Sempre al servizio degli ultimi. Il neo-cardinale Augusto Paolo Lojudice, 56 anni è nella Conferenza episcopale toscana il vescovo delegato per le Migrazioni. Stesso ambito di impegno sociale coltivato in Cei e al Vicariato di Roma. Nato a Roma è cresciuto frequentando la Parrocchia Nostra Signora del Suffragio e Sant’Agostino di Canterbury, nel popolare quartiere di Torre Maura).
Lojudice, teologia e impegno sociale
Si è preparato al sacerdozio (1983-1989) al Pontificio Seminario Romano Maggiore. E ha frequentato i corsi di Filosofia e Teologia (1983-1988) alla Pontificia Università Gregoriana. Qui ha conseguito anche la Licenza in Teologia, con specializzazione in Teologia Fondamentale (nel 2002). A Roma, nella Basilica Lateranense, è stato ordinato diacono nel 1988 e sacerdote un anno dopo, incardinandosi nella diocesi di Roma. Il suo percorso pastorale si articola lungo parrocchie dei quartieri più problematici della capitale come il Quadraro, Tor Bella Monaca, Prenestino. E’ stato anche direttore spirituale nel Pontificio Seminario Romano Maggiore. Ha fondato e presiede l’associazione Dorean Dote Onlus, che si occupa di sostegno ed accompagnamento di minori e famiglie in difficoltà.
Pastore con l’odore delle pecore
Il suo episcopato è espressione della Chiesa “povera per i poveri” e “ospedale da campo“. Vescovo ausiliare di Roma dal 2015, incaricato del settore sud e vicario generale di Ostia. Il suo impegno pastorale e sociale si è indirizzato verso il Centro per la cooperazione missionaria. In Cei è segretario della Commissione episcopale per le migrazioni. Un anno e mezzo fa è diventato arcivescovo metropolita di Siena-Colle di Val d’Elsa. Ieri il suo nome è riecheggiato all’Angelus e al concistoro del 28 novembre riceverà da Francesco la berretta cardinalizia.