come metodo di risoluzione dei conflitti e di affrontarli invece sempre mediante il dialogo e la trattativa” ha detto il Pontefice, richiamando alla propria responsabilità quanti rivestono ruoli istituzionali, come aveva già fatto nel messaggio: “In particolare, coloro che ricoprono cariche istituzionali in ambito nazionale o internazionale, sono chiamati ad assumere nella propria coscienza e nell’esercizio delle loro funzioni uno stile non violento, che non è affatto sinonimo di debolezza o di passività, ma, al contrario, presuppone forza d’animo, coraggio e capacità di affrontare le questioni e i conflitti con onestà intellettuale, cercando veramente il bene comune prima e più di ogni interesse di parte sia ideologico, sia economico, sia politico”.
Ed ha concluso: “Questa è la strada da seguire nel presente e nel futuro. Questa è la via della pace, non quella proclamata a parole ma di fatto negata perseguendo strategie di dominio, supportate da scandalose spese per gli armamenti, mentre tante persone sono prive del necessario per vivere”.