Un incoraggiamento a continuare sulla strada della misericordia. Può essere riassunto così il discorso pronunciato da Papa Francesco ai cento cappellani e i volontari di Stella Maris-Apostolato del Mare, attivi in oltre trecento porti di 55 Paesi in tutto il mondo, ricevuti questa mattina dal Pontefice in udienza. Nata nel porto di Glasgow, “Stella Maris” è in procinto di celebrare il suo centenario col 25° Congresso Mondiale nella città scozzese. L'organizzazione fu approvata da Papa Pio XI che desiderò che l’Apostolato del Mare estendesse la sua missione agli Oceani e ai mari di tutti i Continenti.
Impegno sociale
“Senza i marittimi, l'economia globale si fermerebbe; e senza i pescatori molte parti del mondo soffrirebbero la fame” ha detto il Pontefice, rimarcando il ruolo sociale di costoro nella lotta alla fame in tutto il pianeta. Il Papa ha voluto, altresì, rimarcare che “la vita da marittimo o da pescatore è segnata non solo dall'isolamento e dalla lontananza” ma spesso è “ferita da esperienze vergognose di abusi e ingiustizie“. Su tutte, una retribuzione consona all'attività, spesso in balìa di rischi differenti: Papa Francesco ha ricordato come spesso i marinai e pescatori “non ricevono il salario loro dovuto o vengono abbandonati in porti lontani”, oltre ai “pericoli della natura, come tempeste e uragani”. Passando in rassegna le fragilità della categoria, il Santo Padre ha voluto, ancora una volta, rimarcare quelli che ha definito “i pericoli degli uomini“, facendo riferimento alla pirateria o gli attacchi terroristici: “Incoraggio voi e tutti i cappellani e volontari di Stella Maris a raddoppiare gli sforzi per affrontare questioni che sono troppo spesso il risultato dell'avidità umana” ha invitato loro il Pontefice.
Essere misericordiosi per la pace
In un discorso a braccio, infine, Papa Fracesco ha chiesto, in particolare ai cappellani, di essere misericordiosi per fare pace in tanti cuori: “Tanti marinai si accosteranno o arriveranno dai cappellani e sacerdoti con problemi di coscienza che li fanno soffrire tanto e che mai avranno avuto la possibilità di buttare fuori. Col vostro servizio potete contribuire a ridare a queste persone il senso della loro dignità. Anche grazie a voi le persone più vulnerabili possono ritrovare la speranza di un futuro migliore. Il vostro impegno può aiutarle a non arrendersi di fronte a una vita precaria e a volte segnata dallo sfruttamento.In queste circostanze, lontano dalla casa, lontano dalla patria, forse un dialogo con il cappellano può aprire orizzonti si speranza“. A sostegno del suo messaggio, il Pontefice ha concesso ai cappellani del mare le stesse licenze conferite ai missionari della misericordia, vale a dire i confessori e assistenti spirituali da lui istituiti in occasione del Giubileo straordinario della Misericordia: “La vostra presenza nei porti, piccoli e grandi, già di per sé dovrebbe essere un richiamo alla paternità di Dio e al fatto che davanti a Lui siamo tutti figli e fratelli; un richiamo al valore primario della persona umana prima e al di sopra di ogni interesse; e uno stimolo a tutti, a partire dai più poveri, a impegnarsi per la giustizia e il rispetto dei diritti fondamentali” ha concluso il Pontefice.