“Da sempre lo sport ha favorito un universalismo caratterizzato da fraternità e amicizia tra i popoli, concordia e pace tra le nazioni; da rispetto, tolleranza, armonia delle diversità”. E’ quanto affermato da Papa Francesco che ha ricevuto in udienza, presso la Basilica Vaticana, dirigenti e atleti del Comitato Olimpico Nazionale Italiano (Coni) in occasione del centenario della sua fondazione. Il Santo Padre ha ricordato che la Carta Olimpica “tra i suoi principali scopi pone la centralità della persona, lo sviluppo armonico dell’uomo, la difesa della dignità umana, e inoltre quello di contribuire alla costruzione di un mondo migliore, senza guerre e tensioni, educando i giovani attraverso lo sport praticato senza discriminazioni di alcun genere… in uno spirito di amicizia, solidarietà e lealtà”.
Secondo il vescovo di Roma ogni evento sportivo “può diventare tramite di una forza ideale capace di aprire vie nuove, a volte insperate, nel superamento di conflitti causati dalla violazione dei diritti umani”. Ha sottolineato che il motto olimpico “Citius, altius, fortius” non è un “incitamento alla supremazia” e nemmeno “all’esclusione dei più deboli e dei meno tutelati, ma rappresenta la sfida a cui siamo chiamati tutti, non solo gli atleti: quella di assumere la fatica, il sacrificio, per raggiungere le mete importanti della vita, accettando i propri limiti senza lasciarsi bloccare da essi ma cercando di superarsi”. Ha invitato il Coni a continuare il “lavoro educativo” nelle scuole, “nel mondo del lavoro e della solidarietà, per favorire uno sport accessibile a tutti” e con “stile di gratuità”, attento a coloro che vivono nelle periferie, ai deboli, alle “fasce più precarie della società”, ai disabili, agli stranieri.
Il Pontefice inoltre, ha evidenziato l’importanza della figura del Cappellano Olimpico, “presenza amica che vuole manifestare la vicinanza della Chiesa anche nello stimolare negli sportivi un forte senso di agonismo spirituale”. “Lo hanno capito anche i Santi – ha spiegato – che hanno saputo interpretare la passione, l’entusiasmo, la costanza, la determinazione, la sfida e il limite con lo sguardo proiettato verso un oltre, oltre se stessi verso l’orizzonte di Dio”. Il successore di Pietro ha concluso il discorso facendo gli auguri per la candidatura di Roma ad ospitare i Giochi Olimpici del 2024. A tale proposito ha detto scherzando: “Io non ci sarò, eh?”.