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“Il diavolo cerca di dividere la Chiesa, Maria la unisce. No al peccato e allo sfruttamento”

Avvicinandosi a Maria la Chiesa si ritrova, ritrova il suo centro e la sua unità. Il nemico della natura umana, il diavolo, cerca invece di dividerla, mettendo in primo piano le differenze, le ideologie, i pensieri di parte e i partiti– afferma papa Francesco nella prima celebrazione pontificia del 2020-.Ma non capiamo la Chiesa se la guardiamo a partire dalle strutture, dai programmi e dalle tendenze: ne coglieremo qualcosa, ma non il cuore. Perché la Chiesa ha un cuore di madre. E noi figli invochiamo oggi la Madre di Dio, che ci riunisce come popolo credente. O Madre, genera in noi la speranza, porta a noi l’unità. Donna della salvezza, ti affidiamo quest’anno, custodiscilo nel tuo cuore. Ti acclamiamo: Santa Madre di Dio, Santa Madre di Dio, Santa Madre di Dio!”

Cammino di speranza

Nella Basilica Vaticana, papa Francesco ha presieduto stamattina la celebrazione della messa della Solennità di Maria Santissima Madre di Dio nell’ottava di Natale e nella ricorrenza della 53° Giornata Mondiale della Pace sul tema La Pace come cammino di speranza: dialogo, riconciliazione e conversione ecologica. Nel corso della celebrazione eucaristica, dopo la proclamazione del Vangelo, il Pontefe ha prinunciato un'intensa omelia. “Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna. Nato da donna: così è venuto Gesù- sottolinea Jorge Mario Bergoglio-.Non è apparso nel mondo adulto ma, come ci ha detto il Vangelo, è stato concepito nel grembo: lì ha fatto sua la nostra umanità, giorno dopo giorno, mese dopo mese. Nel grembo di una donna Dio e l’umanità si sono uniti per non lasciarsi mai più: anche ora, in cielo, Gesù vive nella carne che ha preso nel grembo della madre. In Dio c’è la nostra carne umana!” E, aggiunge il Papa, “nel primo giorno dell’anno celebriamo queste nozze tra Dio e l’uomo, inaugurate nel grembo di una donna: in Dio ci sarà per sempre la nostra umanità e per sempre Maria sarà la Madre di Dio. È donna e madre, questo è l’essenziale. Da lei, donna, è sorta la salvezza e dunque non c’è salvezza senza la donna”. Lì, infatti, “Dio si è unito a noi e, se vogliamo unirci a Lui, si passa per la stessa strada: per Maria, donna e madre“. Perciò, avverte Jorge Mario Bergoglio,”iniziamo l’anno nel segno della Madonna, donna che ha tessuto l’umanità di Dio: se vogliamo tessere di umanità le trame dei nostri giorni, dobbiamo ripartire dalla donna”. E “nato da donna, la rinascita dell’umanità è cominciata dalla donna”.

Profanazione di Dio

Avverte il Pontefice: “Le donne sono fonti di vita, eppure sono continuamente offese, picchiate, violentate, indotte a prostituirsi e a sopprimere la vita che portano in grembo. Ogni violenza inferta alla donna è una profanazione di Dio, nato da donna. Dal corpo di una donna è arrivata la salvezza per l’umanità: da come trattiamo il corpo della donna comprendiamo il nostro livello di umanità”. E, invece, “quante volte il corpo della donna viene sacrificato sugli altari profani della pubblicità, del guadagno, della pornografia, sfruttato come superficie da usare”. Quindi “va liberato dal consumismo, va rispettato e onorato; è la carne più nobile del mondo, ha concepito e dato alla luce l’Amore che ci ha salvati!”.  Oggi “pure la maternità viene umiliata, perché l’unica crescita che interessa è quella economica“. Ci sono “madri, che rischiano viaggi impervi per cercare disperatamente di dare al frutto del grembo un futuro migliore e vengono giudicate numeri in esubero da persone che hanno la pancia piena, ma di cose, e il cuore vuoto di amore“.

Nato da donna

Secondo il racconto della Bibbia, prosegue il Pontefice, “la donna giunge al culmine della creazione, come il riassunto dell’intero creato: ella, infatti, racchiude in sé il fine del creato stesso: la generazione e la custodia della vita, la comunione con tutto, il prendersi cura di tutto”. È quello che fa la Madonna nel Vangelo oggi. “Maria – dice il testo – custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. Custodiva tutto: la gioia per la nascita di Gesù e la tristezza per l’ospitalità negata a Betlemme; l’amore di Giuseppe e lo stupore dei pastori; le promesse e le incertezze per il futuro”. Tutto, dunque, “prendeva a cuore e nel suo cuore tutto metteva a posto, anche le avversità, perché nel suo cuore sistemava ogni cosa con amore e affidava tutto a Dio”. Nel Vangelo questa azione di Maria ritorna una seconda volta: al termine della vita nascosta di Gesù si dice infatti che “sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore“. Secondo Francesco, “questa ripetizione ci fa capire che custodire nel cuore non è un bel gesto che la Madonna faceva ogni tanto, ma la sua abitudine”. infatti, “è proprio della donna prendere a cuore la vita: la donna mostra che il senso del vivere non è continuare a produrre cose, ma prendere a cuore le cose che ci sono”. E “solo chi guarda col cuore vede bene, perché sa vedere dentro: la persona al di là dei suoi sbagli, il fratello oltre le sue fragilità, la speranza nelle difficoltà, Dio in tutto”.

Casa di pace e non cortile di guerra

Perciò, raccomanda il Papa, “mentre cominciamo il nuovo anno chiediamoci: So guardare col cuore? So guardare col cuore le persone? Mi sta a cuore la gente con cui vivo, o le distruggo con le chiacchiere? E soprattutto, ho al centro del cuore il Signore? O altri valori, altri interessi, la mia promozione, le ricchezze, il potere?”. Solo “se la vita ci sta a cuore sapremo prendercene cura e superare l’indifferenza che ci avvolge”. Dunque “chiediamo questa grazia: di vivere l’anno col desiderio di prendere a cuore gli altri, di prenderci cura degli altri e se vogliamo un mondo migliore, che sia casa di pace e non cortile di guerra, ci stia a cuore la dignità di ogni donna”. Dalla donna è nato il Principe della pace. “La donna è donatrice e mediatrice di pace e va pienamente associata ai processi decisionali. Perché quando le donne possono trasmettere i loro doni, il mondo si ritrova più unito e più in pace. Perciò, una conquista per la donna è una conquista per l’umanità intera”, afferma Francesco. E “Gesù, appena nato, si è specchiato negli occhi di una donna, nel volto di sua madre”. Da lei “ha ricevuto le prime carezze, con lei ha scambiato i primi sorrisi”. Con lei “ha inaugurato la rivoluzione della tenerezza”. La Chiesa, “guardando Gesù bambino, è chiamata a continuarla”. Anch’ella, infatti, “come Maria, è donna e madre, e nella Madonna ritrova i suoi tratti distintivi”. Vede “lei,immacolata, e si sente chiamata a dire no al peccato e alla mondanità“. Vede lei, “feconda, e si sente chiamata ad annunciare il Signore, a generarlo nelle vite. Vede lei, madre, e si sente chiamata ad accogliere ogni uomo come un figli”, sostiene il Pontefice. 

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