Pubblichiamo il testo integrale del messaggio del S. Padre per la Quaresima 2018
Cari fratelli e sorelle, ancora una volta ci viene incontro la Pasqua del Signore! Per prepararci ad essa la Provvidenza di Dio ci offre ogni anno la Quaresima, “segno sacramentale della nostra conversione”,Ā che annuncia e realizza la possibilitĆ di tornare al Signore con tutto il cuore e con tutta la vita. Anche questāanno, con il presente messaggio, desidero aiutare tutta la Chiesa a vivere con gioia e veritĆ in questo tempo di grazia; e lo faccio lasciandomi ispirare da unāespressione di GesĆ¹ nel Vangelo di Matteo: “Per il dilagare dellāiniquitĆ lāamore di molti si raffredderĆ “. Questa frase si trova nel discorso che riguarda la fine dei tempi e che ĆØ ambientato a Gerusalemme, sul Monte degli Ulivi, proprio dove avrĆ inizio la passione del Signore. Rispondendo a una domanda dei discepoli, GesĆ¹ annuncia una grande tribolazione e descrive la situazione in cui potrebbe trovarsi la comunitĆ dei credenti: di fronte ad eventi dolorosi, alcuni falsi profetiĀ inganneranno molti, tanto da minacciare di spegnere nei cuori la caritĆ che ĆØ il centro di tutto il Vangelo.
I falsi profeti
Ascoltiamo questo brano e chiediamoci: quali forme assumono i falsi profeti? Essi sono come “incantatori di serpenti“, ossia approfittano delle emozioni umane per rendere schiave le persone e portarle dove vogliono loro. Quanti figli di Dio sono suggestionati dalle lusinghe del piacere di pochi istanti, che viene scambiato per felicitĆ ! Quanti uomini e donne vivono come incantati dallāillusione del denaro, che li rende in realtĆ schiavi del profitto o di interessi meschini! Quanti vivono pensando di bastare a sĆ© stessi e cadono preda della solitudine! Altri falsi profeti sono quei “ciarlatani”Ā che offrono soluzioni semplici e immediate alle sofferenze, rimedi che si rivelano perĆ² completamente inefficaci: a quanti giovani ĆØ offerto il falso rimedio della droga, di relazioni “usa e getta”, di guadagni facili ma disonesti! Quanti ancora sono irretiti in una vita completamente virtuale, in cui i rapporti sembrano piĆ¹ semplici e veloci per rivelarsi poi drammaticamente privi di senso! Questi truffatori, che offrono cose senza valore, tolgono invece ciĆ² che ĆØ piĆ¹ prezioso come la dignitĆ , la libertĆ e la capacitĆ di amare. Eā lāinganno della vanitĆ , che ci porta a fare la figura dei pavoniā¦ per cadere poi nel ridicolo; e dal ridicolo non si torna indietro. Non fa meraviglia: da sempre il demonio, che ĆØ “menzognero e padre della menzogna”, presenta il male come bene e il falso come vero, per confondere il cuore dellāuomo. Ognuno di noi, perciĆ², ĆØ chiamato a discernere nel suo cuore ed esaminare se ĆØ minacciato dalle menzogne di questi falsi profeti. Occorre imparare a non fermarsi a livello immediato, superficiale, ma riconoscere ciĆ² che lascia dentro di noi unāimpronta buona e piĆ¹ duratura, perchĆ© viene da Dio e vale veramente per il nostro bene.
Un cuore freddo
Dante Alighieri, nella sua descrizione dellāinferno, immagina il diavolo seduto su un trono di ghiaccio;Ā egli abita nel gelo dellāamore soffocato. Chiediamoci allora: come si raffredda in noi la caritĆ ? Quali sono i segnali che ci indicano che in noi lāamore rischia di spegnersi? CiĆ² che spegne la caritĆ ĆØ anzitutto lāaviditĆ per il denaro, “radice di tutti i mali”; ad essa segue il rifiuto di Dio e dunque di trovare consolazione in Lui, preferendo la nostra desolazione al conforto della sua Parola e dei Sacramenti.Ā Tutto ciĆ² si tramuta in violenza che si volge contro coloro che sono ritenuti una minaccia alle nostre “certezze”: il bambino non ancora nato, lāanziano malato, lāospite di passaggio, lo straniero, ma anche il prossimo che non corrisponde alle nostre attese. Anche il creato ĆØ testimone silenzioso di questo raffreddamento della caritĆ : la terra ĆØ avvelenata da rifiuti gettati per incuria e interesse; i mari, anchāessi inquinati, devono purtroppo ricoprire i resti di tanti naufraghi delle migrazioni forzate; i cieli ā che nel disegno di Dio cantano la sua gloria ā sono solcati da macchine che fanno piovere strumenti di morte. Lāamore si raffredda anche nelle nostre comunitĆ : nellāEsortazione apostolica Evangelii gaudium ho cercato di descrivere i segni piĆ¹ evidenti di questa mancanza di amore. Essi sono: lāaccidia egoista, il pessimismo sterile, la tentazione di isolarsi e di impegnarsi in continue guerre fratricide, la mentalitĆ mondana che induce ad occuparsi solo di ciĆ² che ĆØ apparente, riducendo in tal modo lāardore missionario.
