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I vescovi rispondono alle polemiche di Kabila

Botta e risposta tra il presidente della Repubblica Democratica del Congo, Joseph Kabila, e la Conferenza Episcopale del Paeso (Cenco). Kabila, nel corso di una conferenza stampa indetta per fare il punto sulla situazione politica, economica e di sicurezza dello Stato a 17 anni dalla sua ascesa al potere, lancia una spallata ai vescovi affermando: “In nessuna parte nella Bibbia, Gesù Cristo ha mai presieduto una commissione elettorale”. Immediata la risposta della Cenco, che ha citato Ratzinger.

La risposta dei vescovi

A prendere la parola è stato don Donatien Nshole, Segretario Generale e portavoce della Cenco, affermando: “Papa Benedetto XVI ha detto che la Chiesa deve essere presente là dove la popolazione soffre. È il caso della RdC. Ed è la crisi socio-politica che accentua questa sofferenza, dunque è del tutto normale che i Vescovi lavorino per consolidare la democrazia”. La polemica arriva dopo l'ennesima protesta guidata dai laici cattolici che stanno scendendo in piazza per chiedere l’applicazione degli Accordi di San Silvestro del 31 dicembre 2016, sottoscritti grazie alla mediazione dei Vescovi, e per chiedere al Presidente Kabila il solenne impegno a non ricandidarsi per un terzo mandato.

Elezioni rimandate

Come riporta l'Agenzia Fides, le elezioni presidenziali che dovevano tenersi entro la fine del 2016 secondo la Costituzione, entro la fine del 2017 secondo gli Accordi di San Silvestro, sono ora previste per il 23 dicembre 2018. Ma Kabila ha affermato che l'organizzazione delle elezioni è troppo complicata e costosa, e un giorno sarà necessario scegliere tra lo sviluppo del Paese e lo svolgimento delle elezioni. Ad un giornalista che gli ha chiesto se non si candiderà alla sua successione, il presidente non ha avuto altra reazione che dire alla sua squadra di dargli una copia della Costituzione. Joseph Kabila, il cui secondo ed ultimo mandato è scaduto il 19 dicembre 2016, non ha mai chiarito se rispetterà, o meno, la norma costituzionale.

Kabila contro la Missione Onu

Durante il suo discorso, il presidente ha commentato anche la Missione Onu Monusco, affermando che “dopo 20 anni, abbiamo l'impressione che la Monusco abbia la missione di rimanere. Questa missione non ha sradicato alcun gruppo armato nella parte orientale della RdC. Solo quando i terroristi hanno decapitato gli esperti delle Nazioni Unite hanno aperto gli occhi”. Kabila ha fatto riferimento a Michael Sharp e Zaida Catalán, i due esperti delle Nazioni Unite assassinati a marzo 2017 nella provincia del Kasai, in circostanze non chiare. Ma secondo le indagini indipendenti, il coinvolgimento di alcuni agenti di sicurezza della Repubblica Democratica del Congo non è escluso.

Un discorso “inutile”

Un discorso che non è piaciuto ai cattolici: “In definitiva che cosa rimane di questa conferenza stampa se non l'immagine di un Kabila che ignora l'opposizione, si accolla la guerra contro la Chiesa cattolica, non nasconde la sua antipatia nei confronti della Monusco e riconosce il suo braccio di ferro con il Belgio, che ha assunto una posizione dura con il potere di Kinshasa?”, si legge su news.cd, uno dei siti di notizie più letti a Kinshasa. Sulla questione è intervenuto anche il cardinale Laurent Monsengwo Pasinya, Arcivescovo di Kinshasa, che ha qualificato il discorso di Kabila come “logorroico e inutile”

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