Mercoledì 30 e giovedì 31 agosto il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, si recherà alle zone colpite dal terremoto del 24 agosto e 30 ottobre dello scorso anno. L’arcivescovo di Perugia visiterà i luoghi del sisma di Lazio e Marche per ribadire la vicinanza della Chiesa italiana alle popolazioni terremotate e per fare il punto sulla ricostruzione.
La Perdonanza a L’Aquila
Il breve viaggio è stato preceduto oggi da una visita a L’Aquila, altra città ferita dal terremoto nel 2009, dove il presidente della Cei sul sagrato della basilica di Santa Maria di Collemaggio ha celebrato la Santa Messa della Perdonanza con il rito di apertura della Porta Santa. “Questa mattina, nel corso di una breve visita nel centro storico, ho potuto vedere di persona le ferite ancora sanguinanti, che provocano un dolore profondo – ha detto nell’omelia il cardinale Bassetti – Il dolore per la perdita dei propri amici e parenti. Il dolore per una città colpita nelle sue strade, nei suoi edifici, nella sua identità. Voglio esprimere con semplicità, ma con sincera partecipazione, la vicinanza di tutta la Chiesa italiana alla popolazione de L’Aquila. E voglio pregare con voi perché questa terra non possa mai perdere la speranza e, soprattutto, possa conoscere presto il giorno della sua completa risurrezione, superando lentezze e incertezze che producono ancora sofferenze”. Il cardinale ha ricordato anche “le vittime del recentissimo terremoto di Ischia, alle quali non deve mancare tutto il nostro affetto e la nostra concreta solidarietà” e le “popolazioni terremotate del Lazio e delle Marche che, a Dio piacendo, visiterò nei prossimi giorni”.
Comunità in uscita
“Davanti a questa magnifica basilica di Collemaggio che sembra esprimere, come ricordò san Giovanni Paolo II, ‘il senso dell’infinito, il verticalismo della vita, lo splendore di Dio, riflesso nel creato’, vogliamo gettare le nostre sofferenze, i nostri limiti e il nostro peccato nelle mani del Padre per ricevere da Lui pace, perdono e speranza di un tempo nuovo” ha proseguito Bassetti che ha concluso commentando il passo evangelico di Giovanni in cui Gesù si definisce “porta” delle pecore: “Anche noi siamo chiamati ad essere una comunità in ‘uscita’, che non si ferma sulla soglia. Gesù non ha mancato di aprire le proprie porte, anzi, le ha spalancate, in particolare in due modi. Il primo modo è la misericordia. Potremmo quasi dire che la porta del paradiso, chiusa a causa della disobbedienza di Adamo, si apre nel momento in cui Gesù perdona i peccati di coloro che si rivolgono a lui, ma soprattutto nel momento in cui Egli muore per i nostri peccati”. Il secondo modo “è stato quando ha accolto i più bisognosi. Non solo i peccatori, ma gli ammalati e gli esclusi”.
Accogliere i bisognosi senza distinzioni
Il cardinale Bassetti ha fatto un riferimento esplicito ai profughi: “Chiediamo la grazia di poter anche noi vivere la fede non solo a parole, ma seguendo la Parola che abbiamo ascoltato. Cristo, liberatore dai peccati, ci conceda di essere davvero ‘Chiesa in uscita’ e spalancare le porte del cuore, perché possiamo anche noi varcare, insieme ai più poveri, la porta della Sua misericordia. Nei poveri, infatti, negli ‘sconfitti dalla vita’ e negli scarti della nostra società noi vediamo riflesso il volto di Cristo sulla Croce. E a questo proposito, mi sembra opportuno riaffermare il sacrosanto principio cristiano di salvaguardare sempre l’incalpestabile dignità di ogni persona umana a cui non si può mai negare una cura premurosa e un ricovero dignitoso. Sia che si tratti di cittadini italiani che di migranti“.
Pietre per la ricostruzione
“Nel tempo della ricostruzione – ha concluso il porporato – è bene ricordare le parole di Papa Francesco all’Angelus di ieri: nella Chiesa non mancano le crepe, ‘ha sempre bisogno di essere riformata, riparata’. E noi stessi siamo le pietre“.