Cosa fare?
Se vediamo nel nostro intimo e attorno a noi i segnali appena descritti, ecco che la Chiesa, nostra madre e maestra, assieme alla medicina, a volte amara, della veritĆ , ci offre in questo tempo di Quaresima il dolce rimedio della preghiera, dellāelemosina e del digiuno. Dedicando piĆ¹ tempo alla preghiera, permettiamo al nostro cuore di scoprire le menzogne segrete con le quali inganniamo noi stessi,Ā per cercare finalmente la consolazione in Dio. Egli ĆØ nostro Padre e vuole per noi la vita. Lāesercizio dellāelemosina ci libera dallāaviditĆ e ci aiuta a scoprire che lāaltro ĆØ mio fratello: ciĆ² che ho non ĆØ mai solo mio. Come vorrei che lāelemosina si tramutasse per tutti in un vero e proprio stile di vita! Come vorrei che, in quanto cristiani, seguissimo lāesempio degli Apostoli e vedessimo nella possibilitĆ di condividere con gli altri i nostri beni una testimonianza concreta della comunione che viviamo nella Chiesa. A questo proposito faccio mia lāesortazione di san Paolo, quando invitava i Corinti alla colletta per la comunitĆ di Gerusalemme: “Si tratta di cosa vantaggiosa per voi”. Questo vale in modo speciale nella Quaresima, durante la quale molti organismi raccolgono collette a favore di Chiese e popolazioni in difficoltĆ . Ma come vorrei che anche nei nostri rapporti quotidiani, davanti a ogni fratello che ci chiede un aiuto, noi pensassimo che lƬ cāĆØ un appello della divina Provvidenza: ogni elemosina ĆØ unāoccasione per prendere parte alla Provvidenza di Dio verso i suoi figli; e se Egli oggi si serve di me per aiutare un fratello, come domani non provvederĆ anche alle mie necessitĆ , Lui che non si lascia vincere in generositĆ ?Ā Il digiuno, infine, toglie forza alla nostra violenza, ci disarma, e costituisce unāimportante occasione di crescita. Da una parte, ci permette di sperimentare ciĆ² che provano quanti mancano anche dello stretto necessario e conoscono i morsi quotidiani dalla fame; dallāaltra, esprime la condizione del nostro spirito, affamato di bontĆ e assetato della vita di Dio. Il digiuno ci sveglia, ci fa piĆ¹ attenti a Dio e al prossimo, ridesta la volontĆ di obbedire a Dio che, solo, sazia la nostra fame. Vorrei che la mia voce giungesse al di lĆ dei confini della Chiesa Cattolica, per raggiungere tutti voi, uomini e donne di buona volontĆ , aperti allāascolto di Dio. Se come noi siete afflitti dal dilagare dellāiniquitĆ nel mondo, se vi preoccupa il gelo che paralizza i cuori e le azioni, se vedete venire meno il senso di comune umanitĆ , unitevi a noi per invocare insieme Dio, per digiunare insieme e insieme a noi donare quanto potete per aiutare i fratelli!
Il fuoco della Pasqua
Invito soprattutto i membri della Chiesa a intraprendere con zelo il cammino della Quaresima, sorretti dallāelemosina, dal digiuno e dalla preghiera. Se a volte la caritĆ sembra spegnersi in tanti cuori, essa non lo ĆØ nel cuore di Dio! Egli ci dona sempre nuove occasioni affinchĆ© possiamo ricominciare ad amare. Una occasione propizia sarĆ anche questāanno lāiniziativa “24 ore per il Signore“, che invita a celebrare il Sacramento della Riconciliazione in un contesto di adorazione eucaristica. Nel 2018 essa si svolgerĆ venerdƬ 9 e sabato 10 marzo, ispirandosi alle parole del Salmo 130,4: “Presso di te ĆØ il perdono”. In ogni diocesi, almeno una chiesa rimarrĆ aperta per 24 ore consecutive, offrendo la possibilitĆ della preghiera di adorazione e della Confessione sacramentale. Nella notte di Pasqua rivivremo il suggestivo rito dellāaccensione del cero pasquale: attinta dal “fuoco nuovo”, la luce a poco a poco scaccerĆ il buio e rischiarerĆ lāassemblea liturgica. “La luce del Cristo che risorge glorioso disperda le tenebre del cuore e dello spirito”, affinchĆ© tutti possiamo rivivere lāesperienza dei discepoli di Emmaus: ascoltare la parola del Signore e nutrirci del Pane eucaristico consentirĆ al nostro cuore di tornare ad ardere di fede, speranza e caritĆ . Vi benedico di cuore e prego per voi. Non dimenticatevi di pregare per me.