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“IL CREATO NON E’ UN PC DOVE TUTTO E’ PROGRAMMATO”

“Dove era Dio la notte del 23 Agosto? Qualche volta questa verità che non siamo noi i padroni della terra ci viene bruscamente ricordata da eventi come quello del terribile terremoto della scorsa settimana. Torna allora a porsi la domanda di sempre: ‘Dov’era Dio?’ Non commettiamo l’errore di pensare che abbiamo la risposta pronta a tale domanda. Piangiamo con chi piange, come faceva Gesù davanti al dolore delle sorelle di Lazzaro”. Sono le parole del predicatore della Casa pontificia, padre Raniero Cantalamessa, nell’omelia dei Vespri, celebrati in San Pietro e presieduti da Papa Francesco, in occasione della Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato, celebrata insieme alla Chiesa ortodossa, istituita da Papa Francesco lo scorso 10 agosto.

Alla celebrazione hanno preso parte anche rappresentanti ortodossi e di altre confessioni cristiane. Nell’omelia, il frate ha sottolineato come, per merito della fede, si possa affermare che “Dio non ha progettato il creato come fosse una macchina o un computer, dove tutto è programmato dall’inizio in ogni dettaglio, salvo a operare periodicamente degli aggiornamenti. Per analogia con l’uomo, possiamo parlare di una sorta di `libertà´ che Dio ha dato alla materia di evolversi secondo leggi proprie. Questo comporta rischi tremendi per l’uomo, ma anche un supplemento di dignità e di grandezza”.

Secondo il predicatore pontificio, “alla domanda: ‘Dove era Dio la notte del 23 Agosto’, il credente non esita perciò a rispondere con tutta umiltà: ‘Era lì a soffrire con le sue creature e ad accogliere nella sua pace le vittime che bussavano alla porta del suo paradiso'”. Il quesito fu pronunciato sia dal vescovo di Ascoli, mons. Giovanni D’Ercole, sia dal vescovo di Rieti, mons. Domenico Pompili, nelle cerimonie funebri da loro celebrate per le vittime del sisma rispettivamente nel capoluogo ascolano e ad Amatrice.

Papa Francesco raccoglie il messaggio del “Poverello d’Assisi” quando fa dell’”intima relazione tra i poveri e la fragilità del pianeta” uno degli assi portanti della sua enciclica sull’ambiente, la Laudato si’. Cos’è, infatti, che produce, nello stesso tempo, i guasti peggiori dell’ambiente e la miseria di immense masse umane, se non l’insaziabile desiderio di alcuni di accrescere a dismisura i propri possedimenti e profitti – ha concluso Cantalamessa -. Alla terra, si deve applicare ciò che gli antichi dicevano della vita: ‘mancipio nulli datur, omnibus usu’; a nessuno è data in proprietà, a tutti in uso”.

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