Terremoto, famiglia, povertà, giovani, formazione del clero, fine vita. Sono solo alcuni dei temi affrontati dal consiglio permanente della Conferenza episcopale che si è riunita nei giorni scorsi a Roma. Sullo sfondo l’assemblea generale che dal 22 al 25 maggio sceglierà la terna di vescovi da proporre al Papa per la nomina del presidente che subentrerà al cardinale Bagnasco, giunto al termine del secondo mandato. Ma la conferenza stampa conclusiva del segretario mons. Galantino è stata “movimentata” soprattutto da due argomenti di estrema attualità: la sentenza della Consulta sulla legge elettorale e la pedofilia.
Al voto, al voto
“In Italia abbiamo due leggi elettorali decise dalla magistratura. Mi auguro che la politica non si agiti per decidere quando votare ma si chieda perché. Non è normale che sia la magistratura a dettare tempi e modi alle amministrazioni”. Mons. Galantino non è stato certo tenero nei confronti della classe dirigente italiana. “Mi auguro che ci sia un momento in cui i politici si chiedano come mai sono pagati per fare un lavoro che altri stanno facendo al posto loro”. Incalzato sulla posizione della Cei rispetto ai tempi del voto, il segretario ha detto chiaramente che “non sta a noi decidere quando andare alle urne, devono farlo i politici. L’importante è che le elezioni non diventino un diversivo, un’occasione di rivincite di Tizio su Caio o per chi vuole contarsi. Guai se gli strumenti per migliorare vengono strumentalizzati per altri fini”.
Famiglia, bacchettata al governo
“E’ assurdo il ritardo nell’attuazione di misure a favore della famiglia nell’agenda politica”. Anche su questo argomento mons. Galantino è stato molto chiaro: i vescovi hanno deciso di “alzare la voce. Dite pure che è demagogico ma alcuni vescovi hanno fatto una giusta osservazione: come mai si trovano 20 miliardi (saranno pure una “cauzione” o quel che volete voi) per le banche e dopo pochi giorni si rimandano ancora una volta i provvedimenti attuativi degli interventi per le famiglie, che sono il primo motore della ripresa? Tutto questo significa ritardare le condizioni affinché il Paese sia pacificato e non in balìa del primo populista che si alza”. Galantino ha espresso preoccupazione anche per “il Mezzogiorno che sembrava scomparso dopo l’ultimo terremoto. Senza il Mezzogiorno l’Italia non va da nessuna parte”.
Sacerdoti nel mirino
Il segretario della Cei, parlando del sussidio elaborato per la formazione permanente del clero, ha difeso con forza i preti italiani: “In una società che non fa sconti e chiede una vita coerente, testimoniale e credibile, nessuno vuole nascondere drammatici e deprecabili fatti di cronaca. La gravità di certi comportamenti non va taciuta ma – ha sottolineato – come ha detto il vescovo di Padova mons. Cipolla, non può far passare in secondo piano o far ignorare tutto quello che di buono e coerente fanno tantissimi sacerdoti, religiosi e vescovi. Non si deve ignorare il male ma è indebito leggere in modo solo negativo una realtà che non è tale. Non perché ve lo chiedo come un favore ma semplicemente perché non è vero”. Mons. Galantino si è anche soffermato sulla grande responsabilità nella formazione e nella selezione dei sacerdoti: “Chi è malato di testa resterà un disgraziato anche dopo l’ordinazione, amplificando i suoi limiti”. E ha stigmatizzato il “nomadismo vocazionale” di chi, ritenuto non idoneo al sacerdozio, va in altri seminari in cerca di un “vescovo misericordioso. Non è misericordia – ha tuonato Galantino – spero che non ne trovi, nessuno obbliga a diventare prete o suora. Il problema non è solo questo ma va affrontato con realismo e sofferenza. Detto questo, non si può mettere superficialmente sotto accusa tutta la Chiesa”.
Il dibattito sul fine vita
“In commissione c’è una proposta di legge in discussione. Ne abbiamo parlato – ha detto il segretario della Cei – e una cosa per noi vescovi deve essere chiara: non può essere accettata una legge sull’eutanasia che attribuisca ogni potere solo all’autodeterminazione della singola persona, smontando l’alleanza tra paziente, medico e familiari e sancendo il trionfo dell’individualismo. Mi auguro che non si arrivi a parlare di questo tema a fronte di un caso particolare ma dopo una riflessione seria su un argomento drammatico, senza mettere favorevoli e contrari uno contro l’altro come invece mi sembra stia accadendo”.
Immigrazione
I vescovi italiani hanno ribadito la richiesta di affido alle case famiglia dei minori non accompagnati insieme al riconoscimento non solo dello “ius soli” ma anche dello “ius culturae”: “Perché non dare la cittadinanza a quei ragazzi che hanno compiuto i primi cicli scolastici da noi? E’ un atto di intelligenza politica ripartire dalla legalità, con buona pace di chi legge in maniera strabica le intenzioni della Chiesa. Niente di tutto questo va confuso con proposte finalizzate ad allargare l’illegalità e creare insicurezza per i cittadini e per gli stessi migranti”.
Il dramma del sisma
Un ampio capitolo dei lavori è stato dedicato al terremoto. “Abbiamo ascoltato, raccolto lacrime e disperazione. I nostri sacerdoti e vescovi sono rimasti sul posto, e non quando c’erano le telecamere…”. Galantino ha ribadito la necessità “di non spegnere i riflettori su questa realtà” perché “la fatica più grande” è “rimettersi in piedi sul piano psicologico: le persone non riescono a riprogettare il loro futuro”. Tante le iniziative messe in piedi in questi mesi, compresi numerosi gemellaggi tra le stesse diocesi. Tra i fondi subito stanziati dall’8 per mille (1 milione) e la colletta nazionale del 18 settembre sono stati messi a disposizione circa 21,6 milioni di euro destinati ai primi aiuti, a interventi strutturali, a progetti sociali. Alcune realizzazioni stanno affiancando le strutture della Protezione civile, come i moduli costruiti ad Amatrice che ospitano l’ospedale da campo. Altri moduli saranno presto messi a disposizione a Norcia dopo che l’altro giorno il Comune ha individuato il terreno su cui realizzarli. Altri fondi dell’8 per mille sono stati destinati alle 26 diocesi coinvolte dal sisma (300.000 euro ciascuna) per interventi sugli edifici di culto. Importante in tal senso la firma del protocollo d’intesa con il Ministero dei beni culturali. Significativa l’iniziativa del prossimo 3 febbraio quando mons. Galantino, il comandante della Gendarmeria vaticana Giani e Claudio Baglioni si recheranno a Norcia per portare i soldi (“7350 euro: non certo una cifra enorme, che sarà implementata, ma davvero emblematica”) raccolta dai bambini di Bangui per i bambini terremotati.