L’India punta il dito contro gli ex “domitatori” inglesi accusati di aver introdotto un modello scolastico occidentale che non si integra con quello locale. Lo ha detto Rajnath Singh, il ministro degli interni del governo centrale, durante le celebrazioni per il centenario della Chopsani School a Jodhpur. Gli inglesi – continua Singh – avrebbero “inferto un duro colpo ai valori e alla cultura dell’India e solo l’impareggiabile cultura indiana e il suo modello di valori così ricco e olistico sono in grado di raggiungere tale traguardo”.
Ciò che ha affermato il ministro degli interni riflette il pensiero del premier Narendra Modi. Il leader del Bharatiya Janata Party (Bjp), il partito nazionalista indù, ha promesso di applicare il “modello Gujarat” a livello nazionale. Molti hanno tradotto queste sue parole come l’intento di rendere l’economia più dinamica e aperta alle imprese. Ma il modello punta soprattutto sull’ ambito educativo: le scuole governative dovranno inserire nei loro programmi molti libri di testo scritti da Dinanath Batra, un intellettuale che ha dedicato la sua vita alla rielaborazione della storia dell’India tramite il “prisma dell’Hindutva”, ideologia nazionalista e radicale indù